giovedì 23 marzo 2017

«Gli ho scaricato un caricatore addosso e l'ho finito a fucilate» Ecco come fu ucciso O' Negus

di Stefano Di Bitonto

SANT'ANTIMO. Un omicidio studiato a tavolino, pianificato e approvato dai vertici del clan Puca. E' uno scenario inquietante quello che emerge dalle parole di Vincenzo Marrazzo, ex boss di Grumo Nevano e autore materiale di quell'omicidio, oggi collaboratore di giustizia. Ai magistrati ha raccontato cosa accadde quella sera e soprattutto chi era presente. "Gli ho sparato sia con la pistola (dalla macchina) che con il fucile. Gli ho sparato inizialmente tredici colpi con la pistola calibro 9, poi rimisi il caricatore con altri quattordici colpi; quindi presi il fucile che stava sul sedile posteriore, andai verso l’auto di Verde ed esplosi due colpi di fucile calibro 12, a distanza di una trentina di centimetri e forse anche più da vicino, passando dal lato posteriore dell’auto". 
Fondamentale un altro passaggio del racconto di Mazzarro: "Le persone che a vario titolo e con vari ruoli hanno preso parte all’agguato ai danni di Verde Francesco sono oltre a me stesso nella duplice veste di mandante ed esecutore materiale, mio fratello Marrazzo Antonio, Puca Pasquale, Di Spirito Luigi - luogotenente e portavoce di Puca Pasquale, Lorenzo Sparavolpe (quali mandanti), Puca Ferdinando (guidatore dell’auto), Morlando Vito (inizialmente con il ruolo di conducente dell’auto e a seguito di cambiamento di programma, con il ruolo di addetto al recupero), mio figlio Francesco (con il ruolo di specchiettista), mio figlio Filippo (che si è autocoinvolto), Amodio (il quale aveva fornito l’informazione sui giorni in cui Verde Francesco andava a firmare) per come a lui riferito da Di Spirito e ulteriori dettagli potevano essere forniti dal fratello Marrazzo Antonio, il quale -a suo dire- aveva avuto colloqui sia con Puca Pasquale che con Di Spirito, prima che uscissi dalla casa di lavoro…”.

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