martedì 28 febbraio 2017

Cavalli di ritorno, TUTTI I 68 INDAGATI. I gruppi di Giugliano, S. Antimo e Mugnano

NAPOLI. Nelle circa 700 pagine dell'ordinanza che ha portato in cella 33 malviventi (tra carcere e domiciliari) e 14 con il divieto di soggiorno in regione viene descritto il metodo utilizzato dalla banda dei cavalli di ritorno sgominata ieri dai carabinieri. Il business era gestito da Carmine Cerrato. Nonostante fosse ai domiciliari continuava a gestire con tranquillità il giro d'affari, dando ordini dal balcone della sua abitazione. Ma era controllato dai carabinieri che avevano piazzato delle cimici nei pressi della sua abitazione. 

Le intercettazioni ambientali e telefoniche hanno permesso di svelare tutta la filiera di questo malaffare, concentrato soprattutto nella zona a nord di Napoli (Arzano, Grumo Nevamo, Giugliano, Casoria, Melito) dove su cento auto rubate, il novanta per cento viene ritrovato nel giro di 12-24 ore, naturalmente solo grazie al pagamento di soldi versate dalle vittime a seconda del tipo di auto. Cerrato, che pur stando ai domiciliari per un'estorsione, gestiva il tutto, grazie a un paniere che calava dalla sua abitazione, e dentro il quale i ladri depositavano le chiavi e documenti delle auto rubate. 

ECCO I NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE 

ARRESTI IN CARCERE 

CERRONE Carmine, nato a Napoli il 29.07.1972 detto “O Pezzot
AVOLIO Luigi, nato a Napoli il 12.05.1989 detto “Ginetto”,
CERRONE Anna, nata a Napoli·il30.07.1974 detta “Annarella”
CERRONE Giuseppe, nato a Napoli il 06.12.1995 detto “O Pzzottiel,
DE LUCA Massimo, nato a Napoli il 03.06.1978
DI DOMENICO Cosimo, nato a Napoli il 24.10.1970
detto “Polpettone”, residente a Melito di Napoli
MINGACCI Salvatore, nato a Napoli il 04.10.1958,
PESACANE Salvatore, nato a Napoli 1’11.10.1972, residente a Melito di Napoli
PISCOPO Ra??aele, nato a Napoli il13.10.1985, residente a Arzano
REALE Antonio, nato a Napoli 1’08.05.1974 detto “Totor Mellon”,
SPINELLI Maurizio, nato a Napoli il 04.09.1969 detto “Ozi”,
AZZARO Giovanni, nato a Napoli il 15.04.1969, residente a Melito di Napoli
AMURA Giovanni, nato a Napoli il 12.07:1976 detto “o Cecato”, residente ad Afragola
ANGRISANO Angelo, nato a Napoli il 08.11.1965
BOCCHETTI Ciro, nato a Napoli il 01.02.1983,
CAIAZZO Raffaele, nato a Napoli il 14.01.1953
detto “CapozzellSALIERNO Gennaro, nato a Napoli il 26.06.1978, residente a Afragola
SICHENZ Raffaele, nato a Napoli i_l10.01.1972, residente a Casavatore

ARRESTI DOMICILIARI CON BRACCIALETTO ELETTRONICO

ALFANO Giuseppe, nato a Casavatore il 22.09.1965, DE BIASE Raffaele, nato a Napoli il 10.05.1981,
ERRICHELLI Raffaele, nato a Napoli il 25.03.1973 alias “O cinese”,
FATTORE Eduardo, nato a Napoli il 17.05.1989,
IAQUINO Ferdinando, nato a Acerra il 22.04.1980 detto “Nù nù”, residente ad Afragola
SANZARI Francesco, nato a Napoli il 25.10.1983,
VETTOSI Giuseppe, nato a Napoli il 03.04.1978,

ARRESTI DOMICILIARI

DI MAlO Luigi, nato a Napoli 15.01.1989, residente a Giugliano in Campania
MARINO Vincenzo, nato a Napoli il 04.07.1968
PETRILLO Danilo, nato a Napoli il 29.08.1992
TITO Ferdinando, nato a Villaricca il 06.08.1979,,residente a Mugnano di Napoli

DIVIETO DI DIMORA

D’AMBRA Vincenzo, nato a Afragola il 27.04.1971 residente a Afragola
DE BIASE Vincenzo, nato a Napoli il 29.02.1984
ELIA Aldo, nato a Napoli il 05.01.1957, residente a Grumo Nevano
ESPOSITO Francesco, nato a Napoli l’ 01.04.1991, residente a Afragola
FERRARA Antonio, nato a Napoli il 14.03.1981
FERRERI Gennaro, nato a Napoli il 28.1 0.1974 alias “Cap e retin”
IANNACCONE Nicola, nato a Napoli 1’08.01.1982 detto “O chiatt – Pasticcere ”
LAEZZA Alessandro, nato a Napoli il 26.05.1977, residente a Afragola in via
LATTANZI Gianrico, nato a Napoli il 26.06.1982
LAURATO Antonio, nato a Napoli il 14.04.1991
MARINO Luisa, nata a Napoli il 15.09.1973 detta “Ciù ciù”, residente a Casoria;
SANGES Salvatore, nato a Napoli il 08.09.1989
SANSONE Cristoforo, nato a Napoli il 05.11.1977
TELESE Giuseppe, nato a Napoli il 20.08.1983
VITALE Giovanni, nato a Napoli l’ 11.02.1979

INDAGATI

AINIS Francesco, nato a Napoli il 09.02.1985,
CAPANO Andrea, nato a Napoli il 4.10.1992,
CAPANO Antonio, nato a Napoli il21.04.1990,
CIARDIELLO Claudio, nato a Napoli il 09.02.1964,
residente a San Giorgio a Cremano DE CRESCENZO Francesco, nato a Napoli il 18.10.’1980,
DI MAlO Attilio, nato a Napoli il 27.11.1984, 
ERRICHELLI Raffaele, nato a Napoli il 25.03.1973 alias “O cinese”,
ESPOSlTO Carmine, nato a Napoli il 21.05.1979 residente a San Giorgio a Cremano
FALCO Raffaele, nato a Napoli il 29.05.1989, residente a Frattamaggiore
FLORIO Christian, nato a Napoli il 22.08.1993,
FRANZESE Francesco, nato a Napoli il 26.09.1985 residente a Crispano
GISON Mirko, nato a Napoli il 10.01.199 residente a Mondragone
IAVARONE Rosaria, nata a Napoli il 05.01.1990, residente a Bacoli
INTEMERATO Gennaro, nato a Napoli ill5.10.1988, residente a Quarto
LAMIA Maurizio, nato a Napoli il 29.01.’1967 detto “l’avvocato”, residente a Giugliano in Campania
LEONE Manuele, nato a Napoli il 27.09.1996,
NAPOLITANO Silvio, nato a Napoli il 21.01.1991, residente a Giugliano in Campania
PERELLI Antonio, nato a Napoli il 14.04.1951, residente a Giugliano in Campania
RANUCCI Domenico, nato a Aversa il 22.02.1988, residente a Sant’ Antimo
RUSSO Ciro, nato a Napoli il 17.01.1964,
RUSSO Giovanni, nato a Napoli il 09.02.1974, residente a Arzano 
SAMMARCO Antonio, nato a Mugnano di Napoli il 17.07.1983, residente a Sant’ Antimo
SURIANO Andrea, nato a Genova il 29.12.1972,
VETTOSI Giuseppe, nato a Napoli il 03.04.1978

http://www.internapoli.it

Colpo al clan dei Casalesi fazione Bidognetti: 9 persone in manette

 By Antonio Galluccio

CASERTA – Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile di Caserta ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di NOVE persone, a vario titolo indagate per estorsione, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, furto aggravato, rapina aggravata, ricettazione, indebito utilizzo di carte bancomat, favoreggiamento personale, danneggiamento, esplosione di colpi d’arma da fuoco sulla pubblica via, detenzione illegale di cartucce, reati commessi con l’aggravante del metodo camorristico, al fine di agevolare il “clan dei casalesi – fazione BIDOGNETTI”.

L’attività di indagine ha permesso di svelare l’esistenza di un gruppo criminale attivo in Castel Volturno – località “Destra Volturno” ed ha fotografato l’evoluzione del sodalizio denominato clan dei Casalesi, in particolare della frangia riconducibile al capo clan detenuto BIDOGNETTI Francesco, nell’arco temporale intercorrente tra agosto e novembre 2015.

Il gruppo criminale era capeggiato dal pregiudicato RUSSO Nicola cl. ’83 che, dopo la scarcerazione, si rendeva da subito protagonista di svariate condotte illecite. Lo stesso ha operato quale referente del clan dei casalesi nell’area di Castel Volturno e, in particolare, nel territorio di “Destra Volturno”, ove ha imposto ai proprietari delle abitazioni il versamento di denaro a titolo di “guardiania”. In altri termini, la “guardiania” rappresentava una forma di estorsione in quanto le abitazioni i cui titolari non aderivano al “servizio offerto” venivano sottoposte a danneggiamenti o a furti.

L’attività d’indagine ha permesso di dimostrare altresì gli intenti criminosi di RUSSO Nicola nei confronti del Pubblico Ministero Cesare SIRIGNANO, già Sostituto Procuratore della Repubblica di Napoli e ora alla Direzione Nazionale Antimafia, protagonista di diverse inchieste nei confronti di accoliti al clan dei casalesi.

Nel corso delle attività è stata infine attestata la commissione di diverse rapine con armi da parte del gruppo criminale e la pianificazione di una di esse in pregiudizio del titolare di un supermercato di Mondragone.

L’indagine ha permesso di trarre in arresto il pregiudicato evaso PAGLIUCA Achille cl. ’80 che aveva trovato rifugio in una abitazione messa a disposizione da RUSSO Nicola.

E L E N C O    A R R E S T A T I

IN CARCERE

LUISE Leonide nata a Napoli il 14.09.1957.
PAGLIUCA Achille nato a Mondragone il 06.10.1980.
MEMEDOSKI Omer nato a Kumanovo (Macedonia) il 29.07.1980.
RUSSO Nicola nato il 20.10.1983 a Teano (CE).
RUSSO Enrico nato a Capua il 16.07.1988.

ARRESTI DOMICILIARI

BOCCHINO Antonio nato a Caserta il 07.06.1995.
COSSENTINO Cristofaro nato a Santa Maria Capua Vetere il 17.07.1993.
MAZZOCCA Emanuele nato a Napoli il 20.06.1990.
IAZZETTA Michele nato a Napoli il 01.06.1985.

http://www.ilmeridianonews.it

mercoledì 15 febbraio 2017

Il clan dei Casalesi vuole uccidere Marilena Natale: scorta alla giornalista anticamorra

By Antonio Galluccio

AVERSA – Marilena Natale da giorni è seguita costantemente dai carabinieri: il clan dei Casalesi la vuole morta. La giornalista, da sempre esposta contro la camorra e i suoi esponenti, con le sue inchieste ha fatto finire in galera boss, politici corrotti ed imprenditori conniventi. Ora, secondo quanto appreso dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, la sua vita sarebbe in pericolo.

A seguito di alcune intercettazioni dei carabinieri, esisterebbe un vero e proprio “piano di morte” per fare fuori la donna. Queste intercettazioni si sarebbero intensificate all’indomani di un video pubblicato sulla bacheca Facebook della giornalista in cui la stessa si è esposta a favore della costruzione di un impianto di compostaggio dei rifiuti a Casal di Principe. La costruzione di tale impianto metterebbe la parola fine al trasposto dei rifiuti fuori regione. Un servizio – pare – ancora saldamente in mano al clan dei Casalesi che per questo porrebbe il veto alla costruzione dell’impianto.

Marilena Natale, contattata dalla nostra redazione, ha dichiarato: “La DDA e gli inquirenti mi hanno rivelato che hanno motivi di ritenere che la mia vita sia in pericolo, ci sono delle intercettazioni che lo confermano. Da giorni uomini delle forze dell’ordine mi seguono ovunque vada, io continuerò a fare come sempre il mio lavoro e a lottare contro la camorra e i camorristi che hanno martoriato il nostro territorio e continuano a farlo”.

Il provvedimento della scorta diverrà formale nei prossimi giorni quando il Ministero degli Interni indicherà il grado della protezione per la giornalista ma le forze dell’ordine seguono già ogni suo passo e la proteggono da quei camorristi che la vorrebbero come prossima vittima del clan dei Casalesi.

http://www.ilmeridianonews.it

giovedì 9 febbraio 2017

Napoli, vicolo Bonafficiata Vecchia 50 metri di vendette e misteri

La Pignasecca come il Bronx. C'è un luogo - nel dedalo di vicoli che si intersecano su quel lembo estremo dei Quartieri spagnoli che sfocia su Montesanto - che viene evitato persino da chi vi abita. Via Bonafficiata Vecchia. Chi esce di casa la percorre a passo veloce e guardandosi le spalle. E i timori non sono infondati. Via Bonafficiata Vecchia è diventata la strada più pericolosa del centro storico, un po' come lo fu - durante la faida di Forcella - via Oronzio Costa. Qui c'è chi ha il grilletto facile: stese, sparatorie e raid si susseguono. Cinque casi negli ultimi cinque mesi: l'ultimo risale all'altra notte, quando un uomo è stato ferito da un colpo di pistola.

Sono le 23 quando Salvatore Martusciello, 35 anni, pregiudicato per reati contro il patrimonio, mentre si dirige verso casa viene affrontato da quattro persone; tra loro ce n'è una che impugna una pistola: fa fuoco una sola volta, il proiettile si conficca nel femore della vittima, che poco dopo viene ricoverata in ospedale. Siamo a due passi dall'ospedale Vecchio Pellegrini. Qui Martusciello viene ascoltato dai poliziotti: «Erano in quattro, due sullo scooter e due a piedi, e tutti con il volto coperto», dichiara. Ma forse non ha detto tutto, e per questo adesso gli investigatori seguono una pista precisa: quella che porterebbe ad una lite scatenatasi all'interno di una sala giochi domenica scorsa. Questioni di denaro non restituito, pare ci sia alla base di tutto. L'altra sera i protagonisti del fatto si ritrovano proprio in via Bonafficiata Vecchia, e c'è chi spara. Saranno le verifiche a confermare questa versione.

Fatto sta che, ancora una volta, i riflettori della cronaca nera si riaccendono su questa strada che mette paura. E non solo per gli episodi di microcriminalità. Proprio in questa strada abita infatti uno dei personaggi più in vista legato al clan dominante nella zona, quello dei Ricci-Saltalamacchia. Un noto pregiudicato, probabilmente obiettivo delle due ultime «stese» che hanno trasformato la Pignasecca in un Far West.

Due episodi inquietanti in poche settimane. Il 23 novembre del 2016 via Bonafficiata Vecchia si trasforma in un inferno di fuoco e di piombo. È notte fonda quando un corteo di moto di grossa cilindrata sfreccia lungo la strada sparando all'impazzata, in aria. Modalità classiche diventate tristemente note un po' ovunque, con le quali i camorristi «marcano» il territorio ma lanciano anche sinistri messaggi di morte nei confronti di chi non è considerata «persona desiderata» nel quartiere.

Quando sul posto giungono le Volanti della Questura i pistoleri sono già fuggiti. Sul terreno vengono ritrovati e prepertati nove bossoli, tra via di Porta Medina e via Bonafficiata. Uno di questi si è conficcato nell'impianto di condizionamento d'aria esterno ad un appartamento, un secondo ha perforato la vetrina di un negozio.
Il 25 gennaio si torna a sparare. Una segnalazione anonima lancia l'allarme al centralino del centro operativo della Questura: stavolta i bossoli sono tre, e si cerca di capire se a esplodere i colpi possanoe ssere gli stessi autori del primo raid. Nessun dubbio sulla matrice camorristica del raid.

Ma in via Bonafficciata Vecchia pare stia prendendo piede anche lo spaccio di droga. Lo dimostrano i risultati di un'operazione dei carabinieri della compagnia Napoli Centro, che il 4 dicembre scorso arrestarono un uomo di 30 anni, gestore di un'attività di ristorazione, che nascondeva hashish e cocaina in un doppiofondo del registratore di cassa. E c'è anche l'ombra del racket che i clan impongono ai commercianti dietro l'ultimo episodio che riporta a via Bonafficiata: l'incendio (doloso) appiccato alle vetrine di un negozio di barbiere avvenuto il 19 ottobre scorso.

http://www.ilmattino.it

lunedì 6 febbraio 2017

Sant’Antimo, “pizzo” a rate: in manette due esponenti del clan Verde

By Raffaele Castellone

SANT’ANTIMO – Nel corso di indagini per contrastare il racket delle estorsioni a imprenditori i carabinieri della tenenza di Sant’Antimo hanno sottoposto a fermo il 30 gennaio Lorenzo Cacace, un 32enne di Sant’Antimo già noto alle forze dell’ordine e ritenuto contiguo al clan camorristico dei “Verde”, ritenuto responsabile di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore 44enne.

Le indagini dei militari avevano cristallizzato la sua responsabilità, anche grazie a individuazione fotografica, per atti intimidatori compiuti insieme a un altro soggetto per riuscire a farsi consegnare sotto minaccia 1.500 euro in 3 rate: il 31.01.2017 ed entro le prossime festività, sia pasquali che natalizie. Effettivamente la prima “rata” da 500 euro è stata pagata in 2 volte: il 23 gennaio in un paesino del casertano attiguo alla provincia di napoli e il 30 gennaio a Sant’Antimo. Il suo fermo è stato convalidato e il giudice ha disposto la sua custodia in carcere.

Ieri è stato invece raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emesso dal gip di Napoli Nord il complice di Cacace. Si tratta di Nicola Ruongo, un 41enne di Sant’Arpino (CE) già noto alle forze dell’ordine e anche egli ritenuto contiguo al clan “Verde”, che, sebbene identificato negli stessi tempi di Cacace, si era reso irreperibile.

http://www.ilmeridianonews.it/

Garage trasformato in un deposito di droga a Sant'Antimo, arrestato 30enne insospettabile

SANT'ANTIMO. A Sant'Antimo, i militari della locale tenenza, coordinati dal capitano Antonio De Lise della compagnia di Giugliano, hanno arrestato in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti Antonio Di Matteo, 30enne incensurato del posto. Il giovane, a seguito di una perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di un “panetto” di hashish del peso di 100 grammi, 55 dosi preconfezionate di marijuana, del peso complessivo di 45 grammi ed ulteriori 50 grammi di marijuana, contenuta in una busta di cellophane. Sotto chiave anche 1.850 euro, ritenuti provento dell’illecita attività e 100 bustine in cellophane termosaldate utilizzate per il confezionamento dello stupefacente. 

Il tutto, abilmente occultato all’interno del box-garage di pertinenza della propria abitazione, sottoposto a sequestro, unitamente ad una banconota del taglio di euro 50, palesemente contraffatta e rinvenuta nella disponibilità di Di Matteo, motivo per il quale veniva altresì deferito in stato di libertà per il reato di spendita ed introduzione nello stato di monete falsificate. Il 30enne si trova ora rinchiuso agli arresti domiciliari.

http://www.internapoli.it/

Il capoclan prendeva la percentuale sui morti. Superboss dei casalesi socio occulto di una società di pompe funebri

CASERTANO. Sarebbe riuscito a conservare il controllo di parte degli introiti di una società di pompe funebri nonostante si trovi in carcere da 24 anni. Francesco Bidognetti per il gip di Napoli sarebbe il reale proprietario di alcune quote della società di onoranze funebri gestite da Vincenzo Martino.

Lui, il boss storico dei Casalesi, sarebbe il percettore di una quota dei profitti dell'impresa La Concordia srl di Vincenzo Martino, indagato a sua volta nell'inchiesta. Per il gip del tribunale di Napoli il capoclan sarebbe riuscito a mantenere il controllo delle quote occulte nel settore anche dopo il cambio di nome dell'azienda di Martino in Caronte Funebri srl -scrive Cronache di Napoli - Intestazione fittizia per il clan la contestazione per il boss, l'imprenditore e la figlia del boss, Katia Bidognetti. Stando alla prospettazione del pm, che in relazione alla contestazione non ha avanzato richiesta di misura cautelare per l'imprenditore Martino, il reato si sarebbe consumato a partire dal 2008 con condotta perdurante. 

Bidognetti avrebbe intestato fittiziamente ad alcuni soci di comodo le sue quote societarie sino alla recente trasformazione delle società e continuava a percepire, per il gip, "per il tramite del Martino ed altri soggetti non identificati, i relativi dividendi attraverso la materiale consegna a sua figlia Katia Bidognetti ". Martino, sostiene la Dda di Napoli, il 18 settembre del 2009, costimi la nova società di trasporti funebri ma la condotta contestata a Bidognetti arriva fino ai nostri giorni, visto che la condotta criminale del boss viene definita dal gip come 'perdurante'. D retroscena è emerso nell'ambito delle indagini condotte dalla Dia che sono sfociate nei 31 arresti eseguiti l'altro ieri. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, ricettazione ed estorsione, delitti questi ultimi aggravati per aver favorito il clan dei Casalesi o per essersi avvalsi di metodi mafiosi.

http://www.internapoli.it/

giovedì 2 febbraio 2017

Blitz contro il clan dei Casalesi, arrestate figlie e nuora di “Cicciotto ‘e mezzonotte”

By Antonio Galluccio

CASALESI – Duro colpo alla fazione Bidognetti del clan Casalesi, che fa capo al boss Francesco Bidognetti, detenuto al 41 bis nel carcere dell’Aquila. La Dia di Napoli, guidata da Giuseppe Linares, ha arrestato 5 persone, tra cui le due figlie di Francesco Bidognetti e la nuora. Contestualmente, la squadra mobile di Caserta, la Guardia di Finanza di Formia e i carabinieri di Casal di Principe hanno eseguito un provvedimento restrittivo che riguarda altre ventisei affiliati alla cosca per estorsioni commesse sul territorio casertano. Arresti a Parete, Formia, Casal di Principe e Latina.

Le misure cautelari eseguite dalla Dda contestano ai 5 arrestati reati che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso alla ricettazione e l’estorsione, reati questi aggravati dall’articolo 7 della legge 203/91. Le forze dell’ordine hanno raccolto elementi di prova sul fatto che Katia e Teresa Bidognetti, rispettivamente 35 e 26 anni, la prima ora in carcere mentre la seconda e’ domiciliari perche’ in gravidanza, insieme a Orietta Verso, 42 anni, anche lei ora in carcere, moglie del secondogenito del boss, Raffaele Bidognetti, tutte e tre sinora incensurate, avevano un ruolo apicale all’interno della ‘famiglia’.

Arrestato anche Vincenzo Bidognetti, conosciuto come ‘o bellillo, che non e’ parente del capocosca nonostante il cognome, che era l’unico degli affiliati autorizzato a tenere rapporti con le tre donne e che faceva da tramite tra loro e le il resto della cosca. Anche il boss e’ stato raggiunto in carcere dalla misura cautelare. Particolari sull’operazione saranno resi noti in conferenza stampa alle 11 in Procura a Napoli.

La vendetta dei Casalesi: l’agguato di Villaricca per punire l’ex donna di Bidognetti


CASALESI – Donne contro e vendette trasversali, questo il retroscena dell’inchiesta che ha portato all’arresto delle figlie di Francesco Bidognetti. Quando Anna Carrino, ex compagna del boss dei Casalesi, decise di collaborare con la giustizia scattò la vendetta del clan. Obiettivo: colpire i suoi familiari più stretti.


Il gruppo di fuoco, di cui facevano parte Alessandro Cirillo, Massimo Amatrudi e Giovanni Letizia faceva riferimento al killer di Giuseppe Setola. Il 30 maggio del 2008 partirono da Casal di Principe e raggiunsero l’abitazione della Carrino, a Villaricca, presentandosi come agenti della Direzione Investigativa Antimafia. Insospettita, la Carrino – all’epoca dei fatti 25enne – scappò chiudendo alle sue spalle il portone, contro cui furono esplosi diversi colpi: uno di questi la raggiunse allo stomaco e fu trasportata in gravissime condizioni al Cardarelli. La donna fu salvata dai medici del nosocomio dopo essere stata ricoverata in rianimazione.

In foto: Anna Carrino, Francesco Bidognetti, Teresa Bidognetti e Katia Bidognetti

http://www.ilmeridianonews.it/