venerdì 26 agosto 2016

Camorra. Lo Russo scomparsi, ripercussioni anche alle 'Vele': Licciardi, Scissionisti e Mallo si contendono il territorio

NAPOLI. Gli sconvolgimenti negli equilibri malavitosi a Secondigliano, con il declino dei “Capitoni”, non potevano non avere ripercussioni anche a Scampia, dove da qualche tempo gli investigatori notano un rafforzamento del clan Abete-Abbinante-Notturno-Aprea. 

La “Vinella” è sempre forte, ma indubbiamente si fa sentire il colpo subito con l’arresto del ras Umberto Accurso e il gruppo con base in via Vanella Grassi e in via Dante non può più dettare legge. C’è un solo clan secondo gli inquirenti che poteva beneficiare della crisi dei Lo Russo, indeboliti dal pentimenti di Mario e del fratello Carlo, e dei Mallo, il cui giovane capo Walter è finito in manette. Ed è il clan dei Licciardi, solo apparentemente chiuso nel suo bunker, fondatore e componente di primo piano dell’Alleanza di Secondigliano insieme con i Contini del Vasto-Arenaccia e i Mallardo di Giugliano. Così è accaduto e ora gli uomini della Masseria Cardone appaiono ancora più forti e pericolosi agli occhi di inquirenti e investigatori. È vero che i Lo Russo non sono affatto finiti, come la maggior parte degli investigatori ritiene, ma indubbiamente a Miano lo spazio per il clan Licciardi poteva aumentare e sarebbe effettivamente aumentato. 

Fermo restando che lo stesso ragionamento fatto per i “Capitoni” vale per i Mallo, decapitati nei vertici ma non cancellati dalla lista dei clan attivi. Basti pensare che le indagini dei carabinieri e della polizia sul giovane ras Walter hanno evidenziato che poteva contare su una quindicina di affiliati: lui e i due luogo tenenti sono finiti in manette, il resto sono in libertà. A Secondigliano lo scenario comunque è ancora complesso. Non vanno dimenticati i “Girati” della “Vanella-Grassi” e i Bocchetti di San Pietro a Patierno, gruppi entrambi con interessi nella zona del Berlingieri e del Perrone. 



FONTE: ILROMA

lunedì 22 agosto 2016

Oltre 5mila affiliati e 115 clan. Ecco l’esercito della camorra tra Napoli e provincia


NAPOLI. Quello che emerge dalla relazione del ministero dell’Interno sulle attività e risultati della Dia in Campania è un quadro allarmante. Tra Napoli e provincia sono ben 115 i clan attivi di cui 50 si dividono il Capoluogo e 65 sono molto attivi nell’hinterland. 

Una situazione più che drammatica se si pensa alle migliaia di persone che gravitano intorno alle varie cosche. Sarebbe impossibile fare un calcolo preciso del numero di affiliati presenti tra Napoli e la provincia ma si tratta di un vero e proprio esercito. Calcolando, infatti, che ogni clan può contare in media su una cinquantina di persone che hanno un ruolo attivo all'interno della cosca ecco che, in tutto la provincia, sarebbero presenti almeno cinquemila persone che gravitano nelle orbite camorristiche.

Un vero e proprio esercito di boss, ras, affiliati,pusher, pali e killer. Dopo aver analizzato la situazione a Napoli, il ministero dell’Interno ha diviso la provincia in tre grandi aree: versante occidentale, versante occidentale e ver-sante meridionale. Ben 65 clan attivi sul territorio che spesso si alleano tra di loro per espandere il proprio potere ovvero sono in guerra per il controllo degli affari illeciti.

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