martedì 22 dicembre 2015

Camorra, arrenditi: ti abbiamo fatto un pacco

Simmaco Perillo guida la cooperativa sociale Al di là dei sogni di Sessa Aurunca (Caserta)Di Nicola Savino. 
D’ora in poi, quando si digiterà su Google la sigla Nco, non apparirà più (o non solo) la storia di don Raffaele Cutolo e della Nuova camorra organizzata. Appariranno altre organizzazioni: Nuova cooperazione organizzata, Nuova cucina organizzata, Nuovo commercio organizzato. Decisamente più nobili e meno sanguinarie di quel gruppo di delinquenti che mise a ferro e fuoco terre splendide, controllando attività illecite (spaccio, racket, gioco d’azzardo), ma anche quelle che dovrebbero essere lecite e aperte a tutti, a cominciare dagli appalti pubblici. Fanno parte, quelle nuove Nco, di un apparato assai più vasto che si raggruppa sotto un’altra sigla: Rete di economia sociale. “Noi siamo l’altra Italia”, scandisce Simmaco Perillo, presidente della cooperativa sociale Al di là dei sogni. Quella che non si arrende, quelle che lotta e non china la testa, quella che si ribella al contropotere delle camorrre, delle mafie, delle ‘ndranghete, delle sacrecoroneunite: criminalità che, in diversi casi, si è letteralmente sostituita allo Stato.

Le Nco hanno ottenuto dallo Stato, per il tramite dei Comuni, i terreni e i beni confiscati alle organizzazioni criminali. E per farci che? Innanzitutto, non è una procedura semplice perché si vanno a toccare e a ledere gli interessi dei criminali: “I camorristi – spiega in un appassionato intervento Perillo – lo mettono in conto di finire in carcere. Diciamo che fa parte dei rischi del mestiere… Non sopportano, però, che qualcun altro possa godere delle loro terre, delle loro case, delle loro proprietà. E siccome i tentacoli delle mafie sono assai lunghi ed arrivano spesso nel cuore delle burocrazie della pubblica amministrazione, ecco che spesso riescono a mettere i bastoni fra le ruote…”. Come che sia Simmaco, che nella vita fa l’assistente sociale, ci è riuscito ed ha ottenuto dal Comune di Sessa Aurunca (in provincia di Caserta) un possedimento di 17 ettari con tanto di casale, appartenente al clan locale. E’ la terra dei fuochi, dei rifiuti, di Gomorra… “No – interviene – sono semplicemente le Terre di don Peppe Diana”. Proprio lui, il parroco di Casal di Principe ucciso mentre si apprestava a celebrare messa. Sempre Perillo: “Era un prete che amava stare con i giovani, che parlava ai giovani, che voleva strapparli al destino di finire in un’organizzazione camorristica. Sì, perché il reclutamento avviene soprattutto fra i giovanissimi: nei nostri cimiteri in Campania è altissima la percentuale di ragazzi morti presto, troppo presto. In trent’anni abbiamo contato 1347 morti ammazzati e fra loro sono tanti gli innocenti, quelli che non c’entrano nulla… Una guerra, un’autentica guerra”.

Superando mille problemi, dormendo per mesi nel sacco a pelo, Simmaco Perillo prende possesso di quell’immobile e di quella terra: vuole creare una cooperativa sociale per persone svantaggiate. Lo rimettono a posto e a norma e finalmente il 21 marzo di 5 anni fa nasce Al di là dei sogni: ci fanno le mozzarelle. Ma la terra è tanta, ci si può allargare, si possono coltivare ortaggi e altre cosette. “Il passo successivo – continua – è stato mettere insieme realtà diverse che operano in zone vicine e che fanno più o meno le stesse cose. E’ così che nasce Res. Devo dire grazie a don Ciotti e all’associazione Libera che ci ha dato consigli, che ci ha indirizzato, che ci ha spronato nei (tanti) momenti difficili”.

“E mo’ che facciamo?” si sono chiesti decine di volte. E’ nata così l’idea di una scatola natalizia con i prodotti di quelle terre confiscate. E come la chiamiamo? Nasce così “Facciamo un pacco alla camorra”. Che prende in giro i boss perché il “pacco” non è solo la confezione, ma anche la fregatura. La sintesi? “Vi abbiamo fregati e quindi siamo più forti di voi”. Anche se voi sparate e noi non abbiamo armi. E fra i prodotti della Campania, ce n’è anche uno (una crema di cipolle rosse) confezionato nella Tuscia dove agiscono quattro cooperative sociali: Alice (guidata da Andrea Spigoni), Gea, Punto a capo e Fattorie solidali. Persone che operano nel welfare, surrogando la presenza di uno Stato spesso assente e sempre insufficiente nei suoi interventi.

C’è un ulteriore passo in avanti con la nascita anche a Viterbo del gruppo di lavoro sulla legalità “Cento passi per…”, rappresentato nella circostanza da Umberto Cinalli e da studentesse di tre scuole superiori: Santa Rosa di Viterbo, Cardarelli di Tarquinia e Dalla Chiesa di Montefiascone. Leggono un documento nel quale si ribadisce l’impegno non solo a combattere il malaffare e le criminalità organizzata, ma anche le collusioni e le complicità. Il brodo di coltura dove le mafie prosperano e si ingrassano. Primo esempio concreto? Continuare a cercare di far luce sulla morte di Attilio Manca, l’urologo viterbese morto nel 2004. Ufficialmente è stato suicidio, ma la famiglia continua a credere e a combattere perché sia trovata la verità vera che, per loro, è il riconoscimento di un omicidio, commissionato perché il medico era stato testimone di un intervento chirurgico subito dal superboss Bernardo Provenzano.

Di quei pacchi ne sono stati confezionati mille per il formato grande e sono stati tutti venduti. “Comprateli – conclude Simmaco Perillo – perché non solo contengono prodotti buoni da mangiare, tutti biologici, ma soprattutto perché dentro ci sono i sentimenti”. Buon Natale, ragazzi.
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venerdì 18 dicembre 2015

Giugliano ricorda Mena Morlando, vittima innocente della camorra

cerimonia vittima camorra mena morlando
GIUGLIANO – Si è tenuta quest’oggi una cerimonia per ricordare Filomena (detta Mena) Morlando, 25enne uccisa dalla camorra il 17 dicembre di 35 anni fa. La giovane era un’insegnante e si trovò coinvolta senza alcuna colpa in un conflitto a fuoco tra clan camorristici rivali. I sicari volevano colpire Francesco Bidognetti, detto “Cicciott’ e mezzanotte”, invece sotto i colpi ci finì lei mentre ritornava a casa in via Monte Sion.

Questo pomeriggio è stata celebrata dunque una messa nella parrocchia di Sant’Anna. Don Massimo, che ha officiato la cerimonia, durante l’omelia ha ricordato che “i sentimenti di potere e vanagloria che portano alla violenza resistono purtroppo ancora oggi ed a pagare sono sempre gli onesti”. Si è tenuta poi una processione fino al luogo del triste episodio, dove è stata depositata una corona di fiori dinanzi alla lapide a lei dedicata e c’è stata una benedizione.

Presenti – oltre ovviamente ai familiari della vittima innocente come i fratelli Angelo, Marco e Francesco – anche il sindaco Antonio Poziello, il presidente del consiglio comunale Luigi Sequino, i vertici locali dell’Arma dei Carabinieri rappresentata dal capitano Antonio De Lise e dal maresciallo Alfonso Vecchione, ed gli attivisti di “Libera contro le Mafie”.

“Mena è una eroe inconsapevole, – ha dichiarato Poziello – vittima di un vigliacco criminale che ha usato una ragazza per salvarsi la vita. Dobbiamo fare in modo che i ragazzi possano ricordare perché questa è l’altra faccia della camorra. La nostra idea è dunque quella di mantenere vivo un ricordo che per molti anni ha stentato a farsi spazio nelle nostre memorie e trovare un luogo adeguato da dedicarle che decideremo insieme alla famiglia affinché ne resti traccia in città. La camorra – ha aggiunto il primo cittadino – la vinciamo con l’investiamo sulla cultura e se gli togliamo la manovalanza facile. Quindi occorre creare occasioni di sviluppo e di lavoro per le persone. Non c’è altra via. La camorra vive dove c’è l’oscurità e non ci sono occasioni e strumenti per sottrarre i ragazzi alla devianza”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del consiglio. “Noi siamo la prima amministrazione del dopo scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Ci deve essere quindi innanzitutto un’integrità morale da parte di chi riveste un ruolo istituzionale. – ha sottolineato Luigi Sequino – Oltre ai proclami, chi ci guarda dall’esterno deve sapere che non c’è possibilità di annidarsi, nella maniera più assoluta. Se chi ti osserva dall’altro lato sa che tu non puoi essere un interlocutore credo che determinate situazioni non possano mai accadere”.

“Il dovere di mantenere viva la memoria di Mena è un passo importante per la lotta alla camorra. – ha detto Alessandro Bevilacqua, referente del presidio ‘Libera’ di Giugliano – Mi dispiace che le persone presenti sono sempre poche rispetto a quelle che invece dovrebbero esserci in eventi simili. Insieme alle istituzioni dovremo lavorare per far prendere coscienza a tutti, soprattutto nelle scuole, e per far capire che la camorra è un male che appartiene a tutti”.
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Camorra, “regalini di Natale”. Estorsioni a commercianti e imprenditori per le festività

HINTERLAND – Estorsioni a danno di imprenditori e commercianti di Napoli e provincia. I carabinieri hanno intensificato il monitoraggio del territorio per prevenire il fenomeno delle richieste estorsive estemporanee, legate all’approssimarsi delle festività di fine anno, fatte a commercianti e piccoli imprenditori da soggetti riconducibili alla criminalità organizzata.

L’attenzione investigativa si è stretta laddove sono stati percepiti movimenti da parte di soggetti ritenuti gravitare attorno a gruppi di criminalità organizzata attivi nelle diverse aree.

i primi arresti a Casoria. I primi arresti già a metà novembre scorso. Antonio Bonifacio, 38enne di Cercola, Giuseppe Esposito, 51enne di Casoria, e Antonio Venezia, 41enne di Napoli, tutti già noti e ritenuti contigui al clan ‘Contini’, sono stati sorpresi in flagranza dal Nucleo investigativo del Gruppo Castello di Cisterna a chiedere soldi al titolare di un esercizio pubblico della periferia Est di Napoli.

Pizzo a Melito e Arzano. A fine novembre scorso un’altra attività per i ‘regalini di natale’ è stata fatta dai Carabinieri della Compagnia di Casoria. A finire in manette Gennaro Sessa, un 23enne di Napoli, già noto e ritenuto vicino a personaggi del cartello ‘Amato-Pagano’, attivo nella periferia a Nord del capoluogo e Melito. In questo caso la vittima il titolare della ditta edile di un cantiere attivo ad Arzano. Secondo la ricostruzione degli operanti il Sessa, in più occasioni, aveva avvicinato e minacciato pesantemente l’imprenditore, se non avesse accettato di incontrare e pagare ‘gli amici’. Il Sessa venne arrestato dai carabinieri a fine novembre nella flagranza dell’ennesima richiesta estorsiva. Arresto poi divenuto misura cautelare dal parte del GIP del Tribuanale Napoli Nord. Stamattina il personaggio è stato raggiunto in carcere dal provvedimento cautelare emesso dal GIP di Napoli su richiesta della DDA di Napoli che, nel frattempo, ha acquisito la titolarità dell’indagine.

Area vesuviana. L’ultimo arresto ieri sera, a Somma Vesuviana. I  militari per alcuni giorni hanno seguito i movimenti di un personaggio ritenuto vicino al clan ‘Cuccaro’, riscontrando strane circostanze in cui il soggetto aveva avvicinato un commerciante. Scoperto il motivo degli abboccamenti, un contributo per le imminente festività, i militari hanno cominciato a filmare gli spostamenti del sospetto, riuscendo a organizzare un servizio proprio al momento dello scambio e riuscendo a riprendere persino il passaggio dei soldi, il ‘regalino di Natale’. In quel momento sono scattate le manette ai polsi di Pietropaolo Di Matteo, 33enne di Somma Vesuviana, ritenuto responsabile di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
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sabato 12 dicembre 2015

Camorra, maxi sequestro di 10 milioni di euro al clan Aquino-Annunziata

HINTERLAND – Maxi sequestro alla camorra. Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria – G.I.C.O. di Napoli ed i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, nei territori di Boscoreale (NA), Poggiomarino (NA) e Vitulazio (CE), hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione ai fini della confisca – emesso dall’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata – di beni immobili, conti correnti bancari, depositi e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, riconducibili a CASILLO Francesco, elemento di spicco del clan Aquino-Annunziata (operante a Boscoreale e zone limitrofe).

Il Casillo, attualmente detenuto, è già stato condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, e riportato altre condanne per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e omicidio aggravato dalle finalità mafiose.

In particolare, venne arrestato nel luglio 2011 assieme ad altre 33 persone nell’ambito dell’operazione “Re Bomba”, che colpì i clan camorristici “Gionta” e “Aquino-Annunziata” operanti nell’area vesuviana, per i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, con il sequestro di beni per un valore di 7 milioni di euro riconducibili ai predetti clan.

Nel provvedimento restrittivo il Casillo viene indicato come il capo di un’articolata compagine criminale che gestiva la fiorente piazza di spaccio del Piano Napoli di via Passanti Scafati di Boscoreale.

Lo stesso è stato inoltre raggiunto, nel marzo 2014, da una misura cautelare in carcere quale compartecipe nella deliberazione ed organizzazione del duplice omicidio dei fratelli Manzo, avvenuto in Terzigno il 10 febbraio 2007, per il quale, a luglio scorso, è stato condannato alla pena dell’ergastolo dalla Corte d’Assise di Napoli.

L’odierna indagine patrimoniale, condotta dai citati reparti su convergenti filoni investigativi, ha consentito di accertare la natura illecita del denaro utilizzato dall’indagato per l’acquisizione dei beni immobili in sequestro, derivante dal coinvolgimento dello stesso nel citato contesto associativo e dal riciclaggio di ingenti somme di denaro provenienti dal traffico di sostanze stupefacenti nell’acquisto di immobili, nel Casertano e nella zona Vesuviana, nonché dalla gestione delle attività economiche illecite poste in essere dall’organizzazione criminale, ed in particolare dalla gestione di una fiorente piazza di spaccio nel piano Napoli di Boscoreale.

Le attività investigative hanno inoltre consentito di ricostruire la sproporzione tra i redditi e le attività economiche svolte dall’interessato, rispetto ai beni mobili e immobili di cui il medesimo e il suo nucleo familiare sono titolari, chiaro indicatore della provenienza illecita dei beni del Casillo.

Tali attività di Polizia Giudiziaria hanno portato al sequestro di circa 60 immobili tra appartamenti, garage e terreni, e diversi rapporti finanziari riconducibili al Casillo Francesco e al suo nucleo familiare, per un valore complessivo di 10.000.000,00 di Euro.
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giovedì 10 dicembre 2015

Jambo, il centro commerciale nelle mani della camorra. Un giro di affari da 60milioni di euro

HINTERLAND – Un intero centro commerciale di proprietà della camorra. Il clan dei Casalesi, secondo quanto riporta la DDA, gestiva di fatto una delle attività economiche più floride dell’agro aversano. Il Jambo è noto in tutta l’area nord di Napoli ed attira ogni giorno migliaia di persone.

La storia. Situato a Trentola Ducenta, a pochi chilometri da Aversa, all’uscita dell’Asse Mediano, si estende su un’area di più di 5mila metri quadri. Era nato negli anni ’90 in origine come semplice ipermercato, grazie al talento imprenditoriale di Alessandro Falco, trentolese, classe ’57. In seguito si ingrandì e si trasformò in centro commerciale tra la seconda metà degli anni ’90 e i primi anni del 2000, quando il parco subì dei lavori di ampliamento ed ottenne uno svincolo dell’Asse Mediano dedicato. Il suo valore passò, scrive il GIP firmatario dell’ordinanza di sequestro, da 2 miliardi di lire agli attuali 60 milioni di euro, e “ciò – si legge nell’ordinanza –  è stato possibile grazie alla forza politica e imprenditoriale di Michele Zagaria“. Secondo gli 007 dell’Antimafia, i due fratelli Falco sarebbero stati marionette nelle mani del boss. Alessandro Falco “era il custode della liquidità della famiglia Zagaria e per conto del boss gestiva i rapporti imprenditoriali e politici. L’imprenditore incontrava il padrino dei Casalesi durante la sua latitanza per recepirne le direttive.” A contribuire alla crescita del parco anche la cessione di un ramo d’azienda alla società di distribuzione francese E.Leclerc, che si occupa del reparto agroalimentare. Tra gli ospiti illustri del parco, nel corso degli anni, che hanno fatto crescere l’immagine di Jambo, anche il cantante Gigi D’Alessio e la showgirl Valeria Marini.

Posti di lavoro a rischio? Attualmente il parco commerciale ospita oltre centri negozi, centro uffici, 4500 posti auto in tre parcheggio. Un piccolo colosso che dà lavoro a migliaia di dipendenti tra cassieri, commessi, scaffalisti, promoter e altri. Ora il centro è sotto sequestro ed è in amministrazione giudiziaria. Bisognerà capire adesso come l’autorità giudiziaria vorrà gestire il parco commerciale senza mettere a rischio le centinaia di posti di lavoro.

Blitz contro i casalesi, in fuga il sindaco di Trentola. ECCO TUTTI I NOMI

HINTERLAND – Maxi-retata contro i Casalesi (LEGGI ) Quattro dei 28 arrestati sono irreperibili. Tra di essi il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, attualmente latitante, i due Balivo e Alessandro Falco, amministratore della società che controlla il centro commerciale Jambo, anch’esso finito sotto sequestro nella maxio-perazione di stamattina della DDA. Non si sa se i quattro abbiano intrapreso una fuga e se ci sia stata una fuga di notizie dagli ambienti delle forze dell’ordine.

Il sindaco. Michele Griffo è un politico di lungo corso. Già sindaco dal 2002 al 2007 della città di Trentola Ducenta con una lista civica, consigliere provinciale nello stesso periodo nelle fila di Forza Italia (2005-2009), poi consigliere comunale dal 2007 al 2010, infine di nuovo sindaco dal maggio 2011 con il centrodestra. Nel 2014 era finito nell’occhio del ciclone per aver affidato un presunto incarico al Comune al figlio Mario.

ECCO TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI

Balivo Gaetano nato a Trentola Ducenta il 15.03.1961

Balivo Silvestro nato Trentola Ducenta il 22.03.1954

Basco Oreste nato a Milano il 28.07.1970

Bianco Carlonato a Milano il 28.07.1970

Cantone Raffaele nato a Trentola Ducenta il 23.11.1960

Cassandra Luigi nato a Trentola Ducenta il 30.10.1971

Cirillo Bernardonato a Casal di Principe il 6.10.1966

Conte Vincenzo nato ad Aversa il 26.03.1983

De Luca Raffaele nato a San Cipriano d’Aversa il 06.09.1971

Diana Giuseppe nato a Santa Maria Capua Vetere il 05.01. 1986

Diana Luigi nato a San Cipriano d’Aversa il 28.01.1953

Di Sarno Vincenzo nato a Parete il 30.08.1964

Falco Alessandro nato a Trentola Ducenta il 01.04.1957

Garofalo Giovanni nato ad Aversa il 09.12.1973

Garofalo Giuseppe nato a San Cipriano d’Aversa il 14.03.1972

Griffo Michele nato a Trentola Ducenta il 23.08.1948

Inquieto Giuseppe nato ad Aversa il 15.07.1970

Mottola Maria Carmen nata a Trentola Ducenta il 13.11.1951

Munno Antonio nato ad Aversa il 17.10.1953

Pagano Pasquale nato a San Cipriano d’Aversa il 21.09.1978

Petrillo Giuseppe nato a Napoli il 23.09.1978

Pagano Nicola nato a Trentola Ducenta il 15.09.1960

Picone Nicola nato a Napoli il 16.04.1970

Picone Vincenzo nato a Mugnano di Napoli l’11.10.1968

Tessitore Giuseppe nato a Trentola Ducenta il 21.02.1963

Tirozzi Tommaso nato ad Aversa l’11.08.1978

Zagaria Carmine nato a San Cipriano d’Aversa il 27.05.1968 

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