mercoledì 29 luglio 2015

ANSA/ Camorra:inchiesta coop;pagati per non lavorare,24 indagati



(ANSA) - NAPOLI, 28 LUG - Milioni di euro erogati dallo Stato, retribuzioni per lavori mai svolti, falsificazioni sui registri delle presenze, false fatture per forniture inesistenti. E sullo sfondo la camorra che lucra incassando una percentuale sui salari dei lavoratori e - e' questo uno degli scenari ipotizzati dagli inquirenti - sponsor politici che perseguono scopi clientelari. Ha tutte le sembianze di un grosso imbroglio la gestione della cooperativa di ex detenuti ''La Primavera III'' finita al centro di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Perquisizioni sono state eseguite oggi dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Associazione per delinquere aggravata dalla finalita' camorristica e truffa ai danni dello Stato e della Provincia sono i reati ipotizzati nel decreto del pm Henry John Woodcock nei confronti di 24 tra dirigenti e soci della coop, e di alcuni funzionari della Provincia di Napoli. I dipendenti della cooperativa di ex detenuti, tranne alcune eccezioni. ''non si recavano mai al lavoro ma venivano regolarmente pagati'', ha dichiarato un collaboratore di giustizia. La coop, secondo gli inquirenti, sarebbe stata sotto il controllo dei organizzazioni camorristiche ''radicate nella citta' di Napoli'' e attive in particolare nei rioni di Forcella, dei Quartieri Spagnoli e nel quartiere Vasto-Arenaccia. La camorra avrebbe incassato ingenti somme dai compensi corrisposti a ciascun lavoratore. Antonio Della Corte, uno degli ex detenuti che sta collaborando con gli inquirenti, ha spiegato che per documentare la presenza in servizio dei lavoratori venivano falsificate le firme sui registri (compito affidato a uno degli attuali indagati). Ed ha sottolineato che in passato il sistema della coop degli ex detenuti era gestito dal clan Giuliano di Forcella mentre  successivamente a lucrare sulle coop e' stato il clan Contini. Dagli atti dell'inchiesta e' emerso che i lavoratori che nel frattempo venivano arrestati nuovamente o si assentavano dal lavoro per oltre 15 giorni non venivano sospesi dalla coop, contrariamente a quanto previsto dal regolamento. In modo da venire regolarmente retribuiti. La coop avrebbe inoltre emesso false fatture per forniture di beni e servizi. Le somme stanziate dallo Stato - quantificate in varie decine di milioni di euro - venivano erogate dall'amministrazione provinciale in base a una convenzione stipulata con la coop. Il pm sta cercando di ricostruire, come si legge nel decreto, l'eventuale ''filiera criminosa'': ovvero i rapporti da un lato tra la coop, i funzionari della Provincia e esponenti politici che ''potrebbero essere stati sensibilizzati per lo stanziamento dei fondi pubblici'' e dall'altro i rapporti tra la cooperativa, i fornitori e la camorra. (ANSA).

domenica 26 luglio 2015

Luiss, la più giovane laureata della storia è una studentessa campana


È la più giovane laureata della storia della Luiss e tra le più giovani d'Italia. Si chiama Adele Brunitto, e a soli 21 anni conseguirà oggi una laurea Magistrale in International Management, bruciando tutte le tappe e arrivando al traguardo con una tesi sul tema della corporate brand positioning e sui big data.


Nata ad Aversa in provincia di Caserta, Adele diventa molto presto una cittadina globale. Segue la famiglia negli Stati Uniti dove frequenta le Medie prima, e poi la prestigiosa Northern High School nel Maryland. Dopo il liceo, torna in Italia e qui sceglie la Luiss per perfezionare i suoi studi. Un primo titolo Triennale in Economics&Business in lingua inglese e poi il desiderio di proseguire sempre in Luiss con un Biennio specialistico sempre a vocazione internazionale. Adele, grazie all'esperienza Erasums all'estero, a Madrid, conosce perfettamente lo spagnolo, oltre all'inglese madrelingua, e sta imparando il cinese. Il suo mantra è sempre stato «Never give up», non smettere mai di lottare per le cose in cui credi. «Siamo davvero orgogliosi oggi di festeggiare la laurea di una giovanissima studentessa di appena 21 anni. Un vero talento italiano - dichiara il Direttore Generale della Luiss, Giovanni Lo Storto - che ci auguriamo porti nel mondo la sua intelligenza e preparazione conseguita in Luiss. A lei i migliori auguri per un futuro di grandi successi come merita».

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venerdì 24 luglio 2015

Napoli, investe e uccide 90enne: arrestato figlio di boss

Napoli – Un anziano di 90 anni è stato investito e ucciso a Napoli dopo che un ragazzo lo ha travolto con il suo scooter mentre l’uomo attraversava la strada.

La vicenda si è verificata lo scorso 18 luglio. L’omicida, Stefano Ranucci, non ha prestato soccorso ed è fuggito via. I carabinieri della Tenenza di Sant’Antimo sono riusciti a risalire alla sua identità grazie ad alcuni pezzi della moto rinvenuti sul luogo dell’impatto.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nel primo pomeriggio del 18 luglio, Ranucci alla guida di uno scooter di grossa cilindrata, uno T Max nero, aveva investito il pensionato che stava attraversando via Garibaldi. La vittima era stata soccorsa dal personale del 118 e trasferita all’Ospedale Cardarelli di Napoli, dove è morta in serata per la gravità delle lesioni interne riportate.

La Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Castello di Cisterna ha individuato come perfettamente coincidenti le parti mancanti dello scooter con quelle rinvenute sul luogo dell’incidente.

L’arrestato, 33 anni, che dovrà rispondere di omicidio colposo e omissione di soccorso, è residente a Sant’Antimo, nel napoletano, ed è figlio di Antimo Ranucci, 53 anni, elemento di spicco dell’omonimo clan. L’uomo è recluso nel carcere di Poggioreale.

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venerdì 17 luglio 2015

Clan Mallardo, 10 anni per estorsione a Giuseppe Strino detto ‘o toro. 7 ad Andrea Sorrentino

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GIUGLIANO - Il processo ai danni dei quattro presunti estorsori del clan Mallardo, svoltosi con la formula del rito abbreviato, si è concluso con la condanna di due membri del gruppo: si tratta di Giuseppe Strino, detto ‘o toro, che dovrà scontare 10 anni di reclusione, e di Andrea Sorrentino, che dovrà scontarne 7.




Nel luglio dell’anno scorso i carabinieri di Giugliano intervennero per sgominare la banda che si era insediata sul territorio di Qualiano, dove imponeva il pizzo ai commercianti approfittando degli arresti che avevano indebolito i clan rivali operanti in zona. Assolti gli altri due imputati: si tratta di Francesco Saverio Felaco e di Alfonso Russo.

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venerdì 10 luglio 2015

A Sant’Antimo premio nazionale per la migliore raccolta di carta e cartone

Sant’Antimo (Napoli) – All’Hotel Quirinale in via Nazionale a Roma, nell’ambito della 22esima edizione di Comuni Ricicloni, kermesse nazionale di Legambiente, tra i 1520 comuni campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, oggi  è stato premiato il Comune di Sant’Antimo con una menzione speciale attribuita da Comieco come migliore comune del Sud Italia per il riciclo ed il recupero degli imballaggi di carta e cartone.

Di seguito la motivazione con cui il Consorzio che recupera materiali cellulosici  ha premiato il Comune e il Convenzionato Cite Scarl: “Si è messo in evidenza per la costante crescita della raccolta differenziata di carta e cartone fatta registrare nell’ultimo triennio 2012 – 2014. Il procapite totale di raccolta carta e cartone, infatti, è cresciuto di 11 kg/ab-anno, passando dai 29 kg/ab-anno del 2012 ai 40 kg/ab-anno del 2014, con un incremento pari al 38%. Il fattore principale di tale incremento è legato alla crescita della raccolta di carta presso le famiglie che si attesta, nel 2014, sui 27,7 kg/ab-anno, con un incremento del 13% rispetto all’anno precedente e pari al 75% in più rispetto al procapite medio provinciale. Dal 2013 il Comune fa parte del Club dei Ecocampioni della Campania. Tali risultati sono frutto del proficuo e costante impegno profuso dal Comune nella raccolta della differenziata e delle iniziative adottate e rivolte a tutta la popolazione, dalle scuole agli uffici ed alle famiglie, per arrivare alla recente apertura dell’isola ecologica e ai concorsi a premi nelle scuole”.

Quindi per Sant’Antimo ancora un successo, stavolta nazionale, si aggiunge al doppio riconoscimento ottenuto su scala regionale nell’ambito della 11esima edizione di Comuni Ricicloni, kermesse organizzata da Legambiente Campania lo scorso 11 giugno (premio speciale per la raccolta della carta e del cartone da Comieco e riconoscimento speciale per il Centro di Raccolta Comunale da Legambiente Campania).

A ritirare il premio, conferito dal Senatore Stefano Vaccari e dal presidente campano di Legambiente Michele Buonomo, per il Comune di Sant’Antimo c’erano la dirigente del settore ambiente, Lucia Nardi e per Cite Rossella Gallo. Entrambe hanno espresso soddisfazione per l’importante e prestigioso riconoscimento ricevuto innanzi a ad un parterre di sane amministrazioni comunali, massimi rappresentanti istituzionali del Parlamento italiano e tantissime eccellenze italiane che si sono raccontate le buone prassi e le ricette messe in campo per la valorizzazione dei materiali: dall’attivazione di servizi innovativi all’apertura dei centri di raccolta, dalla responsabilizzazione dei cittadini attraverso campagne di comunicazione efficaci a politiche di incentivazione che premiano i cittadini e le scuole virtuose, insomma tutto quello che da tre anni ormai accade a Sant’Antimo.

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Spacciavano i soldi falsi della camorra: 28 indagati, tra cui giudice e sindaco casertano

C’è la mano della camorra a muovere i fili di una presunta organizzazione a delinquere – smantellata dai carabinieri del Comando Tutela Ambiente, coordinati dalla procura di Napoli – specializzata nello spaccio di banconote provento di reato e titoli di stato stranieri contraffatti per miliardi: tra i 28 indagati anche il giudice del Tar del Lazio Franco Angelo Maria Bernardi.

Nei confronti dei 28 indagati la procura distrettuale di Napoli (pm Conzo, Landolfi e procuratore aggiunto Borrelli) ha emesso altrettanti avvisi di conclusione indagine, l’atto che normalmente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. L’indagine dei carabinieri del colonnello Sergio De Caprio (il capitano Ultimo che arrestò Totò Riina) è durata anni e si è focalizzata sulla figura di Mauro Russo, già arrestato in passato per associazione a delinquere di stampo mafioso e riciclaggio, ritenuto vicino al latitante della Nuova Camorra Organizzata Pasquale Scotti.

Proprio Russo e il giudice Bernardi – arrestato dagli stessi carabinieri del Noe nel luglio 2013 per corruzione in atti giudiziari – sarebbero stati i «promotori e organizzatori» dell’associazione a delinquere. Un’organizzazione criminale, di carattere transnazionale, finalizzata all’acquisto e spaccio di monete e banconote provento di reato, nonché di titoli di stato stranieri contraffatti o alterati (i cosiddetti «silver coin certificate»).

Reati commessi truffando istituti di credito e privati e con l’aggravante di aver favorito il gruppo camorristico del clan Belforte, leader a Marcianise (Caserta) e paesi limitrofi. Russo, in particolare avrebbe avuto il compito di reperire i capitali provento di reato e di consegnarli agli altri componenti dell’organizzazione per l’immissione nei canali finanziari legali; il giudice De Bernardi, invece, sempre secondo l’accusa, avrebbe fornito “appoggi logistici”, mettendo a disposizione del gruppo criminale il suo ufficio all’interno del Tar del Lazio dove avvenivano le riunioni ed anche “attivandosi al fine di reperire anche all’estero canali finanziari idonei al reimpiego dei titoli falsi e/o contraffatti”.

Nel corso delle indagini – nelle quali è coinvolto anche il sindaco di Baia e Latina (Caserta), Michele Santoro – sono stati compiuti sequestri miliardari. Nel 2012, così, i carabinieri del Noe hanno sequestrato in un caso, in Svizzera, falsi titoli di stato del debito pubblico americano per 880 milioni di dollari e in un’altra occasione 10 miliardi di dollari contraffatti.

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venerdì 3 luglio 2015

Camorra, ucciso a Forcella il “baby boss” Emanuele Sibillo

Napoli – In quella strada, via Oronzio Costa, in zona Forcella, nella notte tra il 28 e 20 giugno, erano stati esplosi numerosi colpi di pistola, alcuni dei quali avevano ferito tre minorenni. Poi, il giorno dopo, altri colpi contro la veranda di un’abitazione al primo piano di un palazzo.

Si presagiva fosse un “avvertimento”. E così è stato. Emanuele Sibillo, 20 anni non ancora compiuti, è stato ucciso ieri notte proprio in via Costa, intorno alle 2, quando è stato raggiunto da un proiettile alla schiena. Ma sul posto sono stati esplosi oltre dieci colpi provenienti da pistole diverse. Inutili i soccorsi: all’arrivo all’ospedale “Loreto Mare” Sibillo era già morto.

Il giovane era considerato importante esponente del clan alleato dei “nuovi Giuliano”, in contrasto con i Mazzarella per l’egemonia sui traffici illeciti nel quartiere di Forcella. Un clan composto in buona parte da giovanissimi, come testimoniano gli arresti eseguiti lo scorso 9 giugno dalla squadra mobile. Blitz da cui Sibillo era sfuggito.

Ora lo spettro di una violenta faida aleggia nel centro storico di Napoli.

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Camorra, duplice omicidio al Parco Verde: inflitti sette ergastoli

Raffaele Bidognetti


Napoli – Sette ergastoli inflitti dal gup Pica di Napoli per il duplice omicidio di Sandro Cocchiariello e Giuseppe Angelino, avvenuto nel Parco Verde di Caivano nel 2004.

Tra i condannati Raffaele Bidognetti (nella foto), figlio del boss “Cicciotto ‘e mezzanotte”, e Salvatore La Montagna, rispettivamente referenti dei due clan alleati che erano in contrasto con il clan Castaldo per l’egemonia degli affari illeciti nel Parco Verde. Le vittime, infatti, appartenevano ai Castaldo.


Condannati al massimo della pena anche, per il clan Bidognetti, Mario Cavaliere, Alessandro Cirillo e Francesco Di Mario e, per i La Montagna, Gennaro Lucarelli e Alessandro Petillo.

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Controlli a tappeto per la sicurezza stradale, sequestrati 353 scooter. In manette anche un 33enne di Sant’Antimo

SONY DSCHINTERLAND - 353 scooter sono stati sottoposti a fermo o sequestrati dai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna, che hanno effettuato servizi contro fenomeni d’illegalità diffusa su tutta l’area di loro competenza (giuglianese, casoria e dintorni, nolano e vesuviano), in particolare per verificare e incrementare il numero degli utenti della strada che rispettano le regole per l’utilizzo del casco.

I controlli hanno portato al fermo amministrativo dei mezzi di 243 persone sorprese a circolare senza casco e al sequestro di quelli di altri 80 cittadini che circolavano senza copertura assicurativa. Oltre alle violazioni già citate sono state contestate altre 304 violazioni di vario genere, contestazioni che hanno portato il totale delle sanzioni a 154.998 euro. Denunciate in stato di libertà 31 persone, precisamente:

- 27 per guida di auto o scooter senza aver conseguito la patente;

- una per guida senza aver conseguito la patente e in stato di alterazione dovuta ad assunzione di droga;

- una per aver continuato a usare una vettura sottoposta a sequestro amministrativo (senza assicurazione) e affidata per l’esclusiva custodia in luogo chiuso;

- due per guida in stato di ebbrezza alcolica.

Nel contesto operativo è stato tratto in arresto un 33enne, il muratore Luigi D’Andrea, di Sant’Antimo, trovato in possesso di 70 grammi di hashish e che adesso è agli arresti domiciliari in attesa di rito direttissimo.

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