giovedì 28 maggio 2015

21enne di Arzano ucciso a colpi di pistola: cadavere ritrovato a Varcaturo

Giugliano (Napoli) – Un corpo ricoperto di sangue che in un primo momento non ha consentito di riconoscere i fiori dei proiettili. Così si è presentato ai carabinieri il corpo di Salvatore Mattuozzo, 21 anni, originario di Arzano, già noto alle forze dell’ordine.

La scoperta intorno alle sette del mattino, in via Carrafiello, strada limitrofa a uno svincolo dell’asse Mediano, in località Varcaturo del comune di Giugliano, provincia di Napoli.

Il corpo, rinvenuto sulla strada nei pressi di un tratto di boscaglia, ha mostrato ben cinque colpi di pistola. Quattro proiettili all’addome e uno al volto. Una macchia di sangue, coperta poi da terriccio, è stata esaminato. Nei pressi dei ritrovamenti del cadavere del giovane Mattuozzo, sono stati rinvenuti una ogiva deformata e un mazzo di chiavi, contenente anche quelle di una automobile, non ancora ritrovata.

Indagano i militari della compagnia di Giugliano e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. Il litorale domitio, la zona del Lago Patria, sta divenendo teatro di omicidi efferati e misteriosi. Lo scorso mese di aprile il ritrovamento, in una cava vicina, dei due coniugi di Melito, Luigi Simeone e la moglie Immacolata Assisi, conclusosi con l’arresto di un uomo che stava contrattando con le vittime l’acquisto di una casa.

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Gomorra seconda stagione, a Sant’Antimo il casting per le comparse

gomorraSANT’ANTIMO - Aspiranti attori alla ricerca anche solo di pochi secondi sul piccolo schermo, magari in una di quelle scene cruente che hanno reso celebre Gomorra. L’occasione arriva martedì 2 giugno, quando la casa produttrice Cattleya terrà provini per le comparse che arricchiranno il secondo capitolo della fortunata serie andata in onda sui canali Sky.
L’appuntamento per coloro che vorranno provare a condividere il set con Ciro, Genny e don Pietro Savastano è al bar Maybe di corso Europa a Sant’Antimo, l’evento Facebook è QUI.

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mercoledì 27 maggio 2015

Camorra, arrestato dalla polizia in Brasile Pasquale Scotti: era latitante dal 1984, si nascondeva a Recife

di Giuseppe Crimaldi

Si era sposato con una brasiliana e aveva avuto due figli. Si faceva chiamare Francisco de Castro Visconti, imprenditore di successo con gestione di numerose attività, tra società di servizi e ristoranti.

Era in realtà un boss inserito nella lista dei latitanti più pericolosi: Pasquale Scotti, storico capo della Nuova Camorra Organizzata cutoliana, si nascondeva dal 1984. Una latitanza durata 31 anni interrotta oggi, quando è stato arrestato in Brasile, a mezzogiorno ora locale.

La prima frase che ha detto quando è stato fermato dalla polizia brasiliana è stata un criptico «Pasquale Scotti è morto nel 1986».

Scotti era ricercato dal 1985, per omicidio ed occultamento di cadavere ed altro. Dal 1990 invece sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini dell'estradizione.

Il superlatitante si nascondeva a Recife: ed è lì che gli uomini della Squadra mobile di Napoli, coordinati dai primi dirigenti Fausto Lamparelli e Lucio Vasaturo, lo hanno stanato. Scotti è stato catturato in una panetteria mentre stava comprando i dolci. Dalle foto scattate oggi gli inquirenti non escludono che nel tempo si sia sottoposto a qualche intervento chirurgico di plastica facciale.

Il suo nome faceva parte dell'elenco dei dieci super-ricercati inseriti nella lista delle «primule rosse» stilato dal ministero dell'Interno. Scotti deve scontare diversi ergastoli per omicidio, estorsione e vari altri reati associativi. Iniziò la propria «carriera» criminale come killer: era uno degli uomini del commando di fuoco della Nco capeggiata da Raffaele Cutolo.

Nel tempo ne fece, di strada, fino a diventare un boss temuto e rispettato. Le indagini tese alla sua cattura non si erano mai interrotte. Ultimamente il fascicolo era coordinato dai sostituti della Direzione distrettuale antiimafia di Napoli Ida Teresi e Marco Del Gaudio. A incastrare Scotti è stata la comparazione delle impronte digitali.

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Casalesi, due arresti per un omicidio del 1992

I carabinieri di Casal di Principe hanno arrestato due persone affiliate alla fazione Venosa del clan del Casalesi ritenuti responsabili di avere ucciso per errore due persone innocenti nell'ambito di una faida tra le fazioni Venosa e Schiavone del clan.

A perdere la vita, il 26 febbraio del 1992 a Casapesenna (Caserta), furono Pasquale Pagano, commerciante di 36 anni e Paolo Coviello, pensionato di 63 anni, scambiati dai killer per il vero obiettivo dell'agguato.

Pagano e Coviello ebbero un'unica colpa: quella di viaggiare in un'auto (una Renault Clio grigio chiaro) dello stesso tipo e dello stesso colore di quella che usava Alfredo Zara, affiliato alla fazione Schiavone, che qualche giorno prima aveva tentato di uccidere un elemento apicale della fazione opposta, Pietro Paolo Venosa, fratello di uno dei due arrestati.

I killer - cinque in tutto - non diedero scampo ai due innocenti: spararono numerosi colpi d'arma da fuoco con un kalashnikov, un fucile calibro e tre pistole. I militari dell'arma hanno rintracciato e arrestato Raffaele Venosa (preso in un ristorante di Parete) ritenuto l'attuale reggente della fazione Venosa del clan dei Casalesi. La seconda ordinanza di custodia è stata notificata in carcere a Francesco Carannante.

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Camorra, è morto il boss Feliciano Mallardo

L’AQUILA - E’ morto il boss Feliciano Mallardo. Mallardo versava già dalla settimana scorsa in gravi condizioni di salute ed era ricoverato presso l’ospedale de L’Aquila, città dove era recluso in regime di 41 bis. A determinarne il decesso, secondo il referto medico, un tumore ai polmoni con metastasi ossee ed epatiche.

Mallardo, detto ‘O Sfregiato, capo dell’omonimo clan, poco più di due mesi fa era stato condannato in primo grado a 24 anni nell’ambito del processo “caffè macchiato” per associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata. Era in carcere dal 10 maggio 2012, giorno in cui fu arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza in un appartamento dove si era rifugiato al terzo piano di una palazzina disabitata in via Sant’Agostino a Giugliano.

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Sant’Antimo. Sigilli a ex distilleria: sotto chiave un'area di 8mila mq.

di Matteo Giuliani

SANT'ANTIMO. Il personale del Comando Polizia Locale di Sant’Antimo ha posto sotto sequestro una estesa area di circa ottomila metri quadri, di proprietà privata, ubicata presso la Stazione Ferroviaria. Tale area era in passato adibita alla produzione di liquori e alcol. Le attività nascono a seguito di alcune segnalazioni pervenute alla sede del comando di piazza della Repubblica dove alcuni soggetti lamentavano la presenza di alcuni ignoti intenti alle lavorazioni di smantellamento di alcuni silos in disuso ed altro materiale costituenti rifiuti pericolosi. Giunti sul posto, gli uomini del Maggiore Chiariello hanno trovato non poche difficoltà per accedere all’area, visto che i soggetti avevano ben chiuso gli accessi all’area. Gli agenti sono quindi riusciti ad entrare nella struttura da un accesso secondario da dove hanno subito notato la presenza di quattro persone che con l’utilizzo di fiamme ossidriche stavano tagliando i silos presenti, nonché altro materiale per poi smaltirlo illecitamente. Bloccati, uno di essi ha cercato di darsi alla fuga iniziando una colluttazione con un agente. Condotti presso l’Ufficio di Polizia, qui sono stati convocati anche il custode e i proprietari dell’area al fine di ottenere chiarimenti e giustificazioni circa i lavori intrapresi presso l’area senza alcuna autorizzazione ambientale ed edilizia. Al termine delle attività è stato possibile denunciare alla Procura della Repubblica tutti gli interessati con ipotesi accusatorie relative allo smaltimento illecito di rifiuti e quant’altro previsto e punito dalle norme in materia. Infatti il materiale veniva prima tagliato e selezionato presso l’area formando una sorta di deposito temporaneo di rifiuti e poi trasportato per la vendita ad acquirenti che ne pagavano il prezzo, fatti di cui erano a conoscenza anche alcuni proprietari dell’area come da dichiarazioni acquisite dai quattro soggetti inizialmente fermati. Uno dei personaggi è stato invece denunciato anche per resistenza, violenza, minaccia e rifiuto di fornire le proprie generalità a pubblico ufficiale, ora rischia una serie condanna. L’area è stata posta sotto sequestro, provvedimento convalidato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord. Ora i proprietari dovranno presentare un piano di bonifica per i rifiuti da smaltire. Dell’occorso è stata informata anche l’ARPAC.

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Sant'Antimo. Getta rifiuti dall'auto, sanzionata dagli agenti della Polizia Locale

SANT'ANTIMO. Ancora sanzioni per abbandono selvaggio di rifiuti sul territorio. A seguito di una segnalazione pervenuta alla sede del Comando, gli agenti hanno attivato gli accertamenti utili al fine di individuare il responsabile che, a bordo di un veicolo, aveva abbandonato su pubblica via, nei pressi di via Galilei, dei rifiuti urbani incurante del rispetto delle norme ambientali e della raccolta differenziata. Si è quindi risaliti al responsabile, una donna di circa 40 anni, che con l'uso del veicolo, una lancia Y, aveva lasciato dei sacchetti su un marciapiede. A carico della donna sono state elevate ben tre sanzioni amministrative, di cui due per violazioni ambientali e una per violazione dell'articolo 15 del codice della strada che prevede la sanzione per chi abbandona rifiuti utilizzando un veicolo a motore. Diverse sono le segnalazione pervenute in merito ed ora gli agenti stanno effettuano le verifiche finalizzate ad individuare i responsabili che saranno verbalizzati non appena identificati e convocati al Comando. Altre due persone sono state sanzionate circa due giorni fa, ma gli stessi questa volta appiedati e alla via Mazzini. Continuano le attività di controllo del Maggiore Biagio Chiariello che in pochi giorni hanno sanzionato diverse persone ponendo sotto sequestro una vasta area boschiva e un'ex distilleria di circa 8000 metri quadri, divenute delle vere e proprie discariche deferendo in totale tredici soggetti per abbandono incontrollato di rifiuti, smaltimento illecito e discarica non autorizzata. Dall'inizio dell'anno altre quattro persone sono state segnalate e sanzionate per smaltimento illecito di rifiuti edili provenienti da ristrutturazioni edilizie. Altre quattro persone Si conta, fanno sapere dal Comando, della preziosa collaborazione dei cittadini indispensabile per porre fine a condotte arroganti di inquinamento del territorio.
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mercoledì 20 maggio 2015

Napoli, scacco alla camorra del centro storico. Indagato anche 24enne ucciso

Napoli – Sono accusate di estorsione e spari a scopo intimidatorio nella zona universitaria nel centro di Napoli le quattro persone sono state fermate dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli. Secondo le indagini della Dda avrebbero imposto il pizzo a commercianti e ambulanti del centro storico.

I destinatari delle misure cautelari – che in più occasioni hanno messo a repentaglio l’incolumità dei residenti e degli studenti – sono anche accusati di porto e detenzione abusivi di armi comuni e da guerra, aggravati dalla finalità mafiosa.

I fermati sono Vincenzo Martinelli, 49 anni e i due figli Rosario e Salvatore, rispettivamente 25 e 24 anni, e Mariano Porcino, 25enne. Tra gli indagati figura anche Gennaro Fittipaldi, il 24enne assassinato lunedì mattina in zona universitaria.

Tra gli episodi contestati, il raid armato del 15 aprile scorso in via Sedile di Porto, sempre in zona Universitaria, commesso ai danni di un venditore ambulante che si era rifiutato di pagare una tangente da mille euro, poi “lievitata” a 5mila.

Dalle indagini è emerso che chi si rifiutava di pagare non solo si imponeva di cessare l’attività commerciale ma addirittura di lasciare la sua abitazione ed il quartiere. “Adesso te ne devi andare di casa, il tempo è scaduto, il mese è passato”, avevano, infatti, urlato i sicari del clan recatisi sotto la casa del commerciante che non voleva subire le richiesta di pizzo.

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martedì 19 maggio 2015

Camorra, 100mila euro di pizzo per la “tranquillità”: arrestati in 2 per estorsione aggravata

Carabinieri-granata-iair
I carabinieri del nucleo investigativo di Napoli hanno tratto in arresto in flagranza di estorsione aggravata dal metodo mafioso Granata Daniele, 27 anni, residente a Napoli su via dei gradini Giuseppe Piazzi e sottoposto a fermo per lo stesso reato Iair Massimo, 45 anni, residente a napoli in via Ghisleri.


I 2, già noti alle forze dell’ordine, sono ritenuti affiliati al gruppo camorristico della “Vanella Grassi” operante per il controllo degli affari illeciti a Secondigliano, Scampia e san Pietro a Patierno.

I militari dell’Arma hanno accertato che avevano più volte avvicinato un commerciante 42enne di Secondigliano e con minacce per la sua incolumità fisica e quella dei familiari (lasciando intendere anche sicure ritorsioni sull’attività commerciale) avevano cercato di imporgli il pagamento di 100.000 euro di pizzo, richiesta che poi era “scesa” a 50.000.

Granata, che si era presentato nel negozio della vittima a ritirare un “acconto” di 15.000 euro, è stato bloccato subito dopo la consegna venendo trovato in possesso del denaro contante (poi restituito al commerciante dai carabinieri).

Iair, sul conto del quale era stata accertata la piena partecipazione all’attività estorsiva e all’organizzazione del “prelievo”, è stato rintracciato e sottoposto a fermo dopo serrate ricerche: era all’interno di un bar nel rione Berlingieri.

Entrambi sono stati portati nel centro penitenziario di Secondigliano.

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domenica 17 maggio 2015

Caserta. Figli di vittime del clan dei Casalesi fondano insieme una start up ecologica

Accomunati dal tragico destino di essere figli di vittime della camorra casalese, Massimiliano Noviello e Gennaro Del Prete hanno deciso di ripartire proprio dal Casertano creando una coop per la rivendita di prodotti ecologici e compostabili (dai bioshopper ai prodotti per l'agricoltura a quelli usa e getta per la ristorazione).

La start-up si chiama «Ventuno» ed è stata presentata, nell'ambito di «Memoria, Impegno e Riscatto», l'evento organizzato a Castel Volturno da Legambiente, Federazione Antiracket Italiana, Comitato Don Peppe Diana e Slow Food Campania ieri, 16 maggio, nel giorno del settimo anniversario della morte di Domenico Noviello, padre di Massimiliano, ucciso sette anni fa. Gennaro è invece figlio di Federico Del Prete, il sindacalista ucciso nel 2002 dai killer del clan casertano.

La coop distribuirà sul territorio campano e nei supermercati buste biodegradabili e compostabili a norma, contrastando così i sacchetti illegali altamente diffusi in Campania dove si calcola, sono prodotti circa 1,3 miliardi di shopper illegali, pari a oltre 10.000 tonnellate di sacchetti non conformi. La nuova azienda ha sede legale a Castel Volturno e sede operativa a Carinaro e a breve gestirà un bene confiscato a Mondragone ed ha avuto il riconoscimento dell'Asips, l'azienda speciale della Camera di commercio di Caserta.

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Sparano con un kalashnikov facendosi fotografare come terroristi islamici: sei arresti

Si esercitavano a sparare nelle campagne facendosi fotografare come terroristi islamici, utilizzando un micidiale kalashnikov. Anche di questo, ed altro, sono accusate sei persone, arrestate dai Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe. 
Avviene in provincia di Caserta, e l'inchiesta - coordinata dalla Procura della Repubblica di Casal di Principe - aveva preso le mosse da un atto intimidatorio commesso nell'ottobre del 2014 a Casal di Principe, quando due bottiglie molotov venivano lanciate contro la porta d'ingresso di un'abitazione (nell'occasione fui arrestato uno degli esecutori materiali, una delle bottiglie esplose provocando un principio d'incendio).

Successivamente i carabinieri hanno allargato l'indagine, scoprendo che l'atto intimidatorio era stato ordinato per sanzionare i vicini colpevoli di aver avvelenato i cani.

E' nell'ambito dell'inchiesta che i militari hanno accertato la responsabilità in merito all'esercitazione compiuta nell'agro aversano con il possesso ed il porto, illegale, del micidiale fucile mitragliatore. Sventagliate di kalashinikov per farsi poi riprendere in foto come terroristi islamici.

Diverse le accuse a carico dei sei arrestati da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo delal Compagnia di Casal di Principe: due erano già in carcere per altre cause. Recuperato anche un distintivo, contraffatto, del Ministero della Difesa.

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venerdì 15 maggio 2015

Camorra e calcestruzzo: cinque arresti in Campania

Salerno – Cinque persone sono state arrestate all’alba in un’operazione dei carabinieri dei Ros e del comando provinciale di Salerno in un’operazione scattata all’alba di giovedì per l’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Salerno su richiesta della Dda in un’inchiesta sul “mercato del calcestruzzo”.

Secondo l’ipotesi degli investigatori, il gruppo agevolava il clan di camorra di Mario Fabbrocino, danneggiando gli imprenditori della zona. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione, mediante violenza, di incendi, estorsioni, rapina con sequestro di persona, furti, ricettazione e concorrenza illecita nel settore delle forniture di calcestruzzo.

A capo del gruppo – secondo gli inquirenti – vi era l’imprenditore Mario Tedesco, di Nocera Superiore, che opera in tutta Italia, con ramificazioni anche all’estero, in particolare in Marocco, dal 2002. Le indagini sono state avviate dal Ros nel 2008 dopo l’incendio di numerosi mezzi d’opera, d’ingente valore, della Società Nocerina Beton di Nocera Inferiore, aggravata da episodi minatori ai suoi titolari.

Secondo gli investigatori, il clan aveva un’ala operativa che si occupava di commettere danneggiamenti, minacce ed estorsioni, mentre un altro segmento era dedito ai furti, alle estorsioni (praticate con il metodo del cosiddetto “cavallo di ritorno”) ed alla ricettazione.

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martedì 12 maggio 2015

Ancora una bomba in un negozio di Sant’Antimo. E’ la terza in pochi mesi

SANT’ANTIMO – I commercianti sono ormai sotto assedio. L’ombra del racket e della camorra si allunga sempre di più. Nella notte di ieri, infatti, è stato fatto esplodere un esercizio commerciale di corso Michelangelo. Il boato è stato fortissimo ed è stato udito anche ad una certa distanza.

E’ il terzo attacco simile in pochi mesi. Prima la bomba posizionata al negozio di un barbiere, il 4 marzo scorso, poi una settimana fa è stata la volta di una sala giochi di via Roma. Ora l’ordigno, da quanto si apprende, è stato fatto esplodere in una cornetteria di recente apartura.

Sugli avvenimenti stanno indagando i carabinieri della locale Tenenza. La pista privilegiata dagli investigatori resterebbe quella di un’ennesima intimidazione a scopo estorsivo.

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martedì 5 maggio 2015

Arrestato Nicola Pagano: gestiva il trasporto dai mercati ortofrutticoli verso la Sicilia

di Ivan Marino
Nicola Pagano
GIUGLIANO. Gli agenti di polizia hanno arrestato il 39enne Nicola Pagano, condannato con sentenza definitiva nell’ambito del processo su “La Paganese Trasporti”, l’azienda di San Marcellino che grazie ad un accordo tra clan dei Casalesi e Corleonesi divenne monopolista nel settore del trasporto frutta dai mercati ortofrutticoli di Fondi, Aversa (Caserta), Giugliano (Napoli) e Pagani (Salerno) alla Sicilia. Al culmine del processo sono stati condannati anche i capi delle due cosche, Nicola Schiavone, figlio di Francesco “Sandokan” Schiavone, e Gaetano Riina, fratello di Totò Riina. Pagano – che deve scontare un residuo di pena di un anno e quattro mesi – é fratello minore di Costantino Pagano, il titolare de “La Paganese”. I due furono arrestati nel blitz del maggio 2010 che portò in cella 68 persone per vari reati tra cui l’associazione per delinquere di stampo mafioso.
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Caivano, in 50 accerchiano poliziotti per far fuggire un uomo

Caivano (Napoli) – Volevano identificare una persona sospetta ma sono stati accerchiati da cinquanta persone e colpiti con calci e pugni. È accaduto a Caivano, provincia di Napoli, al Parco Verde. Una pattuglia di poliziotti era intervenuta per identificare una persona che stava nascondendo delle armi all’interno di un tombino.

L’uomo ha reagito colpendoli con calci e pugni per poi darsi alla fuga. All’ interno del borsello rinvenuto nel tombino c’erano una pistola semiautomatica S&W calibro 9×21, una rivoltella calibro 6 mm e 45 cartucce.

I poliziotti lo hanno però inseguito e raggiunto nei pressi dell’Isolato A5/6. E, mentre stavano per condurre il fermato verso l’autovettura per portarlo in Commissariato, una folla di circa 50 persone li ha accerchiati.

Dopo aver iniziato ad inveire contro gli agenti e ad incitare l’uomo alla fuga, li hanno aggrediti colpendoli con calci e pugni. Successivamente li hanno poi spintonati facendoli cadere al suolo, consentendo così al fermato di fuggire. Due agenti hanno dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari: guariranno in sette giorni.

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