martedì 18 marzo 2014

Incubo a Marano, altri casi di lupara bianca: nessuna traccia di due giovani

di Ferdinando Bocchetti

Marano. La città nell’incubo. Una cappa di piombo. Si teme la catena di vendette senza fine.
Non si parla d’altro di gregari in fuga dopo la misteriosa scomparsa di Antonio Ruggiero e dell’uccisione di Andrea Castello. Altri due personaggi avrebbero fatto perdere le tracce.

Ma si parla con insistenza di lupara bianca anche se non c’è nessuna denuncia e sui nomi si preferisce non fare illazioni. Di certo, ancora nessuna notizia di Antonio Ruggiero, il pregiudicato scomparso nei giorni scorsi amico di Andrea Castello, ucciso a Casandrino.

La pista più battuta dagli inquirenti è appunto quella che porta a un regolamento di conti all'interno del clan Amato-Pagano, con l'obiettivo di fermare l'ascesa delle pedine più inquiete dell'ala legata al boss scissionista Mariano Riccio: quella maranese, da tempo operante anche nei territori di Melito e Mugnano e sempre più smaniosa di impossessarsi di fiorenti piazze di spaccio.

Ma intanto, mentre si tenta di far luce sull'omicidio di Castello e sulla sparizione di Ruggiero (la sua auto è stata ritrovata ad Orta di Atella completamente carbonizzata e crivellata di colpi), altri due giovani pusher ritenuti vicino a Riccio, e sempre residenti a Marano, sarebbero letteralmente scomparsi dalla circolazione. In pratica, come inghiottiti dal nulla. Altri due sodali di Mariano Riccio, insomma, forse da punire, al pari di Castello e Ruggiero, per qualche vecchio sgarro o per aver tentato di assumere in piena autonomia il controllo del clan un tempo guidato da Cesare Pagano. Per ora non è ancora chiaro se la loro scomparsa sia da ricondursi alla decisione di allontanarsi volontariamente dalla zona a seguito dei tragici fatti di Casandrino.
Ad ogni modo si tratta di notizie che, al momento, non trovano conferma da parte degli investigatori, che pure sono ben a conoscenza della vicenda. Ciò che è certo è che quel manipolo di ragazzi, armati fino ai denti, strafatti di cocaina e che avevano fatto irruzione in città nel settembre del 2012, non si era guadagnato alcuna simpatia sul territorio: non erano visti di buon occhio dagli affiliati al clan Polverino, sempre più in crisi e in grave difficoltà organizzativa dopo le ultime inchieste giudiziarie, né tantomeno dalla popolazione, da decenni abituata a convivere con una camorra silenziosa e perlopiù imprenditoriale.

La famiglia di Antonio Ruggiero è, tra l'altro, tristemente nota a Marano. La storia dei Ruggiero è infatti segnata da eventi tragici e ora, a quanto pare, anche da inquietanti coincidenze, tutte riaffiorate all'indomani della barbara esecuzione di Andrea Castello.

Il 30enne di cui si sono perse le traccie da oltre tre giorni ha perso ben due fratelli, entrambi giovani e in circostanze drammatiche, di certo non riconducibili alla sfera criminale. I due, Luigi e Vincenzo, morirono a distanza di pochi anni l'uno dall'altro: il primo a causa di un incidente in moto, l'altro per una sciagurata fatalità sul luogo di lavoro. Ma non è tutto. Il suo cognome rievoca quello di un defunto e temutissimo capo-zona, Donato, detto «Ninuccio 'o Pellerossa», ammazzato all'inizio degli anni Novanta e cugino di primo grado di Antonio la cui sparizione è stata denunciata ai carabinieri della locale tenenza proprio dai suoi familiari.

C'è poi l'inquietante coincidenza, quella che chiama in causa un altro cugino di Antonio, Salvatore Ruggiero, di cui non si hanno più notizie da oltre venti anni. Il suo corpo non è mai stato ritrovato e anche per quel caso, a Marano, si era parlato apertamente di lupara bianca. 
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