domenica 26 maggio 2013

Lotta al Clan Mallardo di Giugliano

Clan Mallardo: sequestri e arresti fuori ancora in due
GIUGLIANO. Michele Di Nardo e Mauro Moraca: sono loro gli ultimi due latitanti del clan Mallardo. Entrambi i nomi compaiono nel registro degli indagati nell'inchiesta denominata operazione rione San Nicola eseguita dal Gico di Napoli su disposizione della Dda di Napoli che ha portato al sequestro di beni per un valore di 17 milioni di euro tra unità abitative, gioielli, orologi di marca, barche, abitazioni, terreni e quote societarie. Secondo la procura Moraca e Di Nardo avrebbero intestato beni a familiari e conoscenti per sfuggire ai controlli della finanza. Correlando il valore patrimonio mobiliare e immobiliare dei componenti del nucleo familiare di Moraca e e Di Nardo ai redditi percepiti singolarmente e nel loro complesso, è stato evidenziata una netta sproporzione. Per quanto riguarda Moraca, sfuggito all'operazione Crash e ritenuto uno degli ultimi elementi di spicco del clan Mallardo, la capillare ed approfondita attività investigativa ha consentito di acquisire solidissimi elementi indiziari in merito alla esistenza di ingiustificati possedimenti patrimoniali di titolarità. Per questo dovrà rispondere di intestazione fittizia di beni con l'aggravante di aver favorito il clan Mallardo. Le indagini nei suoi confronti si basano sulle conversazioni oggetto di intercettazione ambientale nella sede della sas Broker Assicurazioni, ubicata in via San Vito a Giugliano da cui gli inquirenti hanno appresto l'esistenza in capo a Moraca di una disponibilità economica assolutamente non coerente rispetto alla redditività dichiarata, disponibilità tra l'altro impiegata dall'indagato (del pari agli altri affiliati al clan Mallardo) nell'acquisto di costose imbarcazioni e di oggetti preziosi. Nell'ordinanza di legge come "Moraca Mauro è risultato essere, quantomeno dalla seconda metà della prima decade di questo secolo a tutt'oggi, un organico componente del gruppo di stampo camorristico denominato clan Mallardo con le seguenti funzioni, tutte realizzate alle dirette dipendenze e sotto l'immediata vigilanza del sodale di rango inferiore a Feliciano, di cui è genero, avendone sposato la figlia Maria Domenica".Moraca avrebbe il compito di curare per conto ed alle dirette dipendenze di Feliciano l'impiego nella economica lecita, e segnatamente (anche a mezzo di prestanome) nel settore immobiliare quale socio accomandante della MA.CA. di Mallardo Carlo Antonio, figlio del Mallardo Feliciano, socio della srl Dream House. Inoltre si occuperebbe dei cospicui proventi derivanti dalle attività precipuamente criminali poste in essere dai coaffiliati. Inoltre, insieme a Michele Mallardo, avrebbe avuto il compito di organizzare ed eseguire delle condotte di matrice estorsiva poste in essere dal clan Mallardo nei confronti dei soggetti produttivi operanti sul territorio giuglianese.
Giugliano: un territorio vasto diviso in aree
GIUGLIANO. Dal 2008 ad oggi si sono susseguite diverse operazioni che hanno gettato ombre inquietanti sulla gestione della macchina comunale, in particolar modo tra gli esponenti del clan Mallardo e funzionari dell'Ente per la gestione degli affari illeciti. Il business dell'edilizia è sicuramente quello che ha fatto più gola. A dimostrarlo una serie di operazioni che hanno portato all'arresto di decine di persone del clan Mallardo e al sequestro di beni immobili per diversi milioni di euro. Due scandali su tutti, Puff Village e Obelisco, portarono addirittura alla scoperta di costruzioni abusive realizzate su reperti storici. Le forze dell'ordine hanno poi indagato sul reinvestimento dei capitali derivanti dagli affari illeciti del clan. Anche in questo caso sono scattate una serie di operazioni che hanno demolito sia numericamente che economicamente la cosca dei Mallardo. Quattro boss catturati: Giuseppe Dell'Aquila, Feliciano Mallardo, Francesco Napolitano e Biagio Micillo, oltre 50 tra affiliati, fiancheggiatori e prestanomi arrestate. 

Più di 100 le persone indagate a piede libero accusate di favorire le attività del clan, sequestro di un ingente patrimonio di beni mobili e immobili per un valore stimato di 1,3 miliardi di euro. Tutto in due anni e mezzo in seguito alle operazioni Sfregiato, Thaiti, quella dei Ros sull'accordo dei Casalesi, Crash, Lilium. Numeri impressionati quelli riguardanti il clan Mallardo, organizzazione criminale che per potenza economica e criminale - secondo gli inquirenti - è seconda solo al clan dei Casalesi. Da marzo 2010 a oggi, grazie a un'intensa attività della procura di Napoli, che ha coordinato le operazioni eseguite dal Gico di Roma, Squadra Mobile e Comando Provinciale dell'Arma di Napoli, il clan Mallardo può considerarsi smantellato. Almeno nei suoi vertici. In cella, in due anni, sono finiti infatti i capi dell'organizzazione criminale che avevano presto il controllo della cosca dopo l'arresto dei super boss eccellenti Francesco e Giuseppe Mallardo, richiusi al 41 bis. In cella anche Feliciano Mallardo, che aveva preso le redini del clan dopo l'arresto dei cugini e anche lui rinchiuso al 41bis. Dopo qualche mese a finire in manette anche Francesco Napolitano, uno dei vertici del clan, e Biagio Micillo, ritenuto dagli inquirenti il luogotenente dei Mallardo nel territorio di Qualiano. L'ultimo arresto è stato quello di Giuliano Amicone. 

Un esercito di trecento persone al soldo del clan. Poi altre centinaia di ragazzi, non pagati, pronti a 'sacrificarsi' e lavorare quotidianamente gratis per i Mallardo. E' questo lo scenario della cosca giuglianese ricostruita dal pentito Massimo Amatrudi che spiega come quella dei Mallardo sia ancora un'organizzazione criminale legata ai vecchi valori e metodi. "Voglio specificare che nella nostra terminologia si intende per affiliato esclusivamente colui che percepisce uno stipendio. Non è prevista una cerimonia di iniziazione per diventare affiliato né per il gruppo Setola di cui facevo parte all'interno del clan dei Casalesi né per il clan Mallardo. Per entrare nei gruppi operanti all'interno del clan dei Casalesi è sufficiente che si sia presentati da altri affiliati che sostengono la fedeltà e la fiducia del soggetto che vuole diventare affiliato; dopo che si è parlato con i responsabili dell'area si comincia a percepire lo stipendio da affiliato". Per quanto riguarda il clan Mallardo il discorso invece è diverso perché "si tratta di un clan a numero chiuso". 

Un territorio vasto 94 chilometri quadrati non è facilmente gestibile.Nemmeno per un clan forte e organizzato come quello dei Mallardo. Bisogna far sentire la presenza fisica, oltre che quella economica, in tutti i quartieri della città per 'tenere a bada' tutti gli affari ed evitare che nuovi gruppi criminali possano prendere il sopravvento. Per avere sotto controllo l'intero territorio, il clan si è data una struttura formata da gruppi e sottogruppi che controllano il quartiere di riferimento e riferiscono ai loro superiori di ciò che accade, fare sistema insomma. Un'organizzazione capillare quella dei Mallardo su tutto il comprensorio giuglianese, gli uomini del clan sono presenti, in un modo o in un altro, in tutti i settori, quelli più importanti e quelli che sembrano invece di poco conto. Anche in questi casi, però, è importante far sentire solo la presenza fisica per far capire che in quella zona, a comandare, sono sempre loro. A dare conferma di quest'organizzazione formata in gruppi e sottogruppi, è stato anche Massimo Amatrudi nel corso di un interrogatorio reso agli inquirenti nel giugno dell'anno scorso.
Il pentito Vassallo: «Il sindaco non contava nulla»
GIUGLIANO. "Il sindaco non contava nulla: se si diceva che si doveva fare qualcosa, questa si faceva e basta". E' nell'interrogatorio risalente al settembre del 2008 che il pentito Gaetano Vassallo ricostruisce i rapporti tra il clan Mallardo, pezzi della macchina amministrativa e mondo della politica. Intrecci che sono stati alla base della recente decisione di scioglimento del Comune per infiltrazioni della criminalità organizzata. Il collaboratore di giustizia del clan dei Casalesi ha riferito come il clan Mallardo controllasse l'attività amministrativa attraverso una persona di famiglia per addentrata nella vita politica cittadina, ricoprendo anche ruoli di notevole spessore politico. Questa persona "Comandava al Comune di Giugliano nel senso che tutte le decisioni e le scelte politiche erano effettuate da lui e solamente ratificate dagli organi amministrativi - afferma Vassallo. In questo modo era Felice Mallardo che, in concreto, gestiva il Comune di Giugliano". Il Comune di Giugliano in realtà era dunque solo formalmente gestito dalla amministrazione eletta ma - secondo Vassallo - controllato dal clan. "Le decisioni di gestione amministrativa del Comune erano prese nello studio di D'Alterio o a casa di altri sodali". A svelare retroscena e scenari degli intrecci tra politica e camorra è anche il pentito Giuliano Pirozzi che ha raccontato agli inquirenti il suo ruolo di mediatore tra mondo politico e quello criminale. "Ero un factotum di tutti gli affiliati del clan Mallardo. Mi interessavo soprattutto delle questioni riguardanti le pubbliche amministrazioni, gli appalti. Venivo subito messo al corrente dei rapporti con la politica. Cercavo di fare da trait d'union tra il clan ed il palazzo comunale; in modo particolare con tutti gli enti pubblici - ha affermato Pirozzi agli inquirenti nel corso dell'interrogatorio che dunque era a disposizione di tutti gli affiliati, e non solo dei capiclan. "Ero organico al cento per cento su tutte le questioni. Avevo modo di effettuare operazioni, investimenti per loro conto; tutti gli intrecci con il mondo politico, con il mondo affaristico. Tutti gli appalti che venivano pilotati; tutte false documentazioni poste in essere e tutti i tipi di attività di riciclaggio da consigliare. I nuovi settori che uscivano dove investire". Pirozzi veniva messo al corrente su tutte le operazioni che il clan decideva man mano: "Gli affiliati del clan Mallardo mi tenevano al corrente di tutto. Ero un intermediario economico. Io per esempio ero addentrato per il clan nel settore delle false pratiche all'Inps, delle false pratiche Inpdap, falsi condoni, aste giudiziarie...Tutto quello che riguardava il falso nell'ente pubblico, io dividevo con il clan Mallardo". Pirozzi gravitava nell'orbita dei finanziamenti regionali, riciclaggio di terreni agricoli da passare nel piano regolatore, rapporti con le cessioni con l'Inpdap, false pensioni con l'Inps, false certificazioni sanitarie da procurare agli affiliati per i processi. Dichiarazioni che finiscono di gettare ombra sulla macchina amministrativa già colpita al centro di scandali e inchieste giudiziarie.

Il pentito Pirozzi: «mi volevano uccidere»
Giugliano. Ecco le dichiarazioni del Pentito Giuliano Pirozzi nel quale spiega i suoi legami con il clan è perché si è deciso a collaborare con la giustizia.

Volevano la mia morte. “...che è stata decretata la mia morte...dopo i vari arresti dei capiclan, tipo il Mallardo Feliciano, qualcuno mi voleva addebitare degli ammanchi di cassa oppure che mi aveva dato soldi per far fare investimenti in cose che non ho mai ricevuto, non mi sono mai permesso di fare. Si erano messi d’accordo con un complotto contro di me e quindi qualcuno aveva potuto pure decretare la mia morte.

Ero un affiliato. Sono sempre stata una delle persone di fiducia del Mallardo Feliciano e anche degli altri affiliati del clan Mallardo, in quanto sono una persona molto capace dal punto di vista economico e finanziario; ho deciso di venire davanti all’A.G. perchè temo per la mia incolumità, in quanto diversi esponenti del clan Mallardo e specificamente Picardi Patrizio, Catugno Gennaro, Mele Giuseppe, Di Girolamo Paolo, Borzacchelli Luigi hanno messo in giro la voce che io mi ero appropriato dei soldi che avevo avuto proprio da loro per fare investimenti; però io non ho ricevuto in realtà questi soldi; essendo però stata messo in mezzo questo voce ho capito che è stata decretata la mia morte. Ho deciso quindi di cambiare vita e  perciò mi sono presentato all’A. G. Sono in grado di riferire sull’operatività del clan Mallardo in diversi settori, ad esempio:...attività economiche riconducibili al Mallardo Feliciano ed al suo gruppo familiare, Moraca Mauro, Mallardo Santa, D’Alterio Carlo Antonio, D’Alterio Giuseppe, Mallardo Maria Domenica etc.. Organigramma del clan Mallardo...In sostanza io conosco tutti gli affiliati, i fiancheggiatori e in maniera sintetica so tutto di tutti. Io infatti sono molto conosciuto a Giugliano, ho seguito tutte le pratiche al CAF in quanto avevo un CAF alla Via San Vito proprio vicino a Mallardo Felice sin dall’anno 2000. Faccio presente che mia moglie è imparentata con Catuogno Gennaro detto lo scoiattolo. 

Il ruolo in Comune. Come ho già detto negli altri verbali, avevo rapporti sia con esponenti dei gruppi imprenditoriali legati al clan MALLARDO sia con i politici legati al clan MALLARDO; devo precisare che avevo rapporti anche con imprenditori e politici non legati al clan perché la mia funzione era anche quella di intessere e consolidare nuovi rapporti che potevano essere utili al clan MALLARDO. Avevo per questo rapporti anche fuori del Comune e specificamente a livello provinciale e regionale nonché con i vari enti; di particolare interesse erano i settori che avrebbero potuto portare floridità e ricchezza a Giugliano e, di conseguenza, al clan MALLARDO, quali quello dell’ambiente e dell’edilizia; il mio ruolo era proprio quello di intercettare fondi pubblici che avrebbero, quindi, potuto essere destinati al Comune di Giugliano e, di conseguenza, al clan MALLARDO in quanto noi eravamo perfettamente in grado di pilotare tutte le gare comunali.

Ero un factotum di tutti gli affiliati del clan Mallardo. Mi interessavo soprattutto delle questioni riguardanti le pubbliche amministrazioni, gli appalti. Venivo subito messo al corrente dei rapporti con la politica. Cercavo di fare da trait d’union tra il clan ed il palazzo comunale; in modo particolare con tutti gli enti pubblici. Quindi ero a disposizione di tutti gli affiliati, non solo dei capiclan. Ero organico al cento per cento su tutte le questioni. Avevo modo di effettuare operazioni, investimenti per loro conto; tutti gli intrecci con il mondo politico, con il mondo affaristico...Tutti gli appalti che venivano pilotati; tutte false documentazioni poste in essere e tutti i tipi di attività di riciclaggio da consigliare. I nuovi settori che uscivano dove investire. Quindi ero parte organica di tutto il clan Mallardo, non solo dei capiclan...quindi venivo messo al corrente su tutte le operazioni che il clan decideva man mano...Gli affiliati del clan Mallardo...mi tenevano al corrente di tutto...ero un intermediario economico, un factotum. Io per esempio ero addentrato per il clan nel settore delle false pratiche all’Inps, delle false pratiche Inpdap, falsi condoni, aste giudiziarie...Tutto quello che riguardava il falso nell’ente pubblico, io dividevo con il clan Mallardo. Quindi avevo questo spazio di gravitare nell’orbita dei finanziamenti regionali, riciclaggio di terreni agricoli da passare nel piano regolatore; per esempio rapporti con le cessioni con l’Inpdap, false pensioni con l’Inps, false certificazioni sanitarie da procurare agli affiliati per i processi. 

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