sabato 23 giugno 2012

Poliziotti travestiti da muratori: emissario clan Rinaldi arrestato in cantiere edile

NAPOLI - Per catturare l'estorsore del clan i poliziotti si travestono da muratori mentre uno di loro si finge geometra. L'emissario della cosca si presenta all'appuntamento per prelevare i soldi e viene arrestato. Con questo stratagemma gli agenti della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile della Questura di Napoli hanno arrestato Salvatore Mirra, napoletano 23enne, con l'accusa, in concorso con altre persone in corso di identificazione, di tentata estorsione continuata ed aggravata ai danni di una impresa edile impegnata nei lavori di rifacimento di uno stabile nell'area cittadina di San Giovanni a Teduccio. I poliziotti hanno accertato che il cantiere edile era entrato nel mirino di appartenenti al clan Rinaldi, che in più occasioni avevano effettuato delle incursioni minacciando gli operai che vi lavoravano ed in alcune occasioni anche prelevandoli per portarli nel Rione Villa al cospetto di appartenenti al clan stesso che intimavano ai lavoratori di riferire al loro titolare di contattarli per definire l'entità della tangente da ricavare da una percentuale sul complessivo capitolato di spesa. Acquisite queste informazioni, gli agenti, in servizio di appostamento, travestiti da operai e uno fingendosi geometra, sono riusciti a bloccare uno degli emissari del clan Rinaldi, che era giunto per portare a termine la trattativa con il titolare dell'impresa, cioè cadendo quindi nella trappola predisposta dei poliziotti. Attualmente sono in corso ulteriori accertamenti per individuare eventuali ed ulteriori complici coinvolti nella vicenda.

In manette il reggente del clan Puca

Il boss Luigi Di Spirito è stato arrestato ad Aversa. Latitante dal 31 gennaio, aveva preso il posto di Lorenzo Puca.

I militari del gruppo di Castello di Cisterna hanno arrestato Luigi Di Spirito, ritenuto l’attuale reggente del clan Puca, attivo tra Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano. I carabinieri sono entrati in azione a Sant’Antimo pedinando un’auto a bordo della quale c’erano il 54enne cognato del capoclan Antonio Petito e la sorella Nicolina Di Spirito di 49 anni. Nel centro abitato di Aversa la macchina si è fermata per farvi salire Di Spirito. I militari dell’Arma hanno bloccato poco dopo il terzetto in via Kennedy, arrestando il boss latitante. Individuato anche il nascondiglio utilizzato da Di Spirito e Puca, un appartamento in via Dante Alighieri, ad Aversa. Il proprietario, Nicola Buoninconti, 44 anni, è stato arrestato per favoreggiamento.

QUASI SEI MESI DI LATITANZA – Di Spirito era latitante dal 31 gennaio, ricercato sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Napoli per trasferimento fraudolento di valori insieme a Pasquale Puca e a Lorenzo Puca, con l’aggravante di aver favorito il clan. Secondo gli investigatori, Di Spirito aveva preso il suo posto al vertice dell’organizzazione criminale dopo l’arresto del 26enne Lorenzo Puca avvenuto lo scorso 2 giugno in Romania.

Imprenditore finge assumere uomini del clan per racket, poi denuncia: 3 arresti

NAPOLI - «Fingi di assumere un dipendente per pagare il pizzo e mantenere i conti in regola». È il 'consiglio' che gli uomini del clan avevano dato ad un imprenditore per poter riscuotere liberamente il pizzo. L'uomo non c'è stato ed ha fatto arrestare i tre emissari del cosca che sono stati bloccati dai carabinieri stazione di Acerra, nel Napoletano. Si tratta di Vincenzo Di Nuzzo, di 51 anni, Pasquale Scudiero, di 46 e Ciro Damiano, di 42, tutti già noti alle forze dell'ordine. I tre sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso avvalendosi del vincolo associativo al fine di agevolare il clan camorristico dei Crimaldi operante proprio nel comune di Acerra. I militari hanno accertato che i tre, sfruttando l'intimidazione derivante dalla loro appartenenza alla consorteria camorristica, avevano minacciato ripetutamente un imprenditore avicolo locale tentando di costringerlo a fingere di assumere a tempo indeterminato un affiliato (il modo per poter pagare il pizzo attraverso un finto stipendio mantenendo in regola la contabilità dell'azienda), chiedendo successivamente 'un contributo' in denaro contante per il sostentamento dei 'fratelli del clan detenutì. Gli arrestati sono stati condotto nella casa circondariale di Poggioreale.

Casalesi, dieci arresti per l’omicidio dell’imprenditore che denunciò pizzo

Domenico Noviello, imprenditore-coraggio
Domenico Noviello fu ucciso nel 2008 perché con la sua testimonianza fece arrestare tre uomini di Setola.

Il Tribunale di Napoli su richiesta della Procura Antimafia partenopea ha emesso dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Domenico Noviello, l’imprenditore assassinato a Castel Volturno (Caserta) il 16 maggio del 2008 per aver denunciato un tentativo di estorsione da parte del gruppo di Giuseppe Setola del clan dei Casalesi. Le accuse sono di omicidio, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare la cosca di Casal di Principe.

LA SUA COLPA: SFIDARE SETOLA – Titolare di una scuola guida a Castel Volturno, nel 2001 Domenico Noviello denunciò un tentativo di estorsione da parte di esponenti del clan dei Casalesi, consentendone successivamente l’arresto e la condanna. Per questo motivo, Giuseppe Setola ne ordinò l’uccisione che venne eseguita in un agguato particolarmente efferato: una ventina di colpi di pistola calibro 38 e calibro 9, l’ultimo dei quali esploso alla testa di Noviello. Un chiaro tentativo da parte dei clan di riaffermare il proprio predominio imponendo un clima di terrore nel territorio controllato dal gruppo Bidognetti dei Casalesi di cui Setola era divenuto reggente.


Faida nel clan dei casalesi: 4 ergastoli per omicidi del 1992

CASERTA. La Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha inflitto quattro ergastoli per tre omicidi di camorra compiuti in due distinti agguati nel 1992, durante la faida tra gli Schiavone e i De Falco.

Condannati Antonio Basco, Giuseppe Diana e Corrado De Luca per il duplice omicidio, del 15 dicembre del 1992, di Vincenzo Maisto e Italo Venosa. Lo stesso Basco, insieme a Pasquale Spierto, è stato condannato anche per l’altro omicidio, nel luglio 1992, di Luigi De Cicco. Delitti commessi, secondo gli inquirenti, supportati dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, per ripianare gli equilibri tra i vari clan nell’ambito della guerra intestina al clan dei casalesi.

In particolare, l’omicidio De Cicco mise fine alla faida, avvenuta all’epoca in cui erano a piede libero i capi delle più potenti famiglie del clan, Francesco Schiavone, alias “Sandokan”, e Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto ‘e mezzanotte”, mentre l’altro capofamiglia Vincenzo De Falco fu ucciso il 2 febbraio del 1991. Assolti Maurizio Di Porto, Raffaele e Salvatore Venosa, e Francesco Carannante.

Camorra, sotto sequestro il Lido Nettuno di Ischitella

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha sequestrato lo stabilimento balneare Lido Nettuno di Ischitella di proprietà di Guido Zagaria, ritenuto appartenente al clan dei Casalesi. All’imprenditore è stata applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 2 anni e 6 mesi, e il pagamento delle spese della procedura.


DUE FRATELLI – Guido Zagaria, 45enne di Casapesenna, comune del Casertano dove fu catturato il super latitante Michele Zagaria, è ritenuto appartenente al clan dei Casalesi. Fin dal 1987 fu oggetto di indagini, assieme al fratello Vincenzo, nonché ad altri affiliati locali dell’organizzazione camorristica “Nuova Famiglia”. Le indagini accertarono che Vincenzo e Guido Zagaria instaurarono un clima di terrore e di omertà in Casapesenna, favorendo le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore pubblico e privato, condizionandone le scelte ed i programmi.

SEQUESTRI – Il valore approssimativo dei beni sequestrati ammonta a circa 700mila euro. Tra i beni facenti parte del consistente patrimonio riconducibile a Zagaria, il 50% del capitale sociale del “Lido Nettuno S.r.l.”, con sede a Casapesenna, il complesso di beni adibiti a stabilimento balneare balneare “Lido Nettuno S.r.l.” situato al chilometro 41.830 della Statale Domitiana nel comune di Castel Volturno, gestito dalla società “Frine s.n.c.” di cui Guido Zagaria è amministratore unico e il 50% del capitale sociale.

Clan dei casalesi: sequestato il 'Lido Nettuno'

CASERTA. Beni per un valore di oltre 700mila euro sono stati sequestrati, dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a Guido Zagaria, 45 anni di Casapesenna, ritenuto appartenente all'organizzazione camorristica denominata dei "casalesi". A Zagaria e' stata anche applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 2 anni e 6 mesi. Tra i beni facenti parte del consistente patrimonio riconducibile a Zagaria sono stati sottoposti a sequestro il 50% del capitale sociale del "Lido Nettuno S.r.l.", con sede a Casapesenna; il complesso di beni adibiti a stabilimento balneare balneare"Lido Nettuno S.r.l." situato in loc. Ischitella al Km 41.830 della SS Domitiana del comune di Castel Volturno (CE), gestito dalla societ… "Frine s.n.c. di cui Guido Zagaria e' amministratore unico e il 50% del capitale sociale di quest'ultima societa'.

Il decreto di confisca.Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Sezione misure di prevenzione), ''accogliendo in parte la proposta avanzate dal Direttore, ha emesso a carico di Zagaria Guido, 45enne di Casapesenna (Ce) il decreto di confisca beni e l'applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 2 anni e 6 mesi e il pagamento delle spese della procedura''. E' quanto si legge in una nota della Direzione investigativa antimafia, Centro operativo di Napoli. Il valore approssimativo dei beni sequestrati ammonta a circa 700 mila euro. Zagaria, prosegue la nota, ''e' ritenuto appartenente all'organizzazione camorristica denominata dei 'casalesi'. Fin dal 1987 fu oggetto di indagini, assieme al fratello Vincenzo, nonche' ad altri affiliati locali dell' organizzazione camorristica 'Nuova Famiglia'. Le investigazioni accertarono che Zagaria Vincenzo e Guido avevano instaurato un autentico clima di terrore e di omerta' in Casapesenna, favorendo le infiltrazioni della criminalita' organizzata nel settore pubblico e privato, condizionandone le scelte ed i programmi''. ''Com'e' noto -rimarca la Dia- la peculiarita' del gruppo criminale dei 'casalesi' e' la sistematica infiltrazione nel tessuto economico della provincia di Caserta, attuata sia direttamente, mediante la costituzione da parte di appartenenti al clan di attivita' imprenditoriali finalizzate all'acquisizione di appalti pubblici, sia mediante il controllo di attivita' economiche facenti capo ad imprenditori compiacenti''.

Guido Zagaria e' stato condannato nel 2004 per associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito del processo Spartacus 2 ed e' considerato dagli investigatori la 'faccia pulita' di Vincenzo, indispensabile nell'attivita' di riciclaggio dei capitali illeciti del clan attraverso le societa' da lui o da Raffaele controllate, destinatarie anche di appalti pubblici attraverso procedure non regolari. Nel novembre 2010, Guido e Raffaele furono destinatari di un provvedimento di sequestro beni per 3,5 milioni di euro. Oggi lo Stato incamera un complesso di strutture legate a uno stabilimento balneare, "Lido Nettuno", sulla domitiana, quote della societa' "Frine" che lo gestisce e di cui Guido e amministratore unico e il 50% del capitale sociale della srl.
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domenica 17 giugno 2012

Il Viminale promuove "assessore" un pentito di camorra

CASERTA. Il pentito Gaetano Vassallo, ex imprenditore del settore rifiuti, appare sul sito internet Ministero dell’Interno nella lista degli assessori della giunta comunale di Cesa (Caserta), sua cittadina d'origine.

Un errore, ovviamente, che comunque ha prodotto la segnalazione del segretario del Pd e consigliere comunale di opposizione Enzo Guida, che, in una lettera, ha chiesto al sindaco Cesario Liguori di far rilevare l’errore al Ministero per non ledere l’immagine della cittadina.
Il sito internet istituzionale del Ministero dell’Interno presenta una sezione relativa agli enti locali. Nella parte relativa ai comuni è possibile accedere all’anagrafe degli eletti per ogni comune, gestita dal Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali.
“Da una recente consultazione di questa sezione, con riferimento all’anagrafe degli eletti del Comune di Cesa – afferma Guida – ho scoperto con mio grande stupore che tra gli assessori della giunta recentemente varata dal sindaco Cesario Liguori compare anche il noto collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo. E’ evidente che si tratta di un errore, anche perché Vassallo ha svolto funzioni politiche a Cesa ma nel lontano 1992. tale indicazione non corrisponde a verità ma soprattutto, in relazione al personaggio, credo anche che ciò vada a ledere l’immagine dell’ente e dunque del paese”.
Per questa ragione, il consigliere comunale ha immediatamente segnalato la questione al sindaco “affinché ci si attivi presso gli uffici competenti della Prefettura e del Ministero dell’Interno, affinché, in tempi rapidi, la composizione dell’attuale giunta pubblicata sul sito Internet sia corretta con l’esclusione del collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo tra i componenti dell’esecutivo”. Resta, tuttavia, l'interrogativo di come il Ministero abbia potuto compiere un errore simile.
Guarda la pagina del sito del Viminale

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Conclusione dell’anno scolastico al 'G.Moscati'

SANT'ANTIMO. A conclusione di un anno scolastico reso difficile dai lavori di ammodernamento in corso nelle due sedi, centrale e succursale, dell’Istituto Superiore “G.Moscati”, si può fare un bilancio positivo delle attività svolte, della partecipazione degli alunni alla vita scolastica, dei successi realizzati e dei riconoscimenti avuti. L’Istituto Moscati sta cambiando, si sta aprendo alle richieste e esigenze del territorio, sta facendo in modo che i giovani studenti trovino negli spazi scolastici un luogo di interesse e di comunità forte! La testimonianza del cambiamento è nella maggiore e viva partecipazione dei ragazzi a iniziative che riguardano il sociale, oltre che il mondo lavorativo e professionale. L'istituzione del nuovo corso Informatica ha già fatto registrare un successo di iscrizioni negli anni scorsi. Quest'anno la scuola si propone, unica nel territorio, con il corso di grafica e Comunicazione e quello di Liceo musicale, che offriranno alla platea giovanile ulteriori chances di formazione e percorsi culturali e didattici innovativi.

La ristrutturazione dei locali posti al primo piano della sede centrale, seguita a quella effettuate negli anni scorsi al piano secondo, e che saranno seguiti a breve da quella del piano terra, renderanno finalmente la scuola operativa a 360° con tutti gli spazi fruibili e necessari. Gli spazi per la didattica sono di quanto più si potesse augurare per una scuola all'avanguardia: Laboratori Linguistici, Laboratori Informatici, Laboratori multimediali, sala conferenze, Teatro, Biblioteca, aule multimediali attrezzate per l'utilizzo della LIM, sperimentazione del registro digitale. Queste le novità che renderanno l'Istituto Moscati un polo di attrazione per i giovani del territorio. Numerosi i progetti e i successi realizzati e apprezzati dai nostri studenti. Al primo posto, due attività "storiche" degli studenti, il Giornale d'Istituto "I.S.T.S. Magazine", che ha pubblicato quest'anno numeri monotematici dedicati alla Giornata della Memoria, all'inaugurazione dell'isola ecologica, alla Giornata della Legalità.

Il Laboratorio Teatrale ha messo in scena, in collaborazione con la S.M.S. "N.Romeo", lo spettacolo "Tiemp bell'e na vota". E poi ancora, altro fiore all'occhiello della creatività messa al servizio della professionalità, la partecipazione degli alunni della IV A e IVC al Progetto "IGS Simulazione d'impresa, che ha dato luogo alla creazione di due imprese, "La Clayhandss.p.a." e "Happy Kitchen s.p.a.". Gli alunni delle classi VA e IVC hanno partecipato alle celebrazioni del XX anniversario della morte del giudice Falcone con "La nave della legalità". E ancora: partecipazione al concorso "Friends - periferie in festa", dell'Associazione culturale "Dentro le mura".

Numerosi i premi ottenuti a seguito delle diverse attività e progetti:- viaggio ad Auschwitz degli alunni delle classi VA e VE, vincitori del concorso "Il girono della Memoria" bandito dalla Biblioteca del comune di Sant'Antimo, "Mi libro"- partecipazione degli alunni delle classi IIIA, IVA, VA, IE, IIIE, VE, IID al concorso "Cittadinanza attiva", del Centro Ozanam, in seguito al quale sono risultati vincitori di un buono libri spendibile presso la libreria Feltrinelli. L'acquisto di libri con questo buono ha arricchito ulteriormente la Biblioteca d'istituto che sta vedendo un nuovo entusiasmo per la lettura, al di là delle più nefaste previsioni circa la sorte del libro!- viaggio a Palermo a seguito del concorso La nave della legalità.- con la partecipazione al corso Progetto sicurezza stradale ANIA, con lezioni teoriche e pratiche, l'alunno Luigi Carleo ha vinto un viaggio a Misano Adriatico. Un plauso anche ai successi sportivi: alcuni alunni si sono distinti nei tornei di pallavolo e hanno conquistato la cintura gialla nelle competizioni di Taekwondo, iniziate quest’anno sotto la guida del prof. Giovanni Russo.

L’Istituto Moscati di Sant’Antimo sembra essere decollato verso luoghi culturali nuovi e antichi, dove l'entusiasmo di tutti gli operatori, docenti, personale ATA, staff tecnico e dirigente, riesce a coinvolgere in maniera epidemica un numero di alunni sempre maggiore. I progetti d'istituto sono stati inoltre, anche quest'anno, arricchiti dai percorsi previsti dalle attività laboratoriali denominate "ART.9" per le lingue straniere, l'italiano, la matematica, i percorsi multidisciplinari in vista degli esami di stato. Ma anche dai progetti previsti dai Piani Operativi Nazionali(PON) che hanno consentito di svolgere attività laboratoriali nei seguenti settori:- Lingua Inglese“Gettingit right”, corso di inglese per docenti- Competenze sulla gestione amministrativo contabile e di controllo “Il sistema amministrativo-contabile nella scuola dell’autonomia”- Italiano "Scrivere come io l’intend0” Laboratorio di scrittura Alunni del biennio- La matematica intorno a noi, matematica per il biennio.- “Io Google, e tu?”, informatica per il triennio- “Viaggiando s’impara”, ec. Aziendale, corso in un paese straniero per il triennio- “Business world”, percorso breve di ec. Aziendale per il triennnio Anche quest'anno infine molto probabilmente gli alunni meritevoli saranno scelti per partecipare alle attività dei PON che si svolgeranno in paesi stranieri, quest'anno Francia, Germania, Inghilterra, Spagna. Al secondo anno di questa impagabile esperienza all'estero, gli alunni si sentono responsabilizzati circa la propria partecipazione e impegno alle attività didattiche, ben sapendo che il miglioramento del profitto, il voto migliore nelle varie discipline sarà ripagato da un'esperienza di valore. Gli alunni della III T hanno partecipato allo Stage in Spagna, “Imparare viaggiando”, che ha replicato l’entusiasmo dell’anno scorso, e soprattutto ha dato agli alunni la possibilità di realizzare un’esperienza vicina al mondo del lavoro nel settore turistico. Tutte le attività si sono svolte grazie all’accoglienza delle alle hostess e degli stewarts del corso turistico, che hanno rappresentato la scuola in diverse occasioni, la loro presenza è stata spesso richiesta per la professionalità e serietà con cui svolgono il loro compito, al punto da ricevere anche significativi apprezzamenti.       

Silvia Ruotolo: giornata di happening per non dimenticare il suo sacrificio

NAPOLI - Musica, arte, sapori della terra, laboratori per bambini. La Fondazione Silvia Ruotolo ha coinvolto associazioni e istituzioni per dedicare una giornata alla memoria di Silvia Ruotolo, giovane madre ammazzata dalla camorra a Salita Arenella, a Napoli, quindici anni fa. Il dolore si è trasformato in impegno e nel desiderio di contagiare gli altri» ha detto Don Luigi Ciotti ricordando la donna.

Presieduta dalla figlia di Silvia Ruotolo, Alessandra Clemente, la Fondazione ha voluto organizzare nei giardini di piazza Medaglie d'Oro, intitolati proprio a Silvia Ruotolo, una giornata di iniziative.

Gli eventi di «Tutto ciò che libera tutto e ciò che unisce» è infatti il risultato della collaborazione tra la V Municipalità, la federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane, l'associazione Libera, il coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità e la fondazione Pol.i.s., con il patrocinio del ministero dell'Istruzione.

«Sta cambiando il modo in cui i parenti delle vittime delle mafie reagiscono al dolore - ha detto Don Luigi Ciotti - Alessandra, la figlia di Silvia, ora è una donna che sta cercando di impegnarsi per migliorare la realtà in cui vive facendo cose per gli altri.

Il Coordinamento nazionale dei familiari delle vittime cerca di allargarsi in molte zone del paese, le cose stanno cambiando ma la strada è in ancora molto in salita». «Non bastano le amministrazioni buone e oneste, ci vuole lo Stato - ha aggiunto Ciotti- ci vogliono meno leggi e più legge, la magistratura deve essere messa in condizione di lavorare e poi ci vuole educazione e tanto lavoro».

Durante tutta la giornata di oggi si terranno inoltre un picnic a base di prodotti di Coldiretti, Libera Terra e Nuova Cucina Organizzata, provenienti dai terreni confiscati ai clan, e nel pomeriggio una passeggiata antiracket con il prefetto di Napoli Andrea De Martino accompagnato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Procura, il giorno di Colangelo: «La giustizia sarà tempestiva»

Il nuovo procuratore fa il suo ingresso negli uffici del centro direzionale. “Massimo sostegno” da parte dei suoi colleghi: «Mi sento onorato di quest'altro privilegio che mi è stato concesso».

Napoli ha, ufficialmente, il suo nuovo procuratore. Giovanni Colangelo ha fatto il suo ingresso, stamane alle 11 in punto, negli uffici del centro direzionale, dove è stato accolto dai suoi colleghi magistrati e pm. A presentarlo è il procuratore generale Martusciello: «Colangelo è considerato uomo di grande professionalità e di energie non comuni. Abbiamo la sicurezza che saprà gestire al meglio la complessità di un ufficio così grande, con la collaborazione dei pm. Vogliamo assicurare, da parte nostra, massima partecipazione e massimo sostegno».

LE PAROLE DI COLANGELO - «Esprimo il mio più sincero ringraziamento per questa accoglienza così larga e commovente». Queste le prime parole “ufficiali” del successore di Giandomenico Lepore. Colangelo sostiene di trovare “riduttivo” come la procura di Napoli sia indicata sempre come l'ufficio inquirente più grande d'Italia: «È la qualità che lo qualifica. Non posso che impegnarmi al massimo. Quando ho saputo della nomina del plenum non ho sentito compiacimento, ma onere e responsabilità». Qualche aspettativa per l'immediato futuro? «Voglio una giustizia tempestiva e un processo equo. Non mi nascondo che le difficoltà sono tante, ma le sfide bisogna pur affrontarle. Sono certo di poter contare sull'aiuto di tantissimi colleghi».

«UNA GUIDA ILLUMINANTE E ILLUMINATA» - Alla cerimonia è presente anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso: «Voglio parlare come “persona informata dei fatti”. Ho lavorato con Colangelo a Bari e Potenza. Troverà una procura, come ho avuto modo di apprezzare in prima persona, effervescente, giovane e motivata. Questa procura, ora, avrà una guida illuminante e illuminata».

Camorra, confiscati beni per 10 milioni al clan Somma

NAPOLI. La Dia ha confiscato numerosi beni, mobili ed immobili, riconducibili a Salvatore Somma, detto “’O Luongo”, 57 anni, di Piazzolla di Nola (Napoli), ritenuto capo dell’omonimo clan e attualmente detenuto.

A Somma sono stati inflitti anche quattro anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, col versamento alla cassa delle ammende di una cauzione di 20mila euro. Il decreto di confisca è stato emesso dal Tribunale di Napoli – sezione misure di prevenzione, ai sensi della normativa antimafia, e si inquadra nella strategia di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati da soggetti appartenenti a sodalizi camorristici messo in atto, nella fattispecie dal clan Somma/Ruocco.
Le indagini, condotte dalla Dia, e condivise dal tribunale partenopeo, hanno permesso di accertare che molte attività imprenditoriali, quali la ditta individuale intestata a fratello di Somma, ed altre società intestate ai suoi familiari tra cui anche la moglie, apparentemente lecite, servivano ad introitare consistenti flussi di denaro pubblico grazie all’autorità criminale riconosciutagli in zona ed a riciclare denaro proveniente da attività illecite quali estorsioni e usura. In numerosi atti giudiziari è raccontata la feroce contrapposizione dello stesso Somma con altri clan operanti nello stesso territorio dell’agro nolano, per la conquista del predomino sul territorio, eliminando affiliati di gruppi avversi, riuscendo ad imporsi nel settore delle estorsioni e dell’usura, detenzione, truffe, rapine, ricettazioni ed all’acquisizione diretta o indiretta della gestione o comunque il controllo di attività economiche, concessioni e autorizzazioni, appalti e servizi pubblici. In particolare, sono stati confiscati, a Piazzola di Nola e Saviano, i seguenti beni: terreno sito a Nola, frazione Piazzolla, contrada Albertini di Are 19,41; intero complesso residenziale sito a Nola, in via degli Albertini 52, intestati ai figli di Somma; appartamento sito a Nola-frazione Piazzolla, in via Manzoni 31, di vani 6,5; totalità delle quote della società Sommatex s.r.l. sita a Nola, in via degli Albertini 19, intestate alla moglie e alla cognata di Somma; appezzamento di terreno sito a Nola alla contrada Albertini, intestato al fratello di Somma; appezzamento di terreno sito a Saviano.
La consistenza effettiva è di categoria D/7 che corrisponde a fabbricati costruiti ed adattati per le speciali esigenze di un’attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni; impresa individuale sita a Nola, alla via degli Alberini 52, esercente attività di confezione e lavorazione di articoli di biancheria da letto, da tavola e arredamento, con alle proprie dipendenze 8 lavoratori; Fiat Ducato 2.8 Td Van; 5 rapporti di deposito a risparmio. Il valore complessivo del patrimonio posto in confisca ammonta a circa 10 milioni di euro
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mercoledì 6 giugno 2012

Giugliano, clan Mallardo: raffica di arresti

GIUGLIANO. Si è concluso il blitz del Ros dei carabinieri scattato questa mattina all'alba. Sono 47 le persone arrestate in Campania, Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. Di queste 5 hanno goduto del beneficio dei domiciliari, per 12 indagati il provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Napoli è stato eseguito in carcere mentre restano tre i latitanti portando a 50 le persone coinvolte nell'operazione `Lilium-Gruppo Misto'. I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e detenzione di armi da guerra. I provvedimenti restrittivi scaturiscono dalle indagini avviate nel 2009 dal Ros su delega della Dda partenopea, nei confronti dei clan camorristici attivi nei comuni di Giugliano in Campania, Castel Volturno e del litorale domizio. Tra i destinatari della misura cautelare ci sono gli attuali reggenti del clan Mallardo tra cui Raffaele Mallardo, che ha assunto la direzione dell'organizzazione camorristica dopo la cattura degli esponenti apicali Feliciano Mallardo detto `o sfregiato' e Giuseppe Dell'Aquila, soprannominato `Peppe `o ciuccio', catturati nel 2011, e in seguito alla latitanza di Francesco Napolitano alias `Francuccio o' napulitano'. Raffaele Mallardo `Lelluccio Schicchirò' e Giuliano Amicone avevano, infatti, preso le redini del clan con una precisa ripartizione di compiti e di territorio anche nelle attività estorsive.

Nell'operazione anticamorra dei carabinieri del Ros sono decine gli arresti solo tra il giuglianese e il casertano. I Carabinieri hanno eseguito l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli a carico di 47 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi da guerra. Le indagini, condotte dal Ros, disarticolano la nuova struttura del clan camorristico dei ''Mallardo'', operante a Giugliano in Campania, che a seguito della condanna all'ergastolo dei capi storici, i fratelli Giuseppe e Francesco Mallardo, si era riorganizzato sul territorio mantenendo il controllo delle attivita' estorsive e dei traffici di droga nell'area.
Tra le ordinanza di custodia cautelare emesse dalla procura figurano i nomi di Giuliano Amicone, Michele Di Nardo, Raffaele Mallardo, Biagio Micillo, Giacomo Palma, Giuliio Pennacchio, Mario Quaranta, Marino Sessa. I carabinieri del Ros contestualmente agli arresti, stanno eseguito anche un decreto di sequestro di beni per diversi milioni.

Le indagini del Ros, che risalgono al 2009, in una prima fase hanno delineato la nuova struttura del clan Mallardo di Giugliano, accertando come in seguito alla carcerazione dei fratelli Giuseppe e Francesco Mallardo, capi storici del clan condannati all'ergastolo, la reggenza fosse stata assunta da Raffaele Mallardo, detto Lelluccio Schicchiro' e Francesco Napolitano. Comincia cosi' una nuova fase per il clan Mallardo, culminata in vere e proprie alleanze sia con il clan Licciardi di Secondigliano (Napoli) sia con il clan Bidognetti di Casal di Principe (Caserta), allo scopo di realizzare una gestione unitaria delle diverse attivita' estorsive. E' proprio in base a questi accordi che il clan Bidognetti, gravemente indebolito da arresti e 'pentimenti', ha potuto mantenere il controllo criminale dell'area di influenza. Le alleanze hanno dato vita ad un 'gruppo misto', con una sorta di direttorio di cui facevano parte Francesco Diana (subentrato nella reggenza del clan Bidognetti a Giuseppe Setola e poi divenuto collaboratore di giustizia), Giuseppe Trambarulo e Giuseppe Pellegrino, in rappresentanza dei Bidognetti, dei Licciardi e dei Mallardo. Secondo gli inquirenti, questa struttura unitaria era deputata al controllo delle estorsioni ed alla gestione dei proventi illeciti, amministrati in una cassa comune utilizzata anche per ricompensare sia gli affiliati in liberta' sia quelli detenuti dei tre clan, allo scopo di evitare nuove collaborazioni con la giustizia. Nel corso delle indagini sono stati accertati ''numerosi e continuativi episodi estorsivi'' ai danni di commercianti di Villa Literno, Castel Volturno e Giugliano: nessuno di questi pero' ha fornito alcuna collaborazione, ''a conferma - sottolineno gli investigatori - del dilagante clima di omerta'''. Sempre con il fine di commettere estorsioni, alcuni degli indagati sono accusati di detenzione di armi da guerra e comuni da sparo (alcune delle quali ricevute anche dal boss Giuseppe Setola); tra le imputazioni c'e' pure un attentato dinamitardo avvenuto nel 2005 a Castelvolturno ai danni di un imprenditore.

Sant'Antimo. Preso il figlio di «Pasqualino ò minorenne»

SANT'ANTIMO. I Carabinieri del nucleo Investigativo di Castello di Cisterna (NA) hanno individuato in Romania il latitante Lorenzo Puca, 26 anni, residente a Sant’Antimo (NA), già noto alle forze dell'ordine (figlio di Pasquale, detto “Pasqualino ò minorenne”, attualmente detenuto per l’omicidio di Verde Francesco assassinato a Casandrino il 29.12.2008) e ritenuto reggente dell’omonimo clan camorristico operante a Sant’Antimo (NA) e nell’hinterland a Nord di Napoli.
L’uomo è stato arrestato in collaborazione con la Polizia rumena a Nadlac (Romania), mentre era in auto, all’altezza del valico di frontiera con l’Ungheria, in procinto di lasciare il territorio rumeno. A gennaio si era dato alla fuga per sfuggire a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla magistratura su richiesta della direzione distrettuale antimafia partenopea ed è ritenuto responsabile di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori aggravati dall’aver agito per finalità camorristiche: Nel corso del blitz furono sottoposti a sequestro beni per un valore stimato di 50 milioni di euro tra i quali discoteche, un centro scommesse, centri estetici, società immobiliari, terreni e abitazioni acquistati con i proventi delle attività illecite del clan e circa un centinaio di conti correnti bancari e postali.
Con l’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i militari dell’Arma hanno disarticolato il sodalizio criminale e denunciato i numerosi incensurati insospettabili che facevano da prestanome al clan.
Oggi, con l’arresto di Puca, sono saliti a 40 il numero dei latitanti, ritenuti elementi di spicco dei vari clan camorristici operante sul territorio partenopeo, che i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, con serrate ed ininterrotte indagini, hanno catturato a partire da Maggio 2011.

venerdì 1 giugno 2012

Caserta e Pompei tra le "meraviglie" di Google

CASERTA. Conoscere in pochi click i luoghi più belli della Terra, comprese “meraviglie” italiane come la Reggia di Caserta, Pompei e le Cinque Terre.

“World Wonders” è il nuovo progetto di Google che permette di esplorare online luoghi di interesse storico-culturale mondiale. È realizzato in collaborazione con Unesco, World Monument Fund e l’agenzia fotografica Getty Images ed ha come obiettivo la documentazione, anche per le generazioni future e a scopi didattici, del patrimonio artistico-culturale mondiale. Attraverso “World Wonders” è possibile esplorare e visitare virtualmente ben 132 siti in 18 diversi Paesi: dai megaliti di Stonehenge agli antichi templi di Kyoto, dalla Reggia di Versailles al memoriale della pace di Hiroshima, passando per le bellezze naturali dello Yosemite National Park, solo per citarne alcuni.

Tra i protagonisti di questo progetto c'è anche l'Italia. Il video di presentazione del progetto parte con la Torre di Pisa, finendo con un "giro" nella Reggia di Caserta e agli scavi di Pompei. Sono decine le perle del nostro Paese accessibili da subito da “World Wonders” e visitabili grazie all'integrazione del servizio di mappatura fotografica di Google Maps e Street View. È possibile, ad esempio, fare un viaggio virtuale nell'area archeologica di Pompei, ma anche a Castel del Monte, visitare i centri storici di Napoli, Firenze, San Gimignano, Siena, Urbino, Ferrara, Pisa. Le chiese rupestri della Puglia e della città di Matera, le Cinque Terre, le Città tardo barocche della Val di Noto, la Costiera Amalfitana, i Trulli di Alberobello e Villa Adriana a Tivoli.

Sarà possibile anche documentarsi sulla storia di questi attraverso testi di approfondimento forniti dall'Unesco e sfogliare album fotografici virtuali o modelli 3D, messi a disposizione dai partner del progetto. World Wonders è l'ultima iniziativa del Cultural Institute di Google, che ha già contribuiti a progetti in ambito culturale come la digitalizzazione in alta risoluzione dei Manoscritti del Mar Morto, dell'archivio di Nelson Mandela e la possibilità di ammirare online 30 mila opere d'arte in alta risoluzione attraverso il Google Art Project.

www.google.it/worldwonders - E' possibile accedere anche cliccando sul logo della pagina di Youtube, dove appaiono a rotazione i simboli delle "meraviglie" del mondo.

Agguato a Giugliano, morto 47enne. Giuliano D'alterio: ucciso come un boss

GIUGLIANO. Si indaga a tutto campo per far luce sull'omicidio di Giuliano D'Alterio, l'uomo di 47 anni crivellato di colpi in via Antica Giardini, a Giugliano all’interno del parco residenziale GB Futura. L'uomo, secondo quanto accertato finora dagli agenti, non era legato alle organizzazioni malavitose della zona. Nel 2002 era stato arrestato con un'altra persona per spaccio di cocaina. Aveva pagato il suo conto con la giustizia e da allora non era più stato segnalato negli archivi delle forze dell’ordine. Una vita normalissima come tutte le altre. Giuliano D’Alterio era sposato e aveva due figli di 17 e 21 anni e usciva tutte le notti per recarsi a lavoro. Abitava poco distante da dove è stato trovato cadavere vicino alla sua Fiat 500. Era dipendente della ditta che si occupa del servizio di rimozione dei rifiuti con la mansione di autista, ma l'altra notte non doveva lavorare. Il cadavere e' stato trovato non lontano dall' automobile. Il sicario o i sicari, riferiscono gli investigatori, hanno sparato per uccidere. E' stata utilizzata una sola arma: una pistola calibro 9. Una decina i proiettili esplosi. Otto hanno raggiunto D'Alterio, cinque al petto e tre alla testa. Per il 47enne non c'e' stato scampo. Qualcuno ha avvisato la polizia e dal vicino commissariato, diretto dal primo dirigente, Pasquale De Lorenzo e dal vicequestore aggiunto, Albero Mannelli è giunta una pattuglia che ha avviato subito le indagini coordinate dagli agenti del locale commissariato e dalla squadra mobile della questura di Napoli. Nessuna telecamera in zona e nessun testimone per questa vicenda. Questo ciò che allontana la chiusura veloce del caso. La zona è sprovvista di telecamere di videosorveglianza le prime sono a un chilometro di distanza proprio all’esterno del commissariato. Ora per raccogliere tasselli che possano essere utili per capire chi ha ucciso e perché, si stanno scandagliando le telecamere poste nella zona limitrofa per verificare se i killer sono stati immortalati in qualche filmato. Ascoltati a lungo in commissariato i parenti ed amici della vittima per verificare ciò che è accaduto prima dell’agguato e come mai il 47enne era lì mercoledì sera. A chi stava aspettando, forse l’appuntamento era proprio con i suoi sicari che hanno sparato non per un avvertimento ma per uccidere nella modalità camorristica. Su questo gli inquirenti non hanno dubbi. Da una prima ricostruzione del medico legale, la vittima sarebbe stata colpita prima al petto e poi finita con tre colpi alla testa. Ora gli agenti del commissariato di polizia dovranno capire come mai Giuliano D’Alterio con una quotidianità uguale a tante persona è stato ucciso come un boss.


Camorra, catturato l'ultimo latitante del clan Sarno

NAPOLI. Arrestato il latitante Pacifico Esposito, 48 anni, ritenuto elemento di spicco del clan camorristico Sarno, attivo nel rione De Gasperi, nel quartiere Ponticelli di Napoli.

L'uomo è stato catturato, nella tarda mattinata del 30 maggio, dagli agenti della squadra mobile, a Casalnuovo di Napoli. Esposito si nascondeva all'interno della palazzina in cui risiedono i familiari della moglie, al civico 19 di via Michelangelo. E' stato bloccato mentre tentava di trovare riparo in un'intercapedine ricavata all'interno del camino dell'appartamento all'ultimo piano.

Il latitante era ricercato perché raggiunto da due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip presso il tribunale di Napoli su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia, perché accusato di essere responsabile della strage di Ponticelli, avvenuta nel novembre 1989, e dell'omicidio di Vincenzo Roffo, detto 'pandemonio'.

Immaginando che l'uomo potesse aver trovato rifugio per la sua latitanza presso la famiglia della moglie, questa mattina è stata effettuata un'irruzione all'interno dello stabile e soltanto grazie alla rapidità con cui l'intervento è stato eseguito, il ricercato è stato bloccato proprio mentre stava richiudendo dietro di sé il pannello scorrevole che nascondeva l'intercapedine.

Pacifico Esposito era l'ultimo degli esponenti del clan Sarno ancora in libertà e si era reso irreperibile da oltre un anno. Da qualche mese è in corso di celebrazione, presso la corte d'appello di Napoli, il processo per la strage di ponticelli, nel quale l'uomo è imputato con alcuni suoi fratelli e altri affiliati al clan, molti dei quali collaboratori di giustizia.