lunedì 30 aprile 2012

Appalti e camorra: sequestrati conti correnti agli imprenditori Mastrominico

CASERTA. Nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto l’ex sindaco di Villa Literno, Enrico Fabozzi, per il quale, nei giorni scorsi, la Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, relativo ai conti correnti bancari, ai titoli ed alle polizze assicurative intestate a Luigia Fontana, 55 anni, e Giuseppina Martinelli, di 53, rispettivamente mogli dei fratelli Pasquale Mastrominico, 61 anni, e Giuseppe, 64, imprenditori edili ritenuti contigui al clan dei casalesi, e detenuti dal 15 novembre 2011 con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica ed altro.
L’indagine si fonda sull’ipotesi di un patto criminale tra il clan dei casalesi e l’ex sindaco di Villa Literno, fondato su un accordo generale mirato a garantire al clan il controllo e la gestione degli appalti e delle risorse pubbliche in cambio del sostegno elettorale e di tornaconti economici, personali ed elettorali. In particolare, è stato accertato che: il 9 dicembre 2003 i due imprenditori avevano stipulato un contratto con la società “Fibe Campania spa” (già delegata dal Commissariato straordinario per l’emergenza rifiuti alla gestione dei siti di stoccaggio delle ecoballe), con cui avevano concesso in locazione alla citata società terreni formalmente intestati alle rispettive consorti (superficie complessiva 238.523 metri quadrati), ubicati in località “Pozzo Bianco” di Santa Maria La Fossa, per adibirli a deposito temporaneo di ecoballe per la durata complessiva di 10 anni, in cambio di un corrispettivo di 1.800.000 euro per la locazione decennale.

Pasquale Mastrominico ha svolto anche lavori per la realizzazione delle piazzole sul sito di stoccaggio delle ecoballe, a seguito di un subappalto ricevuto dalla stessa “Fibe” per un importo complessivo di circa 2 milioni euro.

Poiché l’operazione imprenditoriale, secondo gli inquirenti, sarebbe stata gestita calibrando la presenza di imprese contigue al clan per soddisfare gli interessi della criminalità organizzata nel contesto dell’emergenza rifiuti, sono stati sottoposti a sequestro i conti correnti utilizzati per i bonifici relativi al pagamento del canone di locazione dei terreni ed intestati alle mogli dei fratelli Mastrominico, attestati presso il Banco di Napoli (filiale di Caserta), nonché un conto corrente intestato alla Martinelli presso la Banca Popolare Bari (filiale di Casal di Principe). Sui conti vi era una disponibilità di oltre 720mila euro tra contanti, titoli e polizze. Sequestrato, inoltre, presso la Fibe, il contratto di locazione dei terreni.

martedì 24 aprile 2012

Continua la lotta alla camorra

Blitz della polizia: «Preso l'armiere del clan degli scissionisti»

NAPOLI - Gli agenti del Commissariato di Polizia Vicaria Mercato hanno arrestato Angelo Marino di anni 40 enne destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Napoli lo scorso 15 marzo.

L’uomo è stato rintracciato dalla Polizia in un appartamento di via Carriera Grande in compagnia di una donna, denunciata per favoreggiamento personale. Marino è stato trovato in possesso di un paio di chiavi di una Panda parcheggiata in zona al cui interno sono stati trovati dei documenti intestati all’uomo che, secondo la polizia, erano falsi.

Angelo Marino, cugino di Gennaro Marino, all’interno del clan camorristico degli Scissionisti occupa il ruolo di armiere e di ausilio logistico alle esigenze del gruppo.

L’uomo per non dare sospetti nel quartiere rientrava a casa nelle ore serali per poi uscire molto presto al mattino.


Distributori di droga con il telecomando. Arrestate due sentinelle dello spaccio.

NAPOLI - Arrestate dalla polizia a Scampia, due sentinelle dello spaccio di stupefacenti. Si tratta di Antonio Passante, 35enne e Tommaso De Luca, 32 enne, accusati di detenzione ai fini di spaccio di droga.
Entrambi avevano il ruolo di controllo visivo dello spaccio svolto dallo spacciatore di turno, come di consueto, attraverso grate metalliche poste all'ingresso di una scala condominiale di un palazzo di via Labriola.

Nel corso di un articolato servizio di appostamento eseguito dagli agenti del commissariato di polizia di Scampia si è accertato che i due svolgevano un ruolo 'attivò come pali, disciplinavano la vendita indirizzavano gli acquirenti verso lo stabile e richiamavano a gran voce l'attenzione dello spacciatore, qualora ci fosse la presenza della polizia.

Gli agenti sono riusciti ad accedere all'interno del palazzo e in prossimità dell'abitazione di De Luca e hanno scoperto un cassetto metallico posticcio, abilmente nascosto dietro mattonelle, azionabile attraverso un telecomando che custodiva la droga. La polizia quindi ha proceduto al sequestro di due buste di plastica in cui era conservata un notevole quantitativo di marijuana e oltre 150 grammi di hashish e la somma di oltre 600 euro. Entrambi sono stati condotti al carcere di Poggioreale.


Minaccia volontari di Radio Siani: arrestato affiliato della camorra.

Il clan contro Radio Siani. I carabinieri hanno arrestato il 33enne Franco Sannino per aver minacciato i volontari dell’emittente web anticamorra di Ercolano. L’uomo, sorvegliato speciale affiliato alla cosca Birra-Iacomino, si è introdotto nella sede della Radio al corso Resina, un tempo dimora di un esponente del clan poi confiscata, mentre si stava svolgendo un incontro con una scolaresca di Taranto.


L’ARRESTO – Sannino ha pronunciato frasi minacciose nei confronti dei ragazzi e ha puntato l’indice contro il loro impegno per la legalità.
Sul posto sono giunti immediatamente i carabinieri della tenenza locale che lo hanno arrestato. Indosso gli è stato trovato uno sfollagente telescopico, un bastone che si può utilizzare come arma contundente.


Melito. Spacciavano Marijuana in Via Lussemburgo

MELITO. I carabinieri della tenenza di Melito hanno arrestato per spaccio e detenzione di stupefacenti Claudio Finizio, 20 anni, residente in via Praga, attualmente sottoposto all’obbligo di firma e Antonio Mingacci 26 anni, residente a Napoli in viale della Resistenza, entrambi già noti alle forze dell'ordine.
I due sono stati notati su via Lussemburgo mentre, insieme a 3 complici in via d’identificazione, vendevano stupefacenti ad un 32enne di Frattamaggiore, un 31enne di Parete (Ce), un 24enne di Casoria ed un 18enne del luogo. Bloccati e perquisiti gli acquirenti sono stati trovati tutti in possesso di una confezione di marijuana appena acquistata per uso personale, mentre i 2 spacciatori di 7 grammi di marijuana in confezioni. gli altri 3 complici sono riusciti a far perdere le tracce. gli acquirenti sono stati segnalati alla prefettura quali consumatori di stupefacenti.
Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati accompagnati nelle loro abitazioni agli arresti domiciliari, in attesa di rito direttissimo.   



Felaco stanato a bordo di un veliero di 18 metri

MARANO. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno catturato il latitante Felaco Luigi, 39 anni, di Marano di Napoli, (figlio di Giuseppe, 57 anni, arrestato il 20/10/2011 e morto per cause naturali il 1 novembre 2011) già noto alle forze dell'ordine per reati vari, ritenuto elemento di vertice del clan camorristico Nuvoletta-Polverino, ricercato dal 20 ottobre 2011, da quando si era dato alla macchia per sfuggire ad un mandato di arresto europeo emesso dall'autorità spagnola, per associazione mafiosa e riciclaggio.
I militari dell’Arma l’hanno “stanato” mentre era a bordo di un veliero bialbero di 18 metri, intestato ad un suo prestanome, ormeggiato a Capo Miseno, intento ad eseguire lavori di manutenzione al natante insieme a 4 ignari operai.
Si ritiene abbia trascorso il periodo alla macchia tra Tenerife e Italia, ove è giunto a bordo dell’imbarcazione prima delle festività di Pasqua e tra pochi giorni sarebbe ripartito alla volta della Spagna. Dalle attività investigative è emerso che Felaco aveva il delicato compito di reimpiegare ed investire in Spagna, in particolare nell'edilizia e nell’immobiliare, gli ingenti capitali ricavati dalle attività illecite del clan, in particolare traffico di stupefacenti ed estorsioni.       


Scampia, drogati raccolgono le siringhe per 10 euro e una dose gratis

di Claudia Procentese
NAPOLI - Strade e pinetine sporche, raccolta dei rifiuti a singhiozzo e pochi spazzini. Spunta, così, il servizio «fai da te» dei clan di Scampia per la pulizia di alcuni lotti. Ad essere reclutati... sono gli immigrati africani delle rotonde e gli stessi tossici. Se quest’ultimi sono disposti a liberare dagli aghi infetti il luogo dello spaccio barattando il costo di una dose, la malavita assolda anche gli extracomunitari per ramazzare i lotti dove abitano ras e capizona.

Dieci euro per pulire, in mezza giornata, vie e giardinetti limitrofi alle «piazze» e ad alcuni caseggiati. Sacchetti abbandonati lungo i marciapiedi, siringhe usate e la necessità di tenere pulito per evitare le lamentele dei residenti e perché l’immagine di governo del «sistema» va salvaguardato.

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giovedì 19 aprile 2012

Elisa Mantin: «Roberto Saviano est une rock star»

Planète + [emittente televisiva privata francese ndt] ha presentato in prima serata venerdì 9 marzo l’ultimo film di Elisa Mantin, “Roberto Saviano, uno scrittore minacciato di morte dalla camorra”. La regista vi incontra l’autore di Gomorra, il best-seller che denuncia la lunga mano criminale della mafia napoletana sull’economia italiana e mondiale.
Elisa Mantin mostra un debole per le personalità carismatiche e controverse. Dopo aver realizzato due documentari sul romanziere Salman Rushdie, minacciato da una fatwa in seguito alla pubblicazione dei suoi Versetti Satanici, dedica un film a Roberto Saviano. “In Italia è un eroe, una rock star, un sacerdote. Attira le folle e dà nuova speranza ad una gioventù che non si riconosce nei partiti politici di oggi. Si lascia travolgere dalla sua lotta ” dice la regista. E per una buona ragione: Roberto Saviano è stato condannato a morte dal clan dei Casalesi dopo la pubblicazione nel 2007 di Gomorra, un libro in cui descrive minuziosamente la camorra, i suoi crimini organizzati, le sue ramificazioni internazionali e la sua lunga mano criminale nell’economia italiana e mondiale. A ciò si aggiungono anche il traffico di droga, di prostituzione, di armi o ancora di rifiuti tossici orchestrato dal temibile clan dei Casalesi, il cui fatturato ammonterebbe a 30 miliardi di euro all’anno.
Difensore incondizionato della libertà di espressione, Saviano è uno delle poche persone che ha osato violare il codice di omertà intorno alla mafia napoletana: “Per orgoglio, il clan non lo perdonerà mai. Se il libro non avesse avuto successo, la storia sarebbe stata seppellita. Ma diventando un bestseller ha gettato luce sulle loro attività illecite. Invece la camorra vuole rimanere nell’ ombra. Per loro è un fatto imperdonabile. La mafia non dimentica “, ha detto Elisa Mantin. Vittima suo malgrado del successo del suo romanzo, che ha venduto diversi milioni di copie ed è stato tradotto in 42 lingue, “il condannato” continua la sua lotta contro la mafia, accumulando conferenze stampa e one-man show. Per oltre tre settimane di riprese in Italia, Elisa Mantin lo ha accompagnato ovunque, percorrendo fino a mille chilometri al giorno. Durante questo viaggio “estenuante”, ha anche ricevuto numerose testimonianze di persone vicine a Saviano, tra cui il suo ex professore universitario che continua a mettere in guardia il suo protetto: “Una pallottola non costa nulla a quelli.


sabato 14 aprile 2012

Racket sulla raccolta dei rifiuti: diecimila euro al mese. Due in manette

di Marco Di Caterino
CAIVANO - A Gomorra, la tariffa fissa del racket è quella del tre per cento sull’importo dei lavori delle aziende piccole o grandi che finiscono sul libro nero della paga ai camorristi.

E due estorsori hanno chiesto diecimila euro al mese, ai responsabili dell’impresa che si occupa della raccolta dei rifiuti urbani a Caivano, in provincia di Napoli, servizio per il quale percepisce un canone mensile di 320 mila euro. E far dimostrare che non scherzavano e che non c’era nessun margine di trattativa sulla rata del pizzo, Giuseppe Falco, 45 anni, e Davide Carbone, 32 anni, entrambi di Caivano, insieme ad un complice, ieri mattina hanno bloccato ben quattro auto compattatori della ditta individuale Paciello Alba, di Casagiove, impegnati nella raccolta dei rifiuti. Con modi spicci e minacce esplicite, si sono impossessati delle chiavi della messa in moto degli auto compattatori, e prima di allontanarsi, hanno detto agli esterrefatti operai, che si «sarebbero fatti sentire con i titolari».

E così è stato. Qualche ora dopo, Giuseppe Falco e Davide Carbone, si sono presentati davanti ad uno dei responsabili dell’azienda. Il discorso non è stato lungo. «Qua ci stanno le chiavi dei vostri camion. Voi guadagnate 320 mila euro al mese. Lo sappiamo bene. E a noi, che comandiamo a Caivano, ci date il tre per cento. Che fanno diecimila euro. Ogni mese. Voi così, continuate a lavorare tranquilli, e così stanno tranquilli anche i nostri amici…».

Il responsabile della ditta Paciello ha chiesto di prendere tempo. Per decidere. «Ma non troppo», hanno ribadito i due estorsori, che sono andati via con un inquietante e minaccioso: «Ci vediamo. Presto!». Il responsabile dell’azienda, invece si è precipitato dai carabinieri della locale tenenza. E al tenente Giovanni Palermo, ha raccontato tutto, riempiendo diverse pagine di verbale. Ai militari, la coraggiosa denuncia, (la prima dopo anni) ha finito per dare corpo e sostanza ad una loro indagine, svolta sotto traccia, proprio su Giuseppe Falco, meglio noto come « ‘O pop», che seppure incensurato, per i carabinieri è un personaggio di altissimo spessore criminale.

E’ infatti, ritenuto il reggente di una cosca, retta da Giuseppe Angelino, boss inserito nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi d’Italia, e che nell’ambiente della camorra a nord di Napoli, con il soprannome di « Peppe ‘o lupo» si è guadagnato fama di camorrista spietato, tanto da prendere il controllo di tutte le attività illecite di Caivano, Cardito e persino Crispano, lasciandosi dietro una scia di morti ammazzati e pregiudicati e non gambizzati. I militari, coadiuvati dai colleghi della compagnia di Casoria, diretta dal capitano Gianluca Migliozzi, si sono mossi con estrema rapidità. Il reggente e il suo guardaspalle, sono stati rintracciati poco dopo e condotti in caserma. Per il riconoscimento da parte delle vittime. Accusati di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, sono stati rinchiusi nel carcere di Poggioreale, in attesa dell’udienza di convalida.

Sulla vicenda, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha aperto un fascicolo e disposto altri accertamenti, finalizzati al momento alla delineazione della nuova mappa dei clan di camorra nei comuni a nord di Napoli. In questa fase, infatti, le cosche storiche (clan Cennamo, lo stesso clan Moccia, con il gruppo Favella), azzerate da un centinaio di arresti, sono in una situazione di ricambio generazionale, e la coraggiosa denuncia dei responsabili dell’azienda di igiene urbana Paciello Alba, potrebbe contribuire a stroncare questa transizione di poteri criminali.
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venerdì 13 aprile 2012

Buste paga dimezzate e minacce ai dipendenti

Napoli, 13 aprile 2012 - I carabinieri del Comando provinciale di Avellino hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare nei confronti di Ferdinando Parmentola, imprenditore titolare di una ditta di ristorazione con sede in Castellammare di Stabia aggiudicataria di vari appalti per la preparazione e la somministrazione di pasti agli alunni delle scuole della provincia irpina, per estorsione continuata.
L’uomo, infatti, anche con minaccia di licenziamento, ha corrisposto ai suoi dipendenti stipendi decurtati rispetto quanto dichiarato in busta paga. L’ordinanza, emessa dal gip del tribunale di Avellino Antonio Sicuranza, scaturisce dalla richiesta del pm Maria Luisa Buono, al termine di indagini nate da controlli alle mense scolastiche dei comuni della provincia nel maggio 2011.
Nei confronti della ditta di Parmentola non emersero gravi violazioni delle norme vigenti in materia sanitaria ma le verifiche dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro fecero emergere situazioni anomale sui rapporti tra datore di lavoro e dipendenti.
Accertati così abusi dell’imprenditore che, a fronte delle cifre dichiarate sulle buste paga dei propri dipendenti, consegnava loro somme di gran lunga inferiori, prospettando la perdita del posto se ci fossero state proteste, minaccia realizzata nei confronti dei dipendenti che si ribellarono al sopruso. I risparmi sul costo del lavoro mettevano in grado Parmentola di partecipare alle gare con offerte al ribasso tali da spiazzare le ditte concorrenti.
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martedì 10 aprile 2012

Camorra, agguato al nipote di Bardellino: 8 arresti, tra cui figlio Sandokan

CASAL DI PRINCIPE. I carabinieri del nucleo investigativo di Caserta e della compagnia di Casal di Principe, coordinati dalla Dda di Napoli, hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare in relazione al duplice omicidio di Antonio Salzillo e Clemente Prisco, compiuto a Cancello ed Arnone il 6 marzo 2009.
Il movente è da individuarsi nella riaffermazione della leadership del gruppo Schiavone nelle zone assoggettate al proprio controllo e nel voler punire, con la morte, una delle due vittime, Antonio Salzillo, 50 anni, nipote dell’ex capo dei casalesi Antonio Bardellino, assassinato in Brasile nel maggio 1988, che dopo anni di “esilio” a Gallarate (Varese) era rientrato in provincia di Caserta senza l’autorizzazione dei vertici del clan ed aveva iniziato a gestire un’attività commerciale, ossia la vendita di autovetture usate.
Ma la circostanza che più di tutte ha decretato irrevocabilmente la sua condanna a morte è stata quella di aver osato disprezzare il simbolo dei “casalesi” vincenti: Francesco “Sandokan” Schiavone, in carcere al 41bis. Tra gli organizzatori dell’agguato, infatti, vi è proprio il figlio maggiore del boss, Nicola, arrestato il 15 giugno 2010. Il fratello di Antonio Salzillo, Paride, era stato ucciso alla fine degli anni Ottanta dalle nuove leve del clan dei Casalesi che avevano precedentemente eliminato lo zio Antonio.
Clemente Prisco, 45 anni, nato ad Ottaviano ma residente nella zona di Cancello Arnone, era invece imparentato con un altro storico boss della camorra campana: Raffaele Cutolo, fondatore e capo della Nuova Camorra Organizzata.
L'AGGUATO. Quel venerdì mattina Salzillo e Prisco erano a bordo di una Bmw, sul territorio di Cancello Arnone, al confine con Villa Literno, in località Santa Maria a Cubito. Venivano affiancati da un’altra vettura dalla quale i sicari esplodevano colpi di grosso calibro. Salzillo, che conduceva la Bmw, perdeva il controllo della vettura, finendo in un canale adiacente alla strada. Prisco, che sedeva sul lato passeggero, si lanciava dall’auto in corsa e rovinava sulla carreggiata, dove moriva a causa delle gravissime ferite riportate.

venerdì 6 aprile 2012

Arrestato il latitante Scognamiglio

È durata due anni la latitanza di Pasquale Scognamiglio, esponente del clan Lo Russo che, per conto della cosca, si approvvigionava di cocaina dai Di Lauro. L’uomo è stato arrestato questa mattina dagli agenti della sezione Narcotici della Squadra Mobile mentre si trovava a bordo di una Panda a Melito di Napoli. Alla vista della polizia, ha tentato di sottrarsi alla cattura, motivo per cui è stato anche denunciato per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

LA PENA DA SCONTARE – Pasquale Scognamiglio, 44 anni, era destinatario di un provvedimento di pena detentiva, emesso dalla Procura di Napoli, per l’espiazione di un anno, 5 mesi e 29 giorni di reclusione nonché di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Corte di Appello di Napoli il 20 luglio 2010, con la quale era disposta la sostituzione degli arresti domiciliari, ai quali era sottoposto, con la custodia cautelare in carcere.

VICINO AGLI AMATO-PAGANO – Esponente dei Lo Russo, Scognamiglio si era avvicinato ultimamente al clan Amato-Pagano; aveva stretto contatti con Antonio Caiazza, detto “Chiummariello”, arrestato recentemente dagli agenti della Mobile.

Manifesti con le foto degli incivili: la campagna choc del sindaco

di Titti Esposito
CASTELLAMMARE - Un cane che fa i bisogni in un giardino pubblico mentre il padrone lo guarda; una ragazza che imbratta una panchina con scritte dedicate alla propria storia d’amore. Sono le prime foto-choc affisse negli spazi comunali che annunciano la campagna per il rispetto delle regole lanciata dal sindaco Bobbio. Dopo il regolamento comunale che dava indicazioni contro malcostume e atteggiamenti vandalici, il primo cittadino ci riprova, con immagini eloquenti ed indicative di uno stile di vita «abusivo».

Un’azione di sensibilizzazione e informazione, che periodicamente, come spiega lui stesso, troverà spazio sui muri cittadini. A partire da ieri, quando le locandine con tanto di foto denuncia sono comparse nei pressi della villa comunale. Tre scatti, presi in prestito dal sito on line dell’associazione Arenile stabiese pulito (che da tempo ha «adottato» i viali, le panchine ed il lungomare con iniziative e progetti di recupero e sistemazione degli spazi pubblici), che sono solo i primi di una lunga serie per una «Castellammare, pulita, accogliente e ospitale».

«Grazie agli amici dell'associazione Asp - scrive in una nota il sindaco - che svolgono una preziosa attività di volontariato, come sentinelle sulla nostra passeggiata in riva al mare, stiamo avviando un percorso perchè tutti capiscano cosa significa violare una regola». Un programma di civilizzazione necessario, a detta del primo cittadino, per rieducare e correggere i maleducati e teppisti di turno proprio fotografandoli in flagranza di reato (ma tutelando la privacy con la copertura parziale del viso) chiedendo al contempo la collaborazione dei «cittadini onesti».

«L’atteggiamento di alcuni individui va marginalizzato - continua Bobbio - perchè sono assolutamente inaccettabili atteggiamenti come l’imbrattamento di una panchina o l’utilizzo del verde pubblico per lasciare gli escrementi dei propri animali domestici. Le regole, anche quelle di base, sono fondamentali per una città pulita e vivibile».

Entusiasmo e critiche nei messaggi on line. «Caro sindaco - scrive Antonio - ho molto apprezzato questa campagna di sensibilizzazione contro gli incivili, avessi anch’io un sindaco come lei nella mia città». Diverso il parere di Dorvyd Roy. «I problemi della città sono altri, non la villa con le cacche dei cani: fare demagogia per la poltrona non è la strada giusta, prendendosela con i venditori di mimose l’8 marzo, o lasciando i chioschi senza vita».
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«City&bus», arriva l'app per sapere quando passa il bus e cosa c'è da vedere nei dintorni

NAPOLI - Risponde alle esigenze dei turisti e dei cittadini che voglio andare alla scoperta della nostra città o semplicemente spostarsi da un luogo all’altro utilizzando il servizio Anm, l’app che gli studenti del corso di laurea in informatica della facoltà di scienze della federico II hanno rilasciato sul market android e, presto, anche su quello apple.

Il gruppo di studenti formato da Vincenza Anna Leano, Roberto Rinaldi, Gianluca Mignini, guidati dal prof. Francesco Cutugno, ha sviluppato un'interfaccia veloce e semplice da usare che, una volta installata sul proprio smatphone, permette di geolocalizzarsi, di individuare le fermate più vicine, di conoscere le linee in transito real time, di visualizzare i bus presenti sulla linea di interesse.

Una parte speciale è stata fatta per la coppa America contrassegnando con il logo della manifestazione le linee che maggiormente possono essere utilizzate per recarsi a vedere la competizione.

Nell’applicazione sono anche geolocalizzati oltre 200 siti di interesse storico culturale della città, ciascuno individuabile o attraverso un motore di ricerca o una check list o direttamente sulla mappa, all’interno di un certo raggio di azione rispetto a dove ci si trova. Ciascun sito è descritto da una breve didascalia e da alcune foto significative. I musei riportano anche informazioni sugli orari e i giorni di apertura al pubblico.

Questo applicativo valorizza un lavoro di sviluppo delle tecnologie Ict che in Anm è iniziato ormai da anni con l’investimento nei sistemi satellitari di gestione delle flotte e l’informazione alla clientela real time e che in Napoli Servizi ha visto nascere un portale che contiene informazioni utili per conoscere meglio le bellezze della nostra città.

City&bus rappresenta il primo passo di un percorso in cui le aziende mettono informazioni e tecnologie a disposizione dei cittadini che le trasformano in applicazioni per il cittadino; è un circolo virtuoso in cui fornitore e fruitore dei servizio si fondono e si confondono in un sistema sinergico e completo di servizio alla città.
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mercoledì 4 aprile 2012

Cerca di vendere il Rolex del camorrista ucciso: arrestato per l'omicidio

BOLOGNA - I carabinieri di Parma, in collaborazione con i colleghi di Melito, hanno arrestato Graziano Acampa, 48 anni, latitante L'uomo, residente a Collecchio nel parmense, sarebbe coinvolto nell'omicidio di Raffaele Guarino, il camorrista ucciso a Medesano (Parma) a colpi di pistola nell'ottobre del 2010.

Acampa è accusato di concorso in omicidio avendo fornito a Mario Illuminato la pistola calibro 7,65 utilizzata per il delitto. Pistola di cui poi si sarebbe disfatto distruggendola. I carabinieri del reparto operativo, coordinati dalla Pm Roberta Licci, sono convinti di essere riusciti a ricostruire un altro tassello del delitto anche se l'inchiesta non sembra ancora conclusa.

Per il momento, accusati di omicidio premeditato in concorso sono Mario Illuminato e Massimiliano Sinatra, attualmente detenuti. I due sono legati a clan camorristici antagonisti a quello dell'ucciso, anche se il movente dell'omicidio va cercato in una relazione sentimentale con una donna che coinvolgeva Guarino e Illuminato e nella necessità, da parte degli arrestati, di tenere Guarino lontano dagli affari della famiglia Illuminato nel parmense.

Secondo i carabinieri, Acampa avrebbe cercato di vendere, senza riuscirci, il Rolex prelevato in casa dell'ucciso la notte dell'omicidio. Acampa è stato arrestato a Melito dove si era rifugiato dopo l'ordine di cattura a suo nome. Guarino è stato freddato nel sonno con alcuni colpi di pistola alla testa.

Per complicità nella stessa vicenda, è finita in manette anche la figlia di 24 anni di Illuminato. La donna avrebbe cercato di far pervenire ad un killer un'arma che, nelle intenzioni, sarebbe dovuta servire per uccidere un testimone informato dei fatti legati all'omicidio Guarino.