domenica 29 novembre 2009

Iniziative anti-camorra

PORTICI: INIZIATIVA ANTI RACKET DEL SINDACO

Venerdì 27 novembre, alle ore 12, presso il Municipio di Portici in via Campitelli, il Sindaco Vincenzo Cuomo illustrerà alla stampa i contenuti di una ordinanza che vieta l'acquisto di tappetini natalizi, luminarie e stelle di Natale ai commercianti della città. Tale iniziativa, unica nel suo genere, ha lo scopo di contrastare il racket natalizio, che spesso si cela nella "vendita" di tali oggetti ai commercianti.
CASTELLAMMARE, dopo l'omicidio Tommasino gli iscritti Pd giureranno contro camorra
CASTELLAMMARE DI STABIA (13 novembre) - Gli iscritti al Pd di Castellammare di Stabia dovranno «giurare» contro la camorra e dare disponibilità a essere inseriti in un elenco dei tesserati che sarà reso pubblico, insieme ai bilanci e ai rendiconti delle campagne elettorali del Pd cittadino. Il commissario Paolo Persico ha deciso che dal primo dicembre si riparte con il tesseramento, «chiedendo la conferma dell'adesione» agli iscritti. E che per il «rilancio» del partito convocherà subito una riunione dei giovani democratici con i quali ragionare sul fascino che su di loro esercita la camorra. Quanto al rinnovo del tesseramento, si tratterà di «un'adesione vincolata, oltre al codice etico e allo statuto nazionale, alla sottoscrizione di un manifesto d'intenti contro la camorra - ha detto Persico - Chiederemo a chi si iscrive, di dare la disponibilità affinchè l'elenco degli iscritti al nostro partito a Castellammare sia pubblico,cosi come lo saranno i nostri bilanci e i rendiconti delle campagne elettorali». Sono queste le decisioni a cui è approdato il commissario del Partito democratico a Castellammare di Stabia, al termine del lavoro svolto in seguito alla scoperta che l'omicidio del consigliere comunale del Pd, Luigi Tommasino, era stato portato a termine da giovani iscritti al partito. Le indagini che hanno rivelato infiltrazioni di esponenti del clan dei D'Alessandro hanno portato all'attenzione nazionale quello che Persico ha definito in conferenza stampa «un partito diviso, lacerato, debole e spesso inconcludente» che perciò «lascia aperta la possibilità che avvengano questi fatti». Persico ha spiegato che «sono state commesse delle leggerezze, si è accentuata una divisione politica e per la conquista del consenso che ci ha portato a questo». «La lotta per sconfiggere la camorra diventa il baricentro della nostra iniziativa politica e dell'impegno per una città nuova - ha spiegato Persico - Vincere la camorra è un obiettivo possibile». E, pertanto, ha annunciato che darà inizio a una stagione di rilancio che partirà da un primo incontro con i giovani del partito nella sede del Pd. «Sarà l'occasione per riflettere - ha concluso Persico - e per capire come le organizzazioni criminali affascinino tanti giovanissimi».

sabato 21 novembre 2009

Cacciatore e preda

Col suo libro “Gomorra” Roberto Saviano è divenuto noto a livello mondiale – ed è diventato una figura odiata dalla mafia. Adesso viene sorvegliato 24 ore su 24. Ora riceve a Monaco il Premio Fratelli Scholl.
La sua voce ha un peso. Sabato il quotidiano La Repubblica ha pubblicato una lettera aperta di Roberto Saviano a Silvio Berlusconi, nella quale lo scrittore e giornalista esorta il Presidente del Consiglio dei Ministri a ritirare il controverso progetto di legge sulla riforma della giustizia.
La riforma prevista sulla durata dei tempi di prescrizione dei processi dovrebbe liberare Berlusconi da gran parte dei suoi contenziosi con la giustizia. Come conseguenza però entrerebbe in vigore anche una sorta di amnistia mascherata che comporterebbe l’impossibilità di portare a termine centinaia di altri processi, tra i quali quelli per corruzione e reati finanziari.
“Non permetta”, scrive Saviano a Berlusconi, “che i processi diventino un vuoto procedimento nel quale è il potere ad affermarsi, e che coloro che non hanno altro strumento di difesa se non il sistema giudiziario perdano la speranza di poter ottenere giustizia. “Il giorno seguente alla pubblicazione 40.000 persone – dal semplice cittadino fino al giurista costituzionale – avevano già sottoscritto la lettera e l’appello di Saviano sul sito internet del quotidiano.
Roberto Saviano è un giovane che ha compiuto 30 anni a Settembre. Tuttavia si è già guadagnato una reputazione pubblica senza eguali attraverso il suo coraggio civile in particolar modo nella lotta contro le mafie italiane.
Figlio di un medico, è cresciuto nella roccaforte della mafia di Casal di Principe, vicino a Napoli. Dopo la laurea in filosofia ha raccolto il materiale per il suo libro inchiesta “Gomorra” lavorando come operaio nel porto di Napoli. In questo libro del 2006, diventato best seller a livello mondiale, egli descrive le pratiche del clan camorristico dei Casalesi e ne nomina i leader ed i sostenitori con il nome completo. L’organizzazione mafiosa ha giurato vendetta.
Da allora l’autore vive per così dire in incognito, con frequenti cambi di residenza e sotto stretta sorveglianza. Solo di rado fa la sua apparizione in pubblico; le linee aeree si rifiutano di trasportarlo. I vicini hanno protestato quando ha cercato di acquistare un appartamento nel miglior quartiere di Napoli. Critici e detrattori si schierano contro di lui, sostenendo che si dovrebbe “proteggere Saviano da Saviano”. Recentemente persino un alto ufficiale di polizia ha definito le misure di protezione uno spreco di denaro pubblico.
Considerando queste reazioni l’autore continua a chiedersi se il successo di “Gomorra” (che ha anche portato alla cattura ed alla condanna di importanti boss mafiosi) valga questa vita: “A volte non so perché l’ho fatto”.
Tuttavia Saviano, supportato da un ampio pubblico, non si è lasciato scoraggiare, ha continuato a denunciare le pratiche mafiose in articoli e reportage impegnati e si è schierato contro l’oppressione in paesi stranieri, come l’Iran. Per questo è stato premiato più volte, anche in Germania.
Questo Lunedì ha ricevuto a Monaco il prestigioso Premio Fratelli Scholl, accompagnato da 10.000 euro ed assegnato dalla sezione bavarese dell’Associazione Nazionale degli Editori e Librai Tedeschi.
italiadallestero.info

domenica 15 novembre 2009

Napoli, folla assale i poliziotti di Afragola, durante l'arresto di tre spacciatori

Le persone che commettono atti così odiosi andrebbero arrestate insieme ai delinquenti. Speriamo solo che la magistratura non rimetta subito in libertà i malviventi arrestati, altrimenti quello che, quei poliziotti, hanno vissuto sulla loro pelle sarà stato inutile...
NAPOLI (15 novembre) - Assalto alla polizia nella tarda serata di ieri nel rione Iacp di Caivano, comune a nord di Napoli: agenti del commissariato di Afragola si stavano apprestando ad arrestare tre spacciatori quando sono stati aggrediti da una cinquantina di persone, soprattutto donne. I tre sono stati arrestati ma i rischi per gli agenti sono stati enormi.In carcere sono finiti Pasquale Francomaro e Mario Iovinella, entrambi di 32 anni e Patrizia Vuolato, 43 anni. I tre sono pregiudicati. Secondo quanto si è appreso il terzetto gestiva una «piazza di spaccio» e ciascuno tra loro aveva dei compiti ben precisi: Francomaro aveva il compito di avvertire i complici nel caso in cui fosse arrivata la polizia mentre la donna materialemente consegnava la droga ai tossicodipendenti. Patrizia Vuolato riceveva i clienti a bordo di un'auto mentre Iovinella prelevava la droga da un tubo di raccolta dell'acqua piovana e poi la consegnava alla complice. Quando c'è stato l'assalto gli agenti del commissariato di Afragola hanno chiesto via radio l'intervento di altri colleghi. I tre sono stati condotti in carcere, sequestrata la somma di circa 740 euro e una trentina di dosi tra eroina e cocaina.

sabato 14 novembre 2009

L'inferno e la bellezza: Roberto Saviano a Che tempo che fa

“La verità è bellezza”. È stata questa la massima filosofica e morale che ha ispirato l’intera puntata di “Che tempo che fa”, il programma condotto da Fabio Fazio su Raitre e andato in onda ieri sera alle 21.10. Una serata speciale con un ospite d’eccezione: Roberto Saviano. L’uomo che ha sfidato a viso scoperto la Camorra per una sera si è calato nei panni del cantore di storie potenti e importanti. Di storie e vicende che provengono da altri mondi, diverse tra loro ma capaci di fondersi in un unico comune denominatore: la potenza della parola. Le parole sono capaci di cambiare il flusso degli avvenimenti; le parole sono capaci di mobilitare centinaia e migliaia di persone; le parole sono portatrici di verità potenti capaci di scardinare la labile crosta che ricopre la superficie di determinate realtà sociali e politiche, dove non c’è spazio per essa. La parola è pertanto denuncia, resistenza e verità. La parola è forza e bellezza insieme. Un binomio questo inscindibile, ma spesso costretto a vivere prigioniero nell’oscurità di un mondo, dove gli esseri umani portano le catene e sono privati della libertà di vivere la parola in maniera piena. Questo è l’Inferno. Eppure, anche all’inferno, sottolinea Saviano, si possono trovare tracce di una bellezza eterna, destinata a non scomparire mai. Una bellezza che assume le forme e le sembianze di due giovani donne, di origine iraniana, vittime della furia e della violenza del regime iraniano, guidato e controllato da Ahmadinejad: Neda e Taraneh, che in lingua iraniana significano “voce” e “canzone”.Nomi e destini che s’incrociano sulle strade di Teheran, questa ultima sconvolta dalle proteste spontanee dei giovani dissidenti, scesi in piazza lo scorso 20 giugno contro il regime. Tra la folla di manifestanti c’è anche Neda armata di cellulare e di una gran voglia di cambiare la situazione. Non sa che le rimangono pochi istanti di vita. Istanti che vengono poi catturati da quello stesso cellulare che lei stessa teneva in mano, poco prima di cadere sull’asfalto colpita a morte da una pallottola. I fotogrammi che hanno immortalato la giovane vita spegnersi hanno poi fatto il giro del mondo, contribuendo a fissare nella memoria collettiva non solo il suo viso ricoperto di sangue, ma soprattutto il senso del sacrificio compiuto. “Neda voleva solo vivere. Voleva conoscere la felicità”. Ma la sua morte ha brillato nell’oscurità dell’inferno iraniano, in quanto ha contribuito a cambiare la percezione dei giovani dissidenti iraniani, restii ad arrendersi al regime. Neda non è morta da sola. Sulle anonime strade della capitale iraniana, un’altra giovane donna ha perso la vita per mano del regime. Taraneh Moussavi. Anche lei manifestava contro Ahmadinejad. Fu arrestata dalle guardie di regime che la condussero all’interno di un edificio isolato. Qui, per dieci giorni e dieci notti, Taraneh venne ripetutamente stuprata dai miliziani, tanto da provocarle un’emorragia. Le infermiere che la soccorsero, replica Saviano, riferirono alcuni retroscena inquietanti: “La giovane era giunta in ospedale con l’ano sfondato e l’utero completamente lacerato”. Una morte atroce attese Taraneh al varco. Infatti, come se non bastasse, al fine di cancellare ogni possibile traccia di stupro, i miliziani si preoccuparono di bruciare il suo corpo martoriato dalla vita in giù. Questo cosa significa si domanda Saviano: “Volevano stuprare non solo il suo corpo, ma soprattutto la sua bellezza. Volevano infierire contro ciò che faceva più paura al regime. Per questo si sono accaniti con ferocia contro di lei” Neda, Taraneh e tanti altri come loro rappresentano, con la loro bellezza morale, i semi della democrazia e della libertà, che hanno tentato in ogni modo di attecchire su un terreno privo di linfa, come appunto l’Iran.“La verità è bellezza”, ma in alcuni casi “può condannare a morte”, come è appunto successo al protagonista della seconda storia raccontata in studio dall’autore di Gomorra. Ken Saro-Wiwa, scrittore nigeriano e autore di un libro dal titolo “Sozaboy”, combatté duramente contro il governo nigeriano e le multinazionali che sfruttavano "la sua terra" già martoriata da una guerra civile cruenta. Le armi a sua disposizione non furono né i fucili né i carri armati, ma solo la parola. Parole che potevano sconfinare andando così a colpire le coscienze che abitavano al di là del continente africano. E ciò avvenne. Ma per questa ragione, Ken Saro-Wiwa pagò con la vita il suo desiderio di cambiare la realtà dei fatti. Fu impiccato. “Una morte cruenta – racconta Saviano – poiché dovettero impiccarlo per ben quattro volte. Alla quinta, il boia incapace di fare un nodo scorsoio efficace, riuscì nel suo intento”. Il governo nigeriano e la multinazionale Shell, chiamata in causa nei libri e nelle immagini di Ken Saro-Wiwa quel 10 novembre 1995 ottennero una vittoria, eliminando fisicamente il loro nemico. Una vittoria senza dubbio effimera, se si riflette sul fatto che ancora oggi, a 14 anni di distanza, Ken Saro-Wiwa e il suo coraggio hanno rivissuto nelle parole di Roberto Saviano, dando a tutti noi spettatori la sensazione che la sua potenza letteraria sia rimasta inalterata e confinata nel paradiso della bellezza.
Pamela Schirru

lunedì 2 novembre 2009

Ercolano, gli spot anticlan

Parte da Ercolano la sfida contro il crimine e l'illegalità: questa mattina al Museo Archeologico Virtuale è stato illustrato il progetto P.N.P. (progresso non pubblicità) dell'artista Rosaria Iazzetta sulla mappatura di otto banner contenenti messaggi di legalità affissi su edifici pubblici, scuole e chiese. Il progetto finanziato dal Comune di Ercolano vede la installazione di otto maxi pannelli con altrettante illustrazioni in materiale pvc sulle facciate esterne degli immobili, proprio per richiamare i cittadini al rispetto delle regole. I pannelli si trovano rispettivamente sulla Chiesa del Salvatore in via Panoramica; chiesa del Rosario in corso Italia; al I circolo «G.Rodino»; al Palazzo Borsellino in via Marconi; allo Stadio comunale; all'Itc «A.Tilgher»; due pannelli anche sul ponte della Circumvesuviana in via Alveo. Nel corso della conferenza stampa che ha visto la partecipazione della presidente dell'Associazione Antiracket di Ercolano, Raffaella Ottaviano, è stato presentato il progetto per la realizzazione della nuova caserma dei carabinieri che sorgerà nella struttura della ex Clinica Cataldo al corso Resina. Tra 20 giorni partirà la gara d'appalto, a gennaio è prevista apertura del cantiere e tra un anno e mezzo il completamento dei lavori. «La nuova caserma dei carabinieri - ha detto il sindaco di Ercolano, Nino Daniele - rappresenta una svolta decisiva per la sicurezza di Ercolano, città capitale dell'impegno per la legalità». A tal proposito il primo cittadino ha illustrato le iniziative messe in campo per sconfiggere il crimine: dagli abbattimenti di abusi edilizi dove spesso la camorra si infiltra con utilizzo di manodopera e materiali scadenti alla confisca dei beni e alla destinazione a fini sociali, come Radio Siani e Casa Mandela. «Attraverso il consorzio Sole - ha aggiunto l'assessore provinciale alla Legalità, Franco Malvano - cercheremo sempre di più di depauperare la camorra espropriandola dei suoi beni».Di importanza alla educazione alla legalità ha parlato anche l'assessore provinciale Corrado Gabriele: «Se è vero che l'ignoranza è la prima arma della camorra e che la scuola è la prima arma contro l'ignoranza, così la caserma dei carabinieri sarà il primo strumento per contrastare il crimine». All'incontro erano presenti anche alcuni dirigenti scolastici e parroci a cui si è rivolto l'assessore comunale alla Legalità, Ferdinando Pirone «abbiamo coinvolto scuole e parrocchie perchè è in queste realtà che nasce e si diffonde la cultura della socialità e della legalità».
Questo è il link per la fotogallery completa: http://www.ilmattino.it/fotogallery.php?id_fg=3635&id_news=77866&nf=1