martedì 24 febbraio 2009

Licola, sequestrate 20 abitazioni abusive

GIUGLIANO. Ennesimo quartiere fantasma venuto alla luce grazie al controllo sul territorio dei vigili urbani in collaborazione con i carabinieri della stazione di Varcaturo. Teatro del sequestro via Ficocelle a Licola. 23 i manufatti tra villini a due e a tre livelli, 11 gli immobili totalmente abusivi, 9 quelli in violazione e solo 3 sono stati costruiti con regolare licenza, in tutto 20 quelli completamente abusivi. L'operazione delle forze dell'ordine è avvenuta dopo diversi giorni di indagini, gli agenti della municipale, con il comandante Antonio Baldi, coadiuvati dai carabinieri guidati dal maresciallo Michele Membrino, hanno constatato che l'area in questione aveva un'originaria destinazione agricola ma negli ultimi tempi, era divenuta a tutti gli effetti un quartiere residenziale. I villini rifiniti erano già abitati dai proprietari stessi, mentre altri erano ancora allo stato grezzo. In alcuni casi i proprietari avevano forzato i sigilli e continuato i lavori. Tutto rigorosamente senza alcuna regolare licenza e costruiti successivamente al 2004, quindi non suscettibili di condono, quindi andranno ad allungare la lista degli immobili da abbattere. Sono 700 le case che attendono l'arrivo delle ruspe, 500 i sequestrati negli ultimi mesi. Una Giugliano che è venuta alla luce dopo gli arresti del maggio scorso quando finirono in carcere diversi vigili urbani, imprenditori e tecnici del comune. Intanto i proprietari delle case abusive riunitesi in un comitato antiabbattimento, da settimane denunciano una Giugliano ancora sommersa e chiedono che la legge sia uguale per tutti. I sequestri di ieri in via Ficocelle andranno ad allungare la lista delle abitazioni inserite nei carteggi della Procura che assieme alla Prefettura, ha redatto un piano di sgombero e abbattimenti per le centinaia di immobili finiti sotto chiave a Giugliano.

sabato 21 febbraio 2009

La terra dei fuochi finisce su Striscia la notizia

Sono anni che esiste la cd Terra dei fuochi. Immaginate soltanto quanti rifiuti nel frattempo sono stati bruciati. La periferia a nord di Napoli che va verso Caserta è un territorio avvelenato. L'incidenza dei tumori in quelle zone ha avuto un picco negli ultimi anni ed è attualmente molto al di sopra della media nazionale. La terra dei fuochi può essere chiamata anche terra dei veleni. Ma chi è il responsabile di tale scempio? Sarebbe facile additare la Camorra quale principale artefice di tale disastro ambientale, ma le responsabilità sono da ricercarsi a tutti i livelli, soprattutto istituzionali. L'ignoranza e il denaro sono i comuni denominatori di questa situazione che non si ferma nonostante che dei bravi cittadini denuncino sempre più spesso i roghi e li documentano con video che poi finiscono in internet. Questo disastro ambientale passa quasi inosservato. Una storia simile si verifica in Africa, che sta diventando la pattumiera del mondo occidentale, fatte ovviamente le dovute proporzioni.


mercoledì 18 febbraio 2009

Genitori da zero in condotta

No comment....

Casandrino-Grumo Nevano. Genitori da zero in condotta.

Non mandavano i figli a scuola, che invece di sedere tra i banchi restavano a casa, oppure a ciondolare per strada. E per diciotto genitori di Casandrino e Grumo Nevano è scattata la denuncia, per evasione dagli obblighi scolastici. A scoprire gli undici ragazzini, il più piccolo sei anni il più grande tredici, sono stati i carabinieri della caserma di Grumo Nevano, diretta dal maresciallo Antonino Bruno, che ha la competenza territoriale anche su Casandrino. Il controllo ha interessato l'istituto comprensivo «Matteotti- Cirillo» di Grumo Nevano e la scuola media «Torricelli» di Casandrino. Alcuni genitori si sono anche meravigliati per essere stati denunciati, affermando di non sapere che i loro figliuoli erano obbligati a frequentare la scuola, altri si sono giustificati dicendo semplicemente di «non saper più come fare» a convincere i figli a ritornare tra i banchi. L'elenco dei genitori e quello degli alunni, è stato inviato ai rispettivi servizi sociali dei due comuni. Il dato emerso da questo controllo - fanno notare gli inquirenti - non appare tanto preoccupante, se raffrontato alla popolazione scolastica di Grumo Nevano e quella di Casandrino che sfiora le tremila unità e undici alunni costituiscono una percentuale davvero bassissima, e quasi irrisoria se paragonata ai 120 alunni evasori scoperti dai carabinieri lo scorso anno nella sola città di Caivano. Nei prossimi giorni i controlli proseguiranno anche negli altri centri a nord di Napoli.
SCAMPIA: DISPERSIONE SCOLASTICA, DENUNCIATI 152 GENITORI
Non rispettano l’osservanza di obbligo scolastico previsto per i loro figli. Centocinquantadue sono state le persone denunciate stamani dagli agenti della polizia municipale nell’area nord di Napoli.
Sembrerebbe trattarsi di una notizia di inizio Novecento dove, in un contesto socioculturale disagiato come quello del Mezzogiorno post-unitario, era veramente facile imbattersi in situazioni simili. Andare a scuola, anche solo per imparare a “leggere, scrivere e far di conto” era una condizione quasi privilegiata per i figli dei contadini campani. Mancanza di istruzione, arretratezza socioculturale, condizioni economiche che spingevano le famiglie più disagiate ad impiegare fin dalla tenera età i propri figli nelle attività di famiglia, come ad esempio il lavoro nei campi, minavano non poco l’efficacia delle riforma scolasticha che istituiva la scuola pubblica dell’obbligo (1859, Legge Casati). Sembrerebbe, dicevamo. Perché, di fatto, non è così.
La notizia della denuncia per inadempienza dell’obbligo scolastico è di quest’oggi. E fa riferimento a nuclei familiari residenti a Scampia e a Secondigliano. Ancora una volta, i quartieri famosi in tutto il mondo per essere stati il setting della faida di camorra che ha coinvolto il cartello camorristico dell’ “Alleanza di Secondigliano”, scatenando una guerra fratricida tra il clan Di Lauro e un cospicuo gruppo di famiglie distaccatesi e definite, poi, Scissioniste, salta alla ribalta della cronaca cittadina per un grave atto di illegalità.
Le indagini, che sono state condotte dal personale dell'ufficio minori, hanno evidenziato una gravissima tendenza alla dispersione scolastica. Tendenza frutto di problematiche serie che la periferia settentrionale tuttora non riesce a superare. La gravità della situazione è palesata dalle motivazioni per cui il fenomeno si è riacutizzato. Ciò che realmente sconcerta non è tanto la consapevolezza che i genitori dei ragazzi hanno del mancato rispetto dell’obbligo scolastico, bensì il fatto che siano proprio i genitori a spingere i loro figli a non frequentare la scuola dell’obbligo. Alcuni genitori, infatti, contattati dagli agenti della polizia municipale, coordinati dal generale Luigi Sementa, si sono giustificati dicendo che il lavoro dei loro ragazzi è necessario per contribuire a sostenere economicamente le famiglie disagiate.
Ci risiamo. La faida è cosa passata. L’attenzione dei media è completamente spostata sulle grandi politiche cittadine come il Forum delle Culture, la riqualificazione del Centro Storico ma nelle periferie si continua a vivere di stenti nel più buio disagio. Il numero delle denuncie effettuate dalla polizia municipale di Napoli stamani parla chiaro: i quartieri della periferia nord della città versano in uno stato di abbandono tale da meritare interventi massicci se si intende migliorare le condizioni di vivibilità dell’intero capoluogo campano.
Viene da chiedersi: come può accadere tutto ciò, se al posto di aprire nuovi centri di aggregazione e di scuole, si provvede a ridurre i costi della pubblica istruzione chiudendo edifici scolastici proprio nella periferia a nord della città?

sabato 14 febbraio 2009

«Ci dobbiamo mangiare Napoli...».

NAPOLI (13 febbraio) - Diversi arresti della Guardia di Finanza eseguiti in mattinata a Napoli nell'ambito di un'inchiesta della Procura su appalti e tangenti alla Asl Napoli 1. Le ordinanze di custodia cautelare, in carcere e agli arresti domiciliari, riguardano imprenditori e dirigenti della Asl. Le accuse vanno dalla corruzione alla truffa al falso in atto pubblico e al riciclaggio. Sono complessivamente nove le ordinanze emesse nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli su appalti e tangenti alla Asl Napoli 1, di cui cinque in carcere e quattro agli arresti domiciliari.La Finanza ha eseguito anche alcuni sequestri preventivi: nell'elenco figura anche un'imbarcazione del valore di 400 mila euro. Le indagini si basano in particolare su intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari. Sono diversi gli appalti per i quali sarebbero state versate tangenti, dalla fornitura di estintori ai lavori di risistemazione dei pronto soccorso dei principali ospedali napoletani. Gli investigatori avrebbero accertato in diversi casi irregolarità nelle gare di appalto per favorire determinate ditte che in cambio versavano tangenti ai funzionari dell'Asl.Nell'inchiesta si fa riferimento, tra l'altro, a gare d'appalto fittizie indette pretestuosamente con i motivi di grande urgenza al solo scopo di favorire le aziende e ottenere in cambio tangenti. Tra le accuse contestate agli arrestati, a vario titolo, anche l'abuso d'ufficio e la turbativa d'asta.La procura. Le indagini che hanno portato alla scoperta di un giro di tangenti per appalti alla Asl Napoli hanno evidenziato «le sconcertanti condizioni di illegalità nelle quali versava il servizio tecnico della più grande Azienda sanitaria d'Europa (cui appartengono quattro delle persone coinvolte), laddove si registrava la miserevole spartizione, tra i diversi funzionari e dirigenti, delle rispettive sfere di influenza, ciascuna delle quali posta a servizio dell'imprenditore amico o di riferimento del pubblico funzionario infedele». A delineare un ritratto inquietante è il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore. Si era in presenza, ha sottolineato, di «una situazione caotica e di vera e propria anarchia amministrativa che costituiva la base per giustificare vere e proprie condotte delinquenziali» Questi i nomi di funzionari e imprenditori per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere: Bruno Sielo, funzionario del Servizio Tecnico Centrale manutentivo dell'Asl Na1;Alfonso Sabatino, funzionario del Servizio Tecnico Centrale manutentivo dell'A.S.L. Na1 ;Giuseppe Di Costanza, funzionario del Servizio Tecnico Centrale manutentivo dell'A.S.L. Na1;Ferdinando Salemme, imprenditore e amministratore della Stelmed s.r.l. affidataria di appalti da parte dell'Asl Na1;Alfredo Polizza, imprenditore ed amministratore di fatto della Bia Bioinarch s.r.l. affidataria di appalti da parte dell'Asl NA1; Questi invece gli indagati per i quali è stata disposta la custodia cautelare agli arresti domiciliari: Claudio Ragosta, direttore pro-tempore del S.T.C. dell'Asl Na 1; Giuseppe Fedele, funzionario del Servizio Tecnico Centrale dell'A.S.L. NA 1; Paolino Napolitano, imprenditore ed amministratore delle seguenti società affidatarie di appalti da parte dell'Asl Na1: Tnt Service s.r.l., Edilizia Service s.r.l. ed Edil Service s.rl.;Anna Di Sarno, impiegata e responsabile dell'ufficio gare d'appalto della citata Bia Bioinarch srl. Nei confronti di Ragosta, inoltre, si è proceduto al sequestro preventivo di un'imbarcazione Fiart 40 del valore di circa 400.000 euro e della somma di 100.000 euro.Ingenti somme di denaro erogate per lavori mai neppure iniziati. È quanto emerge dalle pagine dell'inchiesta. Il presunto illecito riguarda l'appalto per la manutenzione straordinaria del presidio sanitario Elena d'Aosta. Giuseppe Fedele, funzionario del Servizio Tecnico Centrale della Asl - per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari - e Claudio Ragosta, direttore pro-tempore del S.T.C. dell'Asl (anch'egli ai domiciliari) - avrebbero, secondo l'accusa, attestato falsamente che era possibile erogare all'impresa Fire Control di Vincenzo Cotugno la somma di circa 370mila euro, comprensiva di interventi straordinari all'ospedale San Giovanni Bosco «in realtà all'emissione del certificato - scrivono i giudici - non ancora iniziati e a tutt'oggi non ancora completati». Ciò avrebbe indotto in errore l'amministrazione della Asl che versò al titolare della società la somma di circa 270mila euro nel giugno 2007.Le intercettazioni. «Ci dobbiamo mangiare Napoli...». È la battuta scherzosa ma non troppo con cui un imprenditore si rivolge a un funzionario della Asl riferendosi, secondo l'accusa, agli accordi su appalti e tangenti. E il funzionario replica di «non esagerare» che tanto a loro «basta il Centro e il Vomero». Il botta e risposta è contenuto in una delle più eloquenti intercettazioni telefoniche su cui si basa l'inchiesta condotta dalla procura di Napoli sul presunto giri di tangenti in relazione agli appalti della Asl Napoli 1. La telefonata è intercettata il 20 aprile 2007 e riguarda una delle decine di conversazioni tra Bruno Sielo, funzionario del Servizio Tecnico Centrale manutentivo dell'Asl Na 1, e Alfredo Polizza, imprenditore ed amministratore di fatto della Bia Bioinarch s.r.l., affidataria di appalti da parte dell'Azienda sanitaria. Tra i due emerge un rapporto molto stretto in relazione agli affari al punto che gli inquirenti ipotizzano che il funzionario sia socio occulto dell'imprenditore. «Sconcertante» viene poi definita dagli inquirenti la conversazione del 2 maggio 2007 dalla quale «si desume - osserva il gip - che è proprio quest'ultimo, dirigente della Asl Na 1, ad invitare l'imprenditore a tenersi alto alto nei prezzi». Questo il passaggio «incriminato»: Sielo: «Ascoltatemi, su quel discorso lì». Polizza: «Sì?». Sielo: «Eh..vi..tenete un margine del 20,25!». Polizza: «va bene!». Sielo: «In...in più ovviamente». Polizza: «Va benissimo!». Sono numerosi i capi di imputazione in cui si fa riferimento alle presunte irregolarità, che configurano il reato di turbativa d'asta, commesse da diversi indagati per favorire Polizza anche con l'indicazione di prezzi «palesemente incongrui rispetto all'effettivo valore di mercato delle opere». Che di fatto venivano poi «completamente subappaltate». Nell'inchiesta sono citati, tra gli altri, lavori all'ospedale San Paolo, al pronto soccorso del Loreto Mare, all'Ascalesi (bonifica del piazzale interno del pronto soccorso), nonchè la manutenzione degli impianti elettrici dei presidi ospedalieri.

mercoledì 11 febbraio 2009

Gli arabi vestono made in Napoli, anzi made in provincia a nord di Napoli

Il marchio del "bassotto", nato e cresciuto tra Frattamaggiore e Caivano e ora diventato uno tra i brand più prestigiosi nel settore dell'abbigliamento di lusso.

L'Istat ha da poco elaborato i dati che riguardano i flussi commerciali dell'Italia con il resto del mondo inquadrando Napoli come realtà commerciale in espansione nelle aree medio-orientali. Il settore che frutta maggiori introiti agli imprenditori napoletani resta quello dell'abbigliamento. Agli arabi e affini piace la moda italiana e in particolare quella napoletana. Non a caso sempre più aziende stanno spostando qui i loro centri strategici. La Original Marines, solida società campana che oggi ha un fatturato di 100 miliardi di euro, ha annunciato un capillare piano di espansione all'estero. In cima alla lista ci sono Beirut e Dubai. Ancora prima della famiglia Gambardella che controlla il marchio storico di via Benedetto Croce, si è mossa la Harmont & Blaine. Il marchio del "bassotto" (Harmont&Blaine), nato e cresciuto a Frattamaggiore e ora diventato uno tra i brand più prestigiosi nel settore dell'abbigliamento di lusso, ha aperto da tempo megastore a Kuwait City nel Kuwait, a Doha nel Qatar e a Dubai. Mentre al Cairo ha inaugurato una boutique di ben 350 metri quadri all'interno dell'avveniristico "Down Town Project". In Libano, Emirati Arabi e Siria i marchi napoletani sono ben conosciuti.

I maggiori proventi in questo settore provengono proprio da questa zona. Un settore che fa registrare un trend degno d'attenzione è quello delle armi. Nel Kuwait, ad esempio, la voce "interscambio di Armi e munizioni con Napoli" rappresenta il 50% dell'intero giro di affari delle esportazioni partenopee. Un mercato fiorente e con crescite esponenziali. Basta pensare che appena nel 2006 il fatturato si fermava a poco più di 670mila euro. In espansione anche il mercato dei macchinari industriali, della produzione di cavi e fili isolanti, delle apparecchiature per l'industria. Sono molte le aziende campane che offrono a paesi come Iraq, Iran, Giordania e soprattutto Arabia Saudita le infrastrutture industriali. Nonostante le royalties petrolifere o commerciali, i principi sauditi ora vogliono produrre ricchezza e si avvalgono della partnership di imprenditori proprio come quelli napoletani.


venerdì 6 febbraio 2009

Spot del Governo: Napoli, bella ieri, bella oggi e bella domani

Pubblicità progresso: Napoli è uscita dall'emergenza rifuiti

Il Governo celebra il successo con lo spot che sarà proposto sulle TV nazionali.





P.s. la protagonista dello spot, Elena Russo, è una delle donne segnalate da Berlusconi ad Agostino Saccà (RAI) in una nota intercettazione telefonica.
qui il link http://www.youtube.com/watch?v=VfXtKh7L3d4

L'Italia: una Repubblica dell'America del sud


[El periódico de Aragón]

Un’opera pubblica di importanza, vale a dire, che superi i 50 milioni di euro, non viene finita in Italia prima di sei anni. In Spagna sono tre. Le scarse tratte ferroviarie dell’alta velocità costano in Italia quattro volte più che in Spagna. Tuttavia la tratta Barcellona-Madrid richiede meno tempo di quella Roma-Milano, che è più corta.
Un processo sui contratti incompiuti non si risolve in Italia prima di quattro anni. In Spagna sono due, in Francia uno, in Gran Bretagna 200 giorni. In Italia si aspetteranno otto anni per risolvere un caso di ipoteca insoluta, In Spagna un anno, in Danimarca sei mesi.
Questi dati sono parte di un devastante articolo di Alexander Stille per il New York Review, basato su ponderati studi di Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, Giulio Tremonti, Peter Gomez e Marco Travaglio. Si dà il caso che Tremonti sia il ministro delle Finanze di Berlusconi.
Tutti gli esperti sono concordi nella diagnosi: se l’Italia continua come nell’ultimo decennio, in 15 anni non farà più parte del modello europeo ed assomiglierà ad una repubblica dell’America del sud. “Come si è prodotta una simile catastrofe? Anche gli esperti concordano: a causa di una classe dirigente corrotta ed inefficace, arroccata in una casta politica con privilegi terrificanti e impunità giuridica.
Si può lottare contro una dittatura o rovesciare un regime militare, però nessuno sa come porre fine ad una casta di politici che producono gli stessi effetti di una manciata di militari ubriachi o di un gruppo di mafiosi. Lottare contro i regimi autocratici è ciò che l’Europa ha imparato a fare negli ultimi tre secoli.
Ribellarsi contro i sequestratori della democrazia è una cosa nuova e non sappiamo da dove cominciare. Anche se non la vota nessuno, l’oligarchia politica continua a comandare.
Che i padri della patria siano i suoi peggior nemici è la norma in Africa, ma comincia ad esserlo anche nell’Europa del sud.
Sempre più clientelare e arbitrario, il grosso fardello chiamato Stato delle autonomie, scivola come un bue morto verso il delta del Po.

domenica 1 febbraio 2009

G8, a Napoli il summit economico

Si terrà a Napoli il pre-summit dei ministri economici del G8. L'appuntamento è per il 13 e 14 giugno: i responsabili dei dicasteri economici dei grandi Paesi del mondo si incontreranno in città per discutere della crisi economica e preparare l'appuntamento ufficiale del G8 alla Maddalena nel prossimo luglio. Per Marco Milanese, consigliere politico del ministro Giulio Tremonti, "lo spostamento dell'evento da Venezia a Napoli è l'indicazione della notevole attenzione che il governo guidato da Silvio Berlusconi ha per il capoluogo campano. Il pre-summit – afferma ancora il deputato Pdl – rappresenta per Napoli un appuntamento fondamentale: i riflettori di tutto il mondo saranno puntati sulla città".
Inizialmente era previsto a Venezia. Alla fine, però, sarà Napoli ad ospitare il pre-summit dei ministri economici del G8, il club dei Paesi più potenti al mondo. L'evento si terrà il prossimo 13 e 14 giugno e in città arriveranno gli uomini che governano il destino economico del mondo. L'evento si pone come tappa intermedia di preparazione al G8 dei presidenti di Governo che si tiene in luglio alla Maddalena (in pagina il logo della manifestazione)."L'evento rappresenta un'occasione straordinaria per la città di Napoli": sono le parole di Marco Milanese. Deputato Pdl, il caudino Milanese è commissario di Forza Italia in provincia di Avellino ma è, soprattutto, consigliere politico di Giulio Tremonti, ministro plenipotenziario dell'economia del Governo di Silvio Berlusconi."Lo spostamento dell'appuntamento nel capoluogo campano – afferma Milanese – è un ulteriore segno di attenzione che il Governo ha per la città. Grazie al pre-summit i riflettori di tutto il mondo saranno accesi su Napoli: dal Giappone agli Stati Uniti, dall'Africa alla Russia per un fine settimana Napoli sarà capitale dell'economia del mondo. Faremo in modo – continua – che la città si faccia trovare pronta in tutto il suo splendore". Ancora riserbo sulle location dell'evento. E' probabile che, visto i motivi di sicurezza, il tutto si svolga a Palazzo Reale. I ministri, invece, dovrebbero essere ospitati in uno dei grandi alberghi del lungo mare partenopeo. Il G8 (costitutito da Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Germania, Giappone, Italia e Canada).è un forum diplomatico di dialogo fra i capi di Stato e di governo dei principali paesi industrializzati. Il G8, però, non è un'organizzazione internazionale e non ha una struttura amministrativa con un segretariato permanente. A rotazione annuale, i Paesi partecipanti assumono la presidenza, durante la quale promuovono l'organizzazione e l'agenda del summit. L'Italia detiene la presidenza del G8 per il 2009, ed ha quindi la responsabilità di ospitare e organizzare il summit annuale e un numero d'incontri preparatori che porteranno al Vertice della Maddalena, in cui i capi di Stato e di Governo dei paesi partecipanti si riuniranno per sottoscrivere le "Dichiarazioni Finali". Il G8 è nato nel 1975 come G6 (Francia; Stati Uniti; Italia; Germania; Regno Unito; Giappone) in risposta all'esigenza di disporre di un foro di dialogo informale tra i Capi di Stato e di Governo delle maggiori democrazie industrializzate. L'obiettivo iniziale fu di affrontare in spirito aperto e costruttivo le crisi economiche della metà degli anni Settanta, in particolare lo shock petrolifero e la riforma del sistema monetario internazionale dopo la fine del sistema di Bretton Woods e l'abbandono della convertibilità in oro del dollaro. Il primo Vertice fu convocato su iniziativa del Governo francese e ospitato a Rambouillet, nei pressi di Parigi. L'allargamento del formato ha avuto luogo con l'ingresso del Canada nel 1977 e della Russia nel 1994 al Vertice di Napoli.
http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=556384

NYT tuona: «Gomorra senza Oscar? È solo un'esclusione criminale»


NAPOLI - «Gomorra senza Oscar? Un'esclusione criminale». Così David Carter, culture reporter e media columnist del New York Times, commenta sul blog «Carpetbagger» la mancata candidatura del film di Matteo Garrone agli 81esimi Academy Awards. Celato dietro il nickname di Bagger, Carr dice di «non potersi togliersi dalla mente Gomorra, perché pur profondamente corrotto e brutale, possiede una sorta di natura morale che lo rende significativo dalla prima all'ultima inquadratura. Che cosa dire di una cultura - incalza l'editorialista - in cui un male primordiale si esprime attraverso un ragazzino che potrebbe vivere nel palazzo di fronte? Il poster del film evoca bene simili questioni e altre ancora».