martedì 24 febbraio 2009
Licola, sequestrate 20 abitazioni abusive
sabato 21 febbraio 2009
La terra dei fuochi finisce su Striscia la notizia
mercoledì 18 febbraio 2009
Genitori da zero in condotta
Casandrino-Grumo Nevano. Genitori da zero in condotta.
Sembrerebbe trattarsi di una notizia di inizio Novecento dove, in un contesto socioculturale disagiato come quello del Mezzogiorno post-unitario, era veramente facile imbattersi in situazioni simili. Andare a scuola, anche solo per imparare a “leggere, scrivere e far di conto” era una condizione quasi privilegiata per i figli dei contadini campani. Mancanza di istruzione, arretratezza socioculturale, condizioni economiche che spingevano le famiglie più disagiate ad impiegare fin dalla tenera età i propri figli nelle attività di famiglia, come ad esempio il lavoro nei campi, minavano non poco l’efficacia delle riforma scolasticha che istituiva la scuola pubblica dell’obbligo (1859, Legge Casati). Sembrerebbe, dicevamo. Perché, di fatto, non è così.
La notizia della denuncia per inadempienza dell’obbligo scolastico è di quest’oggi. E fa riferimento a nuclei familiari residenti a Scampia e a Secondigliano. Ancora una volta, i quartieri famosi in tutto il mondo per essere stati il setting della faida di camorra che ha coinvolto il cartello camorristico dell’ “Alleanza di Secondigliano”, scatenando una guerra fratricida tra il clan Di Lauro e un cospicuo gruppo di famiglie distaccatesi e definite, poi, Scissioniste, salta alla ribalta della cronaca cittadina per un grave atto di illegalità.
Le indagini, che sono state condotte dal personale dell'ufficio minori, hanno evidenziato una gravissima tendenza alla dispersione scolastica. Tendenza frutto di problematiche serie che la periferia settentrionale tuttora non riesce a superare. La gravità della situazione è palesata dalle motivazioni per cui il fenomeno si è riacutizzato. Ciò che realmente sconcerta non è tanto la consapevolezza che i genitori dei ragazzi hanno del mancato rispetto dell’obbligo scolastico, bensì il fatto che siano proprio i genitori a spingere i loro figli a non frequentare la scuola dell’obbligo. Alcuni genitori, infatti, contattati dagli agenti della polizia municipale, coordinati dal generale Luigi Sementa, si sono giustificati dicendo che il lavoro dei loro ragazzi è necessario per contribuire a sostenere economicamente le famiglie disagiate.
Ci risiamo. La faida è cosa passata. L’attenzione dei media è completamente spostata sulle grandi politiche cittadine come il Forum delle Culture, la riqualificazione del Centro Storico ma nelle periferie si continua a vivere di stenti nel più buio disagio. Il numero delle denuncie effettuate dalla polizia municipale di Napoli stamani parla chiaro: i quartieri della periferia nord della città versano in uno stato di abbandono tale da meritare interventi massicci se si intende migliorare le condizioni di vivibilità dell’intero capoluogo campano.
Viene da chiedersi: come può accadere tutto ciò, se al posto di aprire nuovi centri di aggregazione e di scuole, si provvede a ridurre i costi della pubblica istruzione chiudendo edifici scolastici proprio nella periferia a nord della città?
sabato 14 febbraio 2009
«Ci dobbiamo mangiare Napoli...».
mercoledì 11 febbraio 2009
Gli arabi vestono made in Napoli, anzi made in provincia a nord di Napoli
I maggiori proventi in questo settore provengono proprio da questa zona. Un settore che fa registrare un trend degno d'attenzione è quello delle armi. Nel Kuwait, ad esempio, la voce "interscambio di Armi e munizioni con Napoli" rappresenta il 50% dell'intero giro di affari delle esportazioni partenopee. Un mercato fiorente e con crescite esponenziali. Basta pensare che appena nel 2006 il fatturato si fermava a poco più di 670mila euro. In espansione anche il mercato dei macchinari industriali, della produzione di cavi e fili isolanti, delle apparecchiature per l'industria. Sono molte le aziende campane che offrono a paesi come Iraq, Iran, Giordania e soprattutto Arabia Saudita le infrastrutture industriali. Nonostante le royalties petrolifere o commerciali, i principi sauditi ora vogliono produrre ricchezza e si avvalgono della partnership di imprenditori proprio come quelli napoletani.
venerdì 6 febbraio 2009
Spot del Governo: Napoli, bella ieri, bella oggi e bella domani
Il Governo celebra il successo con lo spot che sarà proposto sulle TV nazionali.
P.s. la protagonista dello spot, Elena Russo, è una delle donne segnalate da Berlusconi ad Agostino Saccà (RAI) in una nota intercettazione telefonica.
qui il link http://www.youtube.com/watch?v=VfXtKh7L3d4
L'Italia: una Repubblica dell'America del sud
Un’opera pubblica di importanza, vale a dire, che superi i 50 milioni di euro, non viene finita in Italia prima di sei anni. In Spagna sono tre. Le scarse tratte ferroviarie dell’alta velocità costano in Italia quattro volte più che in Spagna. Tuttavia la tratta Barcellona-Madrid richiede meno tempo di quella Roma-Milano, che è più corta.
Un processo sui contratti incompiuti non si risolve in Italia prima di quattro anni. In Spagna sono due, in Francia uno, in Gran Bretagna 200 giorni. In Italia si aspetteranno otto anni per risolvere un caso di ipoteca insoluta, In Spagna un anno, in Danimarca sei mesi.
Questi dati sono parte di un devastante articolo di Alexander Stille per il New York Review, basato su ponderati studi di Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, Giulio Tremonti, Peter Gomez e Marco Travaglio. Si dà il caso che Tremonti sia il ministro delle Finanze di Berlusconi.
Tutti gli esperti sono concordi nella diagnosi: se l’Italia continua come nell’ultimo decennio, in 15 anni non farà più parte del modello europeo ed assomiglierà ad una repubblica dell’America del sud. “Come si è prodotta una simile catastrofe? Anche gli esperti concordano: a causa di una classe dirigente corrotta ed inefficace, arroccata in una casta politica con privilegi terrificanti e impunità giuridica.
Si può lottare contro una dittatura o rovesciare un regime militare, però nessuno sa come porre fine ad una casta di politici che producono gli stessi effetti di una manciata di militari ubriachi o di un gruppo di mafiosi. Lottare contro i regimi autocratici è ciò che l’Europa ha imparato a fare negli ultimi tre secoli.
Ribellarsi contro i sequestratori della democrazia è una cosa nuova e non sappiamo da dove cominciare. Anche se non la vota nessuno, l’oligarchia politica continua a comandare.
Che i padri della patria siano i suoi peggior nemici è la norma in Africa, ma comincia ad esserlo anche nell’Europa del sud.
Sempre più clientelare e arbitrario, il grosso fardello chiamato Stato delle autonomie, scivola come un bue morto verso il delta del Po.